Quanto sono strani i fotoni!
Elio Fabri wrote:
>
> Michele Andreoli ha scritto:
> > Un dubbio che ho sempre avuto: per una particella in una
> > scatola non c'e' invarianza per traslazione. Se non posso
> > definire l'operatore di traslazione, devo concludere che non
> > posso definire l'osservabile impulso? Oppure posso dire che,
> > poiche' posso definire le traslazioni infinitesime (non so
> > fino a che punto), posso allora definire anche l'impulso?
> Premetto che l'invarianza non c'entra: anche un osc. armonico non e'
> invariante per traslazioni, ma l'impulso ce l'ha.
> Il problema che poni e' ben noto e implica una certa quantita' di
> sottigliezze matematiche: il punto e' che l'operatore derivata, che
> dovrebbe rappresentare l'impulso, non e' autoaggiunto.
> Pero' possiede infinite estensioni autoaggiunte...
> E qui mi fermo, perche' confesso che non ho ancora capito bene come la
> cosa procede :(
> Chissa' se qualcuno (il solito Valter?) puo' dare altri lumi?
> -------------------
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica
> Universita' di Pisa
Ciao, non ci ho mai pensato tanto, ma ecco quello che mi viene
in mente in un'analisi rapida.
Premesse e commenti.
1) Quasi tutti gli operatori della meccanica quantistica
che rappresentano osservabili NON sono autoaggiunti, ma sono
simmetrici (= hermitiani e definiti su una varieta' lineare densa) e
*essenzialmente autoaggiunti*. Cio' significa che ammettono aggiunto
e l'aggiunto e' autoaggiunto. Inoltre significa anche che ammettono
un'UNICA estensione autoaggiunta (l'operatore aggiunto stesso).
Questa proprieta' dipende strettamente dal dominio dell'operatore
simmetrico iniziale.
2) Cosi', nello spazio euclideo R^3, gli operatori di derivazione
nelle tre coordinate moltiplicati per -i (h tagliato) definiti sullo
spazio delle funzioni (Cinfinito)
a decrescenza rapida (oppure su quelle C infinito a supporto
compatto [si ottiene in questo caso alla fine lo stesso operatore
autoaggiunto]) definiscono operatori simmetrici essenzialmente
autoaggiunti. Gli operatori impulso non sono quindi tali derivate,
ma le loro estensioni autoaggiunte date dai loro operatori aggiunti.
Il dominio degli aggiunti sara' in generale piu' grande e lavorera'
su funzioni nemmeno derivabili.
3) Il fatto che si lavora con le estensioni aggiunte e non con gli
operatori di partenza e' cio' che richiede quelle strane condizioni
sugli autovettori (propri) dell'hamiltoniano dell'atomo di idrogeno
(lemmi di Kato):
in realta' non stiamo cercando gli autovettori di
Laplaciano + potenziale, ma del suo aggiunto...
4) Nella MQ si assume che esista una varieta' lineare densa
invariante rispetto a tutti gli operatori considerati (e che
quindi) stia nei loro domini. Su tale varieta' valgono le relazioni
di commutazione. Nel caso della particella libera, tale varieta'
e' per esempio lo spazio delle funzioni a decrescenza rapida.
Veniamo al problema in questione. Consideriamo la particella
nella scatola. Solitamente si assumono condizioni al contorno
sulle funzioni d'onda ai bordi della scatola di annullamento o
periodicita'. In realta' quando pero' si completa lo spazio per
avere un L^2 lo spazio ottenuto e' lo stesso in entrambi i casi.
Le condizioni di periodicita' invece sono correttamente usate nel
definire i domini iniziali degli operatori.
Nel definire l'operatore impulso la strada e' la solita: si parte
dalla derivata con fattori i ecc.. e si cerca un dominio in cui
tale operatore sia autoaggiunto oppure essenzialmente autoaggiunto.
Quello che si vede e' che, esistono SEMPRE estensioni autoaggiunte
di tale operatore purche' il dominio sia scelto decentemente
(per esempio le funzioni Cinfinito
che si annullano sul bordo), e questo e' dovuto al fatto che gli
operatori considerati sono simmetrici e commutano con un operatore
antiunitario di coniugazione (per es coniugazione complessa +
cambiamento di segno dell'argomento per scatola cubica con centro
nell' origine). Tuttavia eccetto sostanzialmente un caso, tali
operatori ammettono piu' di un estensione autoaggiunta (e questo
segue studiando gli autovalori +- i per l'operatore aggiunto, ed
e' dovuto alla limitatezza della scatola).
C'e' un caso (non sono sicuro che sia proprio l'unico caso, ma sono
sicuro che imponendo annullamento al bordo della scatola
si hanno piu' di un estensione autoaggiunta) che produce una
unica estensione autoaggiunta. Questo si ha proprio perche'
l'operatore di partenza e' essenzialmente autoaggiunto.
La situazione e' quella in cui si
definisce il dominio iniziale come le funzioni *periodiche* C
infinito (si puo' abbassare l'ordine di differenziabilita').
La dimostrazione si basa su un teorema di Nelson piuttosto semplice.
Dal punto di vista fisico gli autostati di tale operatore impulso
descrivono particelle che girano su di un toro piuttosto che
in una scatola.
Se non ricordo male, ma sono quasi sicuro, la fregatura e' che ora,
definendo l'operatore posizione nel modo piu' ovvio, accade la
disgrazia che non esiste piu' alcun dominio comune ed invariante
per entrambi gli operatori per cui non ha piu' senso scrivere
le relazioni di commutazione di tali operatori.
Alternativamente uno potrebbe definire l'operatore impulso
scegliendo una delle tante estensioni autoaggiunte della derivata
definita su funzioni smooth che si annullano sul bordo della
scatola. In tal caso si possono verificare le relazioni di
commutazione, ma lavorare rigorosamente e' una cosa infernale
perche' l'uso della derivata e' altamente ambiguo per indicare
l'impulso.
Dal punto di vista unitario, definendo le traslazioni nella scatola
in modo "torico"( cioe' una funzione che sparisce oltre il bordo
destro in seguito ad una traslazione troppo lunga ricompare nella
scatola dal bordo sinistro) si trova subito che il generatore
autoaggiunto di tali traslazioni altro non e' che l'impulso
"buono" definito sulle funzioni periodiche di sopra.
Da cio', per il teorema di Stone, mi pare che la scelta di un
altro operatore impulso NON puo' dar luogo alle traslazioni
usuali *all'interno* della scatola (dovrei pensarci un po'
con calma perche' non e' completamente ovvio).
Ciao, Valter
Received on Mon Jun 22 1998 - 00:00:00 CEST
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