Giovanni Lagnese ha scritto:
> "Tommaso Russo, Trieste" <trusso_at_tin.it> ha scritto
>> Un fenomeno e' un insieme di eventi osservabili, ossia tali da
>> provocare modifiche permanenti (registrazioni) in un rilevatore
>> (osservatore o strumento di misura: formati da rivelatori e
>> registratori).
> Il problema � che tu sei consapevole che il rilevatore � attendibile, in
> virt� di assunzioni teoriche implicite.
Assunzioni teoriche? Tu stai parlando di rilevatori postscientifici: ad
esempio, un rilevatore di fumo formato da un rivelatore di opacita'
associato a un po' di intelligenza artificiale. Nel *pre*scientifico, il
rilevatore sono io, e i rivelatori sono i miei sensi. Attendibili per
definizione.
>> Le teorie scientifiche sono ipotesi (soggette a verifiche
>> "corroboranti" o a falsificazioni invalidanti)
>
> Questo punto di vista popperiano non � del tutto condivisibile. Ad
> esempio, non sempre le falsificazioni sono invalidanti, ma a volte si
> preferisce mettere in discussione i presupposti della misurazione (o
> osservazione) piuttosto che la teoria. Vedi neutrino di Fermi.
Punto di vista popperiano?? Se l'avessi adottato qui, non avrei mai
parlato di corroborazione, che e' un concetto squisitamente pragmatico
(Pierce, Vailati: "conferma delle credenze"). La falsificazione di una
teoria non porta *mai*, in prima istanza, ad un rigetto: la mente umana
in merito e' conservativa e sparagnina, e cerchera' sempre di aggiustare
l'esistente che non funziona bene, prima di gettarlo via e ricostruire
da zero: cosa che si rende necessaria quando un "cambio di paradigma"
alla Kuhn sembra piu' economico, esattamente come quando sembra piu'
economico demolire ed edificare ex novo piuttosto che un restauro
conservativo. Tuttavia, e' innegabile che alcune teorie siano state
falsificate dall'evidenza empirica in modo da renderne impossibile una
modifica e causarne un rigetto totale. La teoria del moto di Aristotele,
ad esempio.
>> Il concetto di fenomeno e' prescientifico
>
> Non sono d'accordo. Io penso che il concetto di fenomeno possa essere
> indagato con i metodi della scienza stessa
Questo senz'altro, ma lascerei perdere il paragone proposto:
> (un po' come in logica matematica si usa la matematica per fare metateoria sulla matematica)
su cui invece ci sarebbe da discutere parecchio, non essendo affatto
acquisito.
Io credo che il concetto di "fenomeno", come insieme di eventi (nel
senso di "accadimenti") che meritano la nostra attenzione, lo
condividiamo con gatti, cani ed altri animali anche di ordini
"inferiori" (anche se loro non sono in grado di verbalizzarlo). In
questo senso, e' sicuramente suscettibile di indagine scientifica
(*post*scientifica o teorica). Ma come *nostro* concetto cognitivo e' un
concetto primario su cui si basa tutta la conoscenza scientifica che ne
deriva.
>> Le uniche "teorie" preesistenti alle teorie scientifiche sono
>> l'ipotesi di realta' (le nostre percezioni sono dovute ad una realta'
>> esterna) e il verso del tempo nell'acquisizione delle conoscenze (noto
>> un fenomeno, potrei dedurne altri, anche se non osservati, verificando
>> a posteriori se la deduzione era corretta).
>
> Penso che ci siano anche altri presupposti, ad esempio presupposti di
> teoria della probabilit�. Ad esempio l'induzione, che viene
> problematizzata nel dilemma dell'induzione di Hume. La fiducia nelle
> inferenze bayesiane � anch'essa un presupposto.
Si', su questo posso concordare: ma non stai parlando di teorie. Io
penso che il metodo d'induzione e il teorema di Bayes (o meglio, una sua
variante approssimante, in grado di dare le stesse stime qualitative ma
non quantitative - nella stima delle probabilita' regolarmente
sbagliamo) siano "hard coded" nei circuiti neurali di ogni essere
vivente dotato di neuroni. Il che non da' loro alcuna dignita'
scientifica: dimostra soltanto che, *sulla Terra*, e *nell'ultimo
miliardo di anni*, l'induzione e una variante del teorema di Bayes sono
state una strategia cognitivo/comportamentale che ha portato ad un
vantaggio evolutivo.
> Giovanni
--
TRu-TS
Conoscenza non e' ricordare le cose,
ma ricordare in che libro cercarle.
Beniamino Placido
Received on Thu Mar 04 2010 - 01:28:15 CET