Re: Rich. pareri su libro "La relatività e la falsa cosmologia" di Marco De Paoli

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 7 Apr 2010 19:45:26 +0200

"mdp" <marcodepaoli_at_yahoo.it> ha scritto nel messaggio
news:069d786d-49a0-46a4-8188-e0bd2b61d5fb_at_k19g2000yqn.googlegroups.com...
> Cocciaro, non possiamo andare avanti a ripetere entrambi le stesse
> cose ad infinitum.

Eh si'. Questo lo penso anch'io. Penso anche che tu continui a ripetere
sempre le stesse cose perche' non riesci a centrare le tue risposte nel
merito. E il motivo per il quale non ci riesci e', a mio avviso, che, senza
aver capito il punto di partenza della relativita', si corre fortemente il
rischio di girare a vuoto senza rendersene conto. E quel punto di partenza
tu non l'hai capito. Questo sempre secondo il mio parere.
In altri termini, secondo me, dovresti prendere in *seria* considerazione
l'idea di *non aver capito* argomenti che altri potrebbero aiutarti a
comprendere. Argomenti che certamente potresti comprendere se solo assumessi
un *reale* atteggiamento di ascolto.

> Se tu identifichi il tempo con il tempo misurato
> degli orologi, allora evidentemente non ha senso parlare di un tempo
> oltre al tempo misurato.

Marco, io non identifico nulla. Semplicemente ho provato a spiegarti cosa
intendo con le parole "intervallo di tempo". Ho poi chiesto a te di fare
altrettanto. Di spiegarmi cosa intendi con le parole "tempo vero". In
particolare ti ho chiesto di spiegarmi se il tuo "tempo vero" ha una qualche
relazione con cio' che io chiamo tempo. Ma tu non l'hai fatto. E'
possibilissimo che tu creda di averlo fatto. Ma quello che e' certo e' che
io continuo a non capire cosa tu intenda con le parole "tempo vero", o
meglio, a me pare chiaro che tu continui ad usare le parole "tempo vero"
sorvolando totalmente su cio' che l'umanita' ha compreso con l'avvento della
relativita'.

Tu sei ovviamente libero di non identificare. Ma intanto dovresti spiegare
cosa sarebbero questi concetti non identificabili. Mi hai parlato di
pavimento e mattonelle. Io ti ho spiegato cosa sarebbe la mia mattonella (e'
cio' che si misura con l'orologio). Le altre mattonelle cosa sarebbero? Tu
*non* lo hai spiegato!!!
Non mi hai detto:
"un conto e' la mattonella che dici tu, altro conto e' questa altra
mattonella, che e' in questa relazione con la tua mattonella ma non e' ad
essa identificabile. Poi ci sarebbe questa terza mattonella, anch'essa
distinta dalle prime due ... Tutte queste mattonelle hanno pero' qualcosa in
comune. C'e' un concetto che le accomuna tutte. Quel concetto io lo chiamo
tempo vero".

Non c'e' alternativa. Per non girare a vuoto dovresti affrontare i punti
riportati sopra. Prima di parlare di pavimento e mattonelle dovresti
spiegare cosa sarebbero questi "tempi relativi" che, secondo te, sarebbero
unificati nel concetto di "tempo vero".

> Se invece non si identifica il tempo con il
> tempo misurato, allora � lecito presupporre (con Newton) un tempo
> reale non misurato n� misurabile (tu chiamalo come vuoi, io lo chiamo
> Tempo ma potrei dire Aion in greco che non � Cronos: infatti parlo di
> tempo assoluto). Tu poi dici che oggi la fisica non sa che farsi di un
> tempo non misurabile, ed io ne prendo atto (anche se lo reputo un
> errore foriero di gravi fraintendimenti quando si passa dalle
> equazioni al mondo reale). Se queste considerazioni ti risultano
> incomprensibili e oscure, non posso farci niente.

Da quanto dici sopra l'unica cosa che capisco e' che preferisci Aion a
qwert. Benissimo, usiamo la parola Aion. Sta di fatto che questo:

"Se tu identifichi l'Aion con il tempo (cioe' con cio' che si misura con gli
orologi), allora evidentemente non ha senso parlare di un Aion oltre al
tempo. Se invece non si identifica l'Aion con il tempo, allora � lecito
presupporre (con Newton [ma Newton il tempo non lo misurava con gli orologi?
In questo non direi che si discostasse da Einstein. Certo, poi Einstein ha
detto a Newton che ci dobbiamo attenere veramente a quanto dicono gli
orologi, non presupporre noi che gli orologi si comporteranno in un dato
modo. Questa *e'* la relativita': il dire a Newton che ci dobbiamo attenere
veramente a quanto dicono gli orologi]) un Aion non misurato n� misurabile.
Tu poi dici che oggi la fisica non sa che farsi di un Aion non misurabile,
ed io ne prendo atto (anche se lo reputo un errore foriero di gravi
fraintendimenti quando si passa dalle equazioni al mondo reale). Se queste
considerazioni ti risultano incomprensibili e oscure, non posso farci
niente."

