Re: estrarre CO2 dall'atmosfera

From: Soviet_Mario <SovietMario_at_CCCP.MIR>
Date: Sun, 11 Jun 2017 12:26:33 +0200

On 11/06/2017 02.23, Gino Di Ruberto IK8QQM - K8QQM wrote:
> Il giorno sabato 10 giugno 2017 15:30:02 UTC+2, ADPUF ha scritto:
>
>> Ricordo che da bambino lessi "Dalla Terra alla Luna" di Giulio
>> Verne e nella capsula "sparata" dal cannone c'era proprio un
>> assorbitore chimico della CO2 prodotta dai tre viaggiatori.
>
> A dire il vero, amche per le missioni Apollo c'era una cartuccia in grado di assorbire CO2, contenente cristalli di idrossido di litio.

la logica è chiara (massima densità per unità di volume e
peso, secondario tutto il resto), ma non sempre la logica di
ottimizzazione di una navicella porta a risultati adatti
alla biosfera.

Su terra le uniche basi adatte e mineralizzare la CO2 sono
alcali di calcio (calcari) o calcio e magnesio (dolomite), o
al limite di sodio (tipo la trona).
Si tratta di abbattimenti "temporanei" e anche sensibili
alle condizioni.
Ad es. la reazione
CaCO3 + H2O + CO2 <==> Ca(HCO3)2 *
* è idrosolubile, aggiungo purtroppo
ha un equilibrio molto incerto, e con piccole variazioni di
condizioni P, T, acidità, non è difficile invertirlo.
Per la trona (un carbonato-bicarbonato misto di sodio,
abbondante ma non confrontabile a calcare e dolomite), la
fissazione è un po' migliore (più stabile).

Cmq un blocco temporaneo può andare a seconda di quanto
tempo tiene immagazzinata.

Gli unici blocchi stabili a scala di milioni di anni (anche
centinaia, o anche "eterni"), sono solo i carbonati formati
da OSSIDI o precursori tipo silicati e alluminati, ma
purtroppo richiedono da un lato tempi biblici (gli ossidi
efficaci dalla crosta sono scomparsi da tanto e solo nelle
dorsali dove si crea nuova crosta, nei vulcani e nelle zone
di corrugamento e neoformazione di montagne, tipo
l'Himalaya, si possono trovare minerali freschi ancora attivi.
Oppure il carbone elementare ottenuto per riduzione
parziale, o per disidratazione senz'aria dei carboidrati.
La biomassa in quanto tale è un tampone temporaneo, nel
senso che agisce solo fintanto che si può aumentare la
quantità presente e mantenerla poi nel tempo, ma essendo
roba putrescibile non è una forma stabile. Solo
fossilizzandola in modo accelerato si può scollegare il
carbonio dai cicli naturali (a quanto ne so non risulta
esistere nessun microorganismo che utilizza direttamente il
carbonio elementare come tale).

I classici minerali debolmente attivi (tipo l'ortoclasio, i
feldspati, olivina etc, cioè roba contenente oltre a
silicati e alluminati, anche potassio, sodio, calcio,
magnesio e ferro II) purtroppo sono trappole molto lente
anche se presenti in quantità inesauribile, e sicuramente
devono essere macinati fini, ridotti a "slurry" acquosi e
spruzzati a caldo per reagire con la CO2 a velocità
accettabili. In sostanza trattamenti idrotermali aciduli a
base di acido carbonico. Bisogna quindi produrre una mimesi
industriale accelerata del naturale processo di
"caolinizzazione" degli alluminosilicati delle rocce ignee,
che dilavano le componenti solubili (sodio e potassio in
primis) come bicarbonati solubili ma stabili.

Un tempo avevo fatto qualche ricerca, ma non ricordo i
risultati ...

> Andava sostituita appena la concentrazione di CO2 nell'aria superava un certo valore.
> Ciao.
>


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Received on Sun Jun 11 2017 - 12:26:33 CEST

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