"Elio Fabri" ha scritto nel messaggio
news:ahpv12Fqrd1U2_at_mid.individual.net...
ebrg ha scritto:
> ...
> Il conduttore, come è noto, si riscalda per effetto Joule.
> Ma se il campo e.m. è un oggetto fisico, e quindi possiede energia,
> dovremo tener conto, oltre che del calore associato alla presenza di
> corrente, anche del calore generato nel conduttore dal flusso del
> vettore di Poynting entrante attraverso la sua superficie. Tale calore
> è quantitativamente uguale a quello dovuto alla corrente
> ...
> Dunque, se si assume che il campo e.m. sia un oggetto fisico, il
> calore che si sviluppa nel conduttore risulta essere il doppio di
> quello che usualmente si calcola.
La risposta è molto semplice.
Non devi tener conto "anche": si tratta solo di due diversi modi per
calcolare la stessa cosa.
Ecco perché il risultato è esattamente lo stesso :-)
--
Elio Fabri
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Non c’è dubbio che si tratti di due modi diversi di calcolare il calore
generato in un conduttore percorso da corrente.
Ma il campo e.m. che genera la corrente che dà origine al calore è anche
quello stesso che possiede quella quantità di energia che entra nel
conduttore sottoforma di flusso del vettore di Poynting dando origine a una
quantità di calore uguale a quella originata dalla corrente.
Noi possiamo, ovviamente, interessarci solamente a uno o solamente all’altro
dei due modi in cui il calore viene generato, ma rimane il fatto che nella
teoria e.m. maxwelliana, così come essa viene usualmente
proposta/interpretata, essi sono presenti entrambi simultaneamente perché il
campo e.m. in gioco (considerato un oggetto fisico) è il medesimo per
entrambi e non si vede sulla base di quale ragionamento si possa preferire
un modo respingendo l’altro.
E’ da diverso tempo che cerco di risolvere questo (che a me sembra essere
un) problema di non poco conto a carico dell’elettromagnetismo maxwelliano e
mi sono convinto che per uscirne occorre reinterpretare/ripresentare idee e
concetti usualmente ritenuti inattaccabili (notare che ho scritto
“reinterpretare/ripresentare” e non “modificare l’impianto formale”).
Su questo argomento ho scritto un saggio che mostra come, secondo me, si può
risolvere il problema.
Mi sono anche accorto che il metodo usato per effettuare la
reinterpretazione/ripresentazione può essere esportato nell’ambiente della
Meccanica Quantistica, che da questo modo di ragionare riceve non
trascurabili chiarimenti e illuminazioni.
Per questo il saggio, che si presenta un po’ corposo perché macina tanti
punti e perché a me piace chiarire tutto il più possibile, è intitolato
“Reinterpretare l’Elettromagnetismo maxwelliano per spiegare la Meccanica
Quantistica” e parte da una analisi critica del Teorema di Poynting fino ad
arrivare al Teorema di Bell. Si trova in
http://fisicarivisitata.wordpress.com/.
Sarei felice se chi è interessato lo leggesse criticamente e inviasse
commenti.
Enrico Borghi
Received on Sun Dec 02 2012 - 11:08:50 CET