On 27/01/2017 19.07, Roberto Rosoni wrote:
> Ciao a tutti.
>
> Leggo da parecchie parti in rete, ma la cosa me l'ha riportata anche
> un'amica insegnante di scienze alle medie inferiori, che il remo della
> barca è considerato una leva del secondo genere (come lo schiaccianoci,
> se non sbaglio): fulcro in acqua, resistenza allo scalmo e potenza
> all'estremità in mano al marinaio.
>
> Io l'ho sempre pensato come una leva di primo genere: fulcro allo
> scalmo, e mi sposto in avanti grazie al terzo principio, per l'acqua che
> spingo all'indietro.
>
> Sulla Wiki c'è una specie di guerra sul tema, tra primo e secondo
> genere.
> https://it.wikipedia.org/wiki/Remo_(nautica)
> La Treccani on-line è tassativa: secondo genere.
> http://www.treccani.it/enciclopedia/remo/
>
> A me sembra assurdo definirlo di secondo genere, e ho pensato a questo
> esperimento mentale: Poniamo che io afferri il remo non all'estremità,
> bensì all'altezza dello scalmo.
> In questo caso dovrei avere una leva "neutra" cioè a metà strada tra il
> secondo e il terzo genere, in cui non ho effetto di amplificazione né
> della forza, né dello spostamento.
> Come afferrare lo schiaccianoci all'altezza della noce: se ho comunque
> abbastanza forza la noce la rompo, anche se non approfitto delle qualità
> della leva.
> Quindi farei più fatica, ma potrei navigare.
> Invece sono convinto che se facessi potenza sullo scalmo non mi muoverei
> manco di un millimetro.
>
> Cosa ne dite?
>
>
non sapevo della guerra, ma mi pare di capirne la ragione, o
forse no.
Mi pare una questione di mettersi d'accordo sui riferimenti
appropriati relativamente al moto.
Ma prima ti propongo tre esempi simili (al posto di una
barca normale ne propongo una col fondo di teflon e lubrificato)
1) la barca si muove in un lago di catrame viscoso
2) la barca si muove in acqua
3) la barca si muove in elio liquido (o, se esiste, qualche
altro "superfluido", oppure galleggia in un aeriforme denso
stratificato tipo SF6).
Nel caso 1) sembrerebbe intuitivo usare come riferimento
inerziale il bitume molto viscoso, che sostanzialmente offre
un "supporto" talmente efficace che è praticamente come
piantare il palo sul fondo e spingere. Il punto di
"inserimento" del remo nel bitume resta praticamente fermo,
e si candida a fulcro : al contrario lo scalmo si sposta in
avanti, ad una velocità proporzionata alla frazione di
lunghezza del remo totale, laddove la velocità massima è la
parte terminale del remo. Quindi ricorda uno schiaccianoci,
per quanto usato contro un elastico che tenderebbe a tenerlo
chiuso e tu agisci per aprirlo invece che chiuderlo.
Nel caso 3) la situazione sembra quella che suggerisci come
la più ovvia. Causa attrito prossimo a zero, la barca resta
immobile. Lo scalmo fa da fulcro, e la pala terminale del
remo si sposta indietro senza offrire resistenza. Qui la
leva sembra analoga alle forbici.
Nel caso 2) la situazione è intermedia, per quello che ci
capisco. Si muove sia la barca, quindi lo scalmo
relativamente al lago, sia l'acqua, quindi nemmeno il punto
di immersione del remo è fermo.
Penserei che nulla vieta di catalogare il sistema come
"ibrido" o a fulcro "dinamico". Lo scalmo potrebbe
assomigliare (solo concettualmente) alla carrucola
intermedia mobile di una doppia carrucola.
Ovviamente visto da un profano ... ora mi vado a leggere il
flame !
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1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
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Received on Fri Jan 27 2017 - 19:31:12 CET