non spiega in alcun modo cosa sarebbe questo Aion.
Ti posso assicurare che io non identifico il tempo con l'Aion. Non lo
identifico nemmeno con il Paiort, ne' con il Vestiq. Tutti e tre questi
concetti sono per me totalmente vuoti (quindi non li identifico affatto con
il concetto di tempo che per me non e' affatto vuoto). Per me l'Aion e'
esattamente identico al Paiort e al Vestiq. Immagino che anche per te i
concetti di Paiort e Vestiq siano vuoti. Bene, se io ti parlassi di Paiort,
tu non mi chiederesti di spiegarti innanzitutto cosa intendo con la parola
Paiort? Io sto facendo esattamente quello (da piu' di un mese ormai). Ti sto
chiedendo cosa intendi con la parola Aion, cosa sarebbero le mattonelle che
comporrebbero il pavimento Aion.

> Propongo anch'io un giochino di parole: anzich� sostituire tempo con
> Qwert, sostituisci Einstein con "il signor Rossi". Se dunque avessi
> detto: "il signor Rossi dice che da un treno in corsa vede una pallina
> cadere in perpendicolare, ma il signor Rossi non considera l'aria che
> la spinge all'indietro a parabola mentre il treno avanza", tu non
> avresti battuto ciglio. Ma se dico: "Einstein dice che da un treno in
> corsa vede una pallina cadere in perpendicolare, ma Einstein non
> considera l'aria che la spinge all'indietro a parabola mentre il treno
> avanza", ecco il finimondo: "� incredibile", "� roba dell'altro
> mondo", che "spassoso passaggio", "che dice questo?", "capisce meno di
> un cavallo!", "butta al macero i tuoi libri!", "studia, asino!".
> Questo � l'effetto del Principio di Autorit�.

Marco, te lo dico con estrema sincerita':
penso proprio che tu non ti renda conto di quanto arroganti ed offensive
siano alle volte le tue parole (quelle riportate sopra sono un ottimo
esempio di offese gratuite condite da una buona dose di arroganza).
Poco conta che tu possa aggiungere che non ti riferivi a nessuno in
particolare. Che non vuoi offendere nessuno, che fai solo un discorso in
generale sui guasti che potrebbe causare il principio di autorita'. Sei
comunque offensivo perche' quel principio non e' stato invocato da nessuno.
Gli spassosi passaggi sono tali non a causa del principio di autorita'. Puoi
anche sostituire Einstein con il signor Rossi, ma non cambierebbe
assolutamente nulla. Lo spasso sarebbe esattamente identico.

Io ritengo che tu abbia avuto dei pessimi maestri sulle questioni
riguardanti la relativita'. Ma non ti dico "prova a ragionare con la tua
testa invece di ripetere quanto ti hanno detto degli ignoranti che ti
parlavano di relativita' senza conoscerla per niente". Non te lo dico
perche' ritengo che tu stia ragionando con la tua testa. Che poi la tua
testa sia stata fuorviata dalla lettura di quanto scritto da ignoranti
potra' anche essere vero (e io ritengo che sia vero). Permane il fatto che
io non ritenga che tu abbia messo la tua testa al servizio degli ignoranti
che hai avuto come maestri. Chi mi sta parlando sei tu. E' a te che chiedo
conto di cio' che dici. Ti parlo come si parla ad una persona capace di
ragionare, non come si parlerebbe ad uno stupido capace solo di fare il
portavoce.
Tu potrai anche ritenere che la mia testa sia stata fuorviata dalla lettura
di scritti di Einstein, o Poincare', o Reichenbach, o altri. Permane il
fatto che sia io colui che ti sta parlando. E gradirei essere considerato
come persona capace di ragionare. Non come persona capace di fare il
portavoce.
Se ti dico (io come tutti) che non riesco a capacitarmi su come tu possa
ritenere che, in assenza di attrito, tanto dal treno quanto dalla stazione
si vedrebbe cadere la pallina in linea retta, te lo dico per motivi che
prescindono totalmente da Einstein e dal signor Rossi. Te lo dico perche'
*io* non riesco a capacitarmi su come tu possa commettere un errore simile
(tanto che una parte di me continua a dire "non e' possibile che sostenga
cio', devo aver capito male").

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire) 
Received on Wed Apr 07 2010 - 19:45:26 CEST

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