Mauro Riccardi (alias Pierre de Fermat) ha scritto:
> ... una trattazione brillante e/o ultravivace e/o
> rigorosa era eccessiva per essere scritta in questo margine :-).
> ...
> La risposta (scusa se ho tergiversato) e' che, in relativita'
> ristretta, le velocita' non si sommano.
Troppo giusto, ma vorrei aggiungere un commento.
Quello che credo riesca indigesto a chi sente parlare per la prima volta
di relativita' e' come possa accadere questo. E non ci sono trasf. di
Lorentz che tengano per spiegarlo...
Almeno in parte, il problema nasce dalla brutta abitudine di parlare
sempre di "composizione" delle velocita', quando non addirittura di
"addizione".
Le cose andrebbero meglio se si mettesse in chiaro, fin dall'inizio, che
relativita' o no, il problema e' un altro.
Quello che in realta' si vuol sapere e' come una velocita' si
"trasforma", cambiando il sistema di riferimento.
Il passaggio da un rif. inerziale a un altro non dovrebbe costituire in
se' un problema: lo stesso fenomeno puo' essere descritto da piu'
riferimenti, ed e' ovvio che pur essendo il fenomeno lo stesso, i valori
delle grandezze fisiche implicate non sono in generale gli stessi nei
due riferimenti.
Puo' accadere, per certe grandezze, che il loro valore non cambi
passando da un rif. all'altro: succede per la carica elettrica, per la
massa (!).
Quando questo accade la grandezza viene detta "invariante".
Ma per la piu' parte le grandezze non sono invarianti, e il problema e'
proprio questo:
- come cambia (come si trasforma) una data grandezza passando da un rif.
inerziale all'altro?
La risposta non e' ne' logica, ne' intuitiva, ne' formale: solo
l'esperimento puo' dirlo. Anche se e' ovvio che certe leggi di trasf.
non sono indipendenti da altre: per es. se so come si trasformano
posizione e tempo, la trasf. della velocita' ne segue necessariamente.
Tornando alla velocita', la risposta di Galileo la sappiamo, ed e' che
la velocita' di un oggetto nel rif. K si ottiene da quella nel rif. K'
sommandoci vettorialmente la velocita' di K' rispetto a K.
Se questa risposta sia giusta o sbagliata, lo ripeto, puo' dirlo solo
l'esperimento. E l'esperimento ci ha detto che per la luce questo non e'
vero.
E se non e' vero per la luce, prob. non e' vero in generale, e la legge
di Galileo e' solo una prima approssimazione, corretta per piccole
velocita'.
Il resto del discorso e' tutta la relativita', e non voglio farlo qui
;-).
E' mia ferma opinione che se si cominciasse *subito* a impostare il
discorso in questi termini, tante difficolta' non nascerebbero.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica
Universita' di Pisa
Received on Sat Jun 27 1998 - 00:00:00 CEST
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