Re: trasformazione irreversibile isocora

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Sun, 21 Mar 2010 11:39:47 +0100

Giorgio Bibbiani wrote:
...
> oppure con un'interpretazione forzata dell'aggettivo isocora
> potrei immaginare che il sistema fosse contenuto in un cilindro
> chiuso alle due estremita' da due stantuffi a contatto con due
> ambienti a pressione diversa, spostando gli stantuffi in modo
> da mantenere costante il volume del sistema allora il lavoro
> eseguito dal sistema sull'ambiente sarebbe non nullo.
...

Non avevo letto il tuo messaggio. E ho risposto troppo in fretta. In
effetti, di norma le trasformazione isocora prevede che il volume resti
costante *durante* la trasformazione (ma sull' uso uniforme della
terminologia termodinamica ci sarebbe molto da dire...).
Il tuo esempio dei due pistoni per� non lo capisco bene: se hai
pressioni diverse vuol dire che agiscono con forze diverse. Come
mantieni costante il volume ?

In realt� preferisco concentrarmi sull' autocritica :-)
A parte la questione della definizione di isocora, introdurre l' attrito
del pistone � sempre sorgente di dubbi e problemi (tutto gira attorno
alla definizione esatta di qual � il sistema termodinamico e quale l'
ambiente).

Mi sembra che un esempio molto pi� semplice da analizzare sia il caso
del mulinello di Joule: la trasformazione implica lavoro (irreversibile)
in un sistema a volume costante.
Qui il lavoro � fatto da forze esterne *sul* sistema.
Posso avere lavoro fatto *dal* sistema sull' ambiente, p.es. sfruttando
un flusso interno che poi decade per attriti.

Giorgio
Received on Sun Mar 21 2010 - 11:39:47 CET

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