Re: i fisici non dovrebbero insegnare matematica ...
superpollo wrote:
...
> hai idee/proposte al riguardo? parliamone... vediamo su quali criteri
> oggettivi baseresti e tue "scale relative"
L' oggettivit� non deve essere un mito. Se mandi un articolo al Physical
Review Letters, la politica editoriale di quel giornae non pretende
misure "oggettive". Si basa su giudizi soggettivi (che per� non vuol
dire arbitrari o immotivati) di esperti qualificati (che possono
naturalmente sbagliare, essere disonesti, affiliati a tutte le lobby del
mondo...). Con tutto il carico di "soggettivit�" e con tutta la
possibilit� di criticare quel sistema, in qualche modo funziona, almeno
statisticamente: la media degli articoli che appare su Phys. Rev.
Letters � di gran lunga migliore di quello che appare sugli Acta
Physica XXX (sostituire a XXX quel che si vuole, non voglio sollevare
urtare suscettibilit� particolare :-) ).
Sulla didattica ho idee ma basate su fatti. Qui a Trieste, a Fisica da
almeno 20 anni esistono giudizi degli studenti (sotto varie forme, in
alcuni periodi ufficiali, in altri no). Nessuno ha mai creduto che fosse
significativa la differenza tra un 5 e un 6 o che i dati di un anno
fossero necessariamente confrontabili "oggettivamente" con quelli di un
altro.
Ma ti assicuro che la differenza tra un 2 e un 9 � chiara a tutti,
interessati inclusi. A onta della non-oggettivit�, non-scientificit�, e
non-so-che-altro del sistema.
Se a un meccanismo del genere, con tutti i suoi limiti, si aggiungesse
un minimo di feedback positivo/negativo, sarebbe gi� un modo per
innescare circoli virtuosi nel sistema.
E' troppo complicato ? O non sar� che la paura di un giudizio poco
lusinghiero blocca tutto ?
Certo, so bene i limiti e i pericoli di un sistema basato solo sulle
valutazioni degli studenti. Ma quelli si possono affrontare e si
correggono subito dopo, come "perturbazione all' ordine successivo".
...... considera per esempio di voler
> misurare le capacita' professionali di un chirurgo in base alla
> mortalita' dei pazienti, e poi confronta uno che fa trapianti di fegato
> con un chirurgo ortopedico... lo vedi il problema?
I problema lo ha solo chi ha il mito della unica scala oggettiva. Io mi
accontento di una relativa e allora non mi passa neanche per la testa di
confrontare un cardiochirurgo con un ortopedico.
>
> lo stesso accade con la didattica: anche a patto di misurare in modo
> oggettivo la "qualit� della didattica", come puoi tenere conto della
> miriade di condizioni al contorno che determinano tale qualita'?
> (livello di partenza dei discenti, voglia di studiare degli stessi,
> tendenza dei genitori alla giustificazione, colleghi sessantottini,
> presidi che lottano per diffondere un'immagine di facile promozione,
> livello delle infrastrutture informatiche ... e quant'altro ... e questo
> anche volendo ignorare il problema *fondamentale* di come misurare il
> "prodotto finito" )
Vedi sopra. Basta smettarla col mito dell' oggettivit�.
>
> la mia opinione e' che se si ha un minimo di onesta' intellettuale si
> deve accettare che il problema non ha una "vera" soluzione,
> scientificamente solida ... se poi si vuol far politica, beh allora di
> tutto e di piu' ;-) e il capro espiatorio si trova sempre
Per me l' ultima frase � rivelatrice del problema di fondo. Quello di
temere di fare da capro espiatorio. Ma perch� ? Certo, se si ragiona con
la logica della carota e del bastone, uno pu� temere di essere
"bastonato" se risulta l' ultimo in classifica "suo malgrado". O, nel
sistema italiano, di prendere la carota in testa se si � il primo :-) .
Eppure non vedo perch� dovrebbe essere impossibile concepire la
valutazione come indicazione di quanta strada ancora c'� da fare per
migliorarsi.
La cosa paradossale, secondo me, � che se ci pensi un attimo, tutte le
perplessit� che tu (ma non solo tu) sembri avere sull' argomento, non
le accettteresti in bocca a un tuo studente, riferite alla *tua*
valutazione sulla *sua* preparazione :-)
Che garanzia di oggettivit� d� la valutazione di un docente ? La nuda
verit� � che non c'� nessuna garanzia: lo stesso studente, pu� fare
un esame con me e prendere 24, rifarlo con un collega e prendere 28. E
allora ? Solo per questo non si danno voti, non si valuta e non si cerca
di indicare agli studenti cosa fare per migliorare ? Sappiamo tutti che
un singolo voto basso non dice nulla sulla carriera scolastica ma una
edia su decine di esami qualcosa comincia ad indicarla. O no?
Discussioni sull' opportunit`o meno di valutazione della didattica
nella scuola le sento da decenni. Mi piacerebbe molto di pi� che ci
fossero discussioni su esperimenti di valutazione.
E almeno da chi ha un background di fisica, mi aspetterei un'
atteggiamento pi� pragmatico-sperimentale :-)
Giorgio
Received on Fri May 07 2010 - 23:53:32 CEST
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