On Mar 3, 4:06�pm, "Tommaso Russo, Trieste" <tru..._at_tin.it> wrote:
> Nota bene che il verso del tempo si applica alla *nostra* conoscenza dei
> fenomeni, non alla sequenza degli stessi: un fenomeno puo' essere noto
> (a noi, ma anche ad uno strumento di misura) solo *dopo* che si e'
> verificato; da un fenomeno noto posso *prevederne* altri che debbono
> ancora accadere, ma anche altri gia' accaduti, anche *prima* del
> fenomeno di cui sono a conoscenza. In entrambi i casi sono in grado di
> cercare conferme al fenomeno previsto. Il prefisso del verbo "prevedere"
> non si applica al fenomeno previsto, ma alla nostra conoscenza di esso.
Per te la "casualita'" dei fenomeni <<a venire>> si deve ad una
incompleta conoscenza "del fenomeno in se'" oppure delle regole
(diciamo le relazioni di causa-effetto) che legano tra di loro gli
eventi?
Tu dici:
_at_@@@@@@@@@@@@@@@
Un fenomeno e' un insieme di eventi osservabili, ossia tali da
provocare
modifiche permanenti (registrazioni) in un rilevatore (osservatore o
strumento di misura: formati da rivelatori e registratori).
_at_@@@@@@@@@@@@@@@
Suppongo che tu stia dando alle tue parole l'accezione comune.
Un evento e' un punto dello spaziotempo.
Un fenomeno e' una <<linea>> nello spztmp.
Che tipo/tipi di relazione causale dobbiamo inventarci per costruire
un fenomeno a partire da eventi?
Una relazione di causa effetto ha in se' il concetto di "Successione"
tra queste entita'[causa ed effetto] mentre in un continuum cio'
risulterebbe impossibile!
Received on Wed Mar 03 2010 - 17:14:13 CET
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