"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:8177ruFqu9U2_at_mid.individual.net...
> Se A=B+C, i due tubi di flusso mantengono sezione costante prima e
> dopo la biforcazione, e non c'e' ne' variazione di velocita' ne' di
> pressione.
Approfitto per una seconda domanda ;-)
Se ho un tubo di flusso orizzontale, che cresce di diametro (come un tronco
di cono con asse orizzontale), di certo avr� che dove la sezione � maggiore
e la velocit� minore, ci sar� pure una pressione pi� alta. Se il fluido
fosse, per�, reale, si potrebbe riscrivere B. includendo un termine che
tenga conto della perdita di carico?
Lo dico perch� se immagino essere importanti le perdite di carico, mi viene
pure da dire che a tal tubo si potrebbe applicare con buona approssimazione
Poiseuille (anche se, si capisce, il tubo non � proprio cilindrico). Se,
all'opposto, le perdite fossero trascurabili, si potrebbe applicare B con
buona approssimazione.
E per le "vie di mezzo"? Come quantificare la situazione in cui alla base
maggiore non ho tutta la caduta di pressione che mi aspettavo con P., perch�
per B. la pressione deve aumentare? O, al contrario, come comportarmi se
alla base maggiore del mio tronco di cono trovo un incremento di pressione
minore di quanto previsto da B., perch� ci sono effetti di attrito?
Da qualche parte leggo relazioni del tipo:
- R Q = Delta.P + delta.Ec + delta.Egr (1)
(tutti i termini sono energie per unit� di volume; R = resistenza e Q =
portata); se il fluido � ideale, RQ = 0, e ricadiamo in Bernoulli; se �
reale e il tubo � orizzontale e cilindrio, abbiamo Poiseuille.
Ora io sapevo che era da Navier-Stockes (non so se ho scritto bene) che
derivavano tutte le altre relazioni: � forse la (1) derivabile
dall'equazione generale della fluidodinamica, quale caso particolare in
certe (quali) condizioni? Certo � che ha una sua... logica... no?
Grazie,
Giovanni Piromallo
Received on Mon Mar 29 2010 - 22:14:44 CEST
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