La diffrazione negli obiettivi fotografici
Un saluto a tutti.
Come e' noto a chi pratica la fotografia, gli obiettivi fotografici di buona
qualita' e molto luminosi, forniscono immagini scadenti alla massima
apertura (ad es, f/1.4), a causa delle numerose aberrazioni (sferica,
astigmatismo, coma, cromatica etc). (Mi sto riferendo a obiettivi che
abbiano come copertura il formato 24 x 36 mm).
La nitidezza migliora molto se si chiude il diaframma 3-4 stop (f/5.6),
poiche' alcune delle suddette aberrazioni vengono meglio corrette, e ci si
aspetterebbe che chiudendo ancora la qualita' migliori.
Invece oltre f/8 la qualita' diminuisce progressivamente a causa del
fenomeno della _diffrazione_.
C'e' una cosa qui che non riesco a capire. L'apertura *relativa* (f/...) e'
il rapporto fra il diametro del foro del diaframma e la lunghezza focale.
Tale diametro, a parita' di apertura relativa, aumenta all'aumentare della
focale. Come mai il fenomeno di cui ho detto, si verifica piu' o mento nella
stessa misura in tutti gli obiettivi (parlo dei migliori), dai
supergrangangolari (focale 20 mm) fino ai teleobiettivi (focale 300 mm). Mi
aspetterei che l'effetto della diffrazione dipendesse dall'apertura
*assoluta*, cioe' dal diametro effettivo del foro del diaframma, per cui
dovrebbe incidere moltissimo sui grandangolari e pochissimo sui
teleobiettivi.
Grazie di eventuali risposte o chiarimenti.
Antonio
Received on Sun Mar 14 2010 - 16:32:13 CET
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