dal NG it.cultura.filosofia
La lettera di Carlo Pierini riportata da Davide Fasolo e il commento di
Roberto Piccoli mi offrono la possibilit� di proporre la discussione su un
argomento che sento come importante: la contrapposizione tra "pensiero
scientifico occidentale" e "filosofia orientale". Contrapposizione che, tra
l'altro, la New Age invita a superare sostenendo che la fisica moderna pi�
avanzata (in particolare la meccanica quantistica), la psicologia Junghiana
ed il pensiero tradizionale orientale si confermerebbero e sosterrebbero a
vicenda.
Premetto che non sono un esperto di alcuna di queste discipline e che,
soprattutto, non intendo difendere alcuna posizione preconcetta ma vorrei
utilizzare questo mezzo di comunicazione per consentire a chi ne sa pi� di
me di integrare le proprie conoscenze (e le mie). Naturalmente non posso
tentare spacciarmi per completamente neutrale... tendenzialmente potrei
"etichettarmi" come "determinista".
In particolare, dicevo, sembrano cercarsi nella "indeterminatezza"
quantistica, in certi fenomeni (che si dice siano osservabili) di
"misterioso" legame tra particelle subnucleari e nella teoria della
sincronicit� junghiana, dei paralleli con il pensiero orientale
caratterizzato da una visione della realt� in cui gli eventi non sono legati
da rapporti di causa-effetto.
Questo perch� la fisica quantistica parrebbe sostenere che la realt�, a
livello subatomico, segua leggi diverse da quelle del determinismo causale e
ipotizzi legami tra particelle, e tra eventi, di altro tipo (quale?). Da
parte sua la teoria degli eventi sincronici avvalorerebbe un'ipotesi del
genere anche per gli eventi a livello macroscopico (uso insistentemente il
condizionale per riaffermare con chiarezza che sto ponendo domande e
chiedendo chiarimenti a chi ne sa di pi� e non sostenendo alcuna
tesi).Sembra sia esistito anche un importante scambio di opinioni tra C.G.
Jung ed il fisico W. Pauli a cui � seguita anche la pubblicazione parallela,
all'interno di una stessa opera, di due saggi.
Uno "storico" testo divulgativo da cui sto traendo attualmente informazioni
� "Il Tao della fisica " di F. Capra.
La mia attuale opinione � che i due atteggiamenti filosofici di cui sopra,
quello orientale e quello occidentale, facciano riferimento a due diversi
ambiti dell'umana esperienza del mondo; non contrapposti ma neppure
necessariamente sovrapponibili o in accordo, ma che si occupano
sostanzialmente di realt� completamente diverse: il pensiero "occidentale"
si � concentrato sul mondo esterno cercando di coglierne le leggi per
modificarlo ed adattarlo ai propri scopi; quello "orientale" ha rinunciato
allo scontro diretto con le cose ed ha preferito ripiegarsi verso il
didentro, l'interiorit� del soggetto, lavorando sulla modificazione ed il
perfezionamento del proprio Io piuttosto che sulla realt� esterna (la
filosofia Zen sostiene chiaramente la regola della non opposizione al
naturale flusso delle cose).
Forse a questo proposito Roberto Piccoli � d'accordo con me (quando parla
della inconciliabilit� di "argomentazione" e di "narrazione") se dico che il
mondo occidentale si � sviluppato tecnologicamente grazie alla CONDIVISIONE
dell'esperienza individuale e delle informazioni, mettendo cio� in comune le
conoscenze di ognuno attraverso la comunicazione simbolica (linguaggio,
matematica e quindi attraverso la logica), mentre l'oriente ha conosciuto un
enorme sviluppo nell'ambito della "saggezza" della conoscenza della natura
umana interiore, respingendo esplicitamente il valore del linguaggio e del
pensiero analitico. Quello che poi � successo � che noi occidentali, dopo
secoli di "alienazione", stiamo tornando in noi stessi (e questo ci porta ad
avvicinarci al misticismo orientale) mentre l'oriente sta assorbendo
l'enorme mole di conoscenze che noi abbiamo nel frattempo sviluppato.
Ma non diventa una inutile forzatura voler sostenere che la realt� fisica
avrebbe una struttura "indeterminata" analoga a quella intuitiva,
irrazionale, immediata, non analitica ecc... forma di conoscenza che abbiamo
della nostra interiorit�?
Quello, poi, che io credo falsifichi la nuova visione del mondo che sembra
essere attualmente in corso di sviluppo � una certa confusione che mi sembra
di cogliere in tutto questo voler contrapporre ad un presunto freddo
"materialismo deterministico" un vago concetto di "spiritualit�". A volte
temo si tratti solamente della solita vecchia guerra tra "scienza" e
"religione", e che non ci sia in realt� niente di nuovo.
Soprattutto se si tira in ballo il concetto di Dio, come ha fatto il Sig.
Pierini. Possibile che ne abbiamo ancora bisogno? Gi� il termine
"spiritualit�" ha un che di metafisico che stona completamente, come se
fossimo ancora fermi alla obsoleta dicotomia tra spirito e materia...
Non � che abbiamo ancora una volta semplicemente bisogno di credere in
qualcosa? Perch� anche la New Age sembra prendere sempre di pi� aspetti
ritual-religiosi?
Credo che potremmo essere davvero alle porte di un cambiamento epocale, se
riusciamo a non restare avvinghiati alle vecchie e logore coperte di Linus.
Mi scuso ancora una volta per la prolissit� e per non aver mantenuto
completamente fede al proposito di
non difendere opinioni personali, ma almeno ho distinto le due cose...
Spero, come ho detto in apertura, che chi ne sa di pi� (in ogni senso)
accetti la sfida e di faccia vivo...
Stefano.
Received on Sun Jun 21 1998 - 00:00:00 CEST
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