On 27 Feb, 14:00, Army1987 <army1..._at_foo.invalid> wrote:
> On Thu, 18 Feb 2010 01:40:51 -0800, Luciano Buggio wrote:
> > Supponiamo adesso che la "debole" emissione consista in una nuvola di
> > particelle composta da un miliardo �(un numero a caso, molto grande) di
> > esse, e supponiamo che la probabilit� che ciascuna di queste perticelle
> > produca l'effetto a cascata sia 1/5.000.000.000. Dovremo fare 5 lanci
> > per avere, mediamente, �un puntino sullo schermo.
> > Efficienza quindi (rispetto ai lanci) 20%.
>
> No. A ogni lancio otterresti un numero di puntini distribuito
> poissonianamente: zero puntini con il 81.9% di probabilit�, un puntino
> col 16.4%, due puntini con l'1.6%, tre puntini con lo 0.1%...
Ti ringrazio della precisazione.
Naturalmente la situaizone cambia di poco.
Avevo gi� masso nel c onto che, data la mi aipotesi della "nuvola" di
L.fotoni che investe entrambe le fenditure, ogni qualtanto scattano
entrambi i rivelatori.
Ed � quanto si osserva sperimentalmente:
Ti ricopio un brano tratto da F.Selleri- ( Paradossi e Realt�, Saggio
sui
fondamenti della Microficisa , pag.74-75,-Bari. Laterza 1987:
Selleri � ordinario di fisica teorica all'Universit� di Bari.)
invitandoti a considerare l'ultimo capoverso
"(....) Che cos'� una singola emissione atomica? Questa � una domanda
pi�
elementare e pi� fondamentale, rispondendo alla quale potremmo capire
tante
cose sulla luce e sugli atomi stessi che la emettono. Pertanto
chiediamoci:
� possibile avere delle sorgenti in cui un solo atomo emette luce? La
risposta positiva viene per esempio dai Fisici Dagenais e Mandel, che
nei
loro esperimenti hanno uisato come sorgente luminosa un tubicino
metallico
dal quale � stata tolta l'aria e nel quale viene fatto propagare un
fascetto
di atomi di bassa intensit�. Una piccola parte del tubicino � stata
tagliata
via e sostituita da una parete di vetro perfettamente saldata alla
restante
parte metallica. Naturalmente il vetro � trasparente alla luce
evenutualmente emessa da atomi propagantisi dentro il tubicino.:
questa
"finestra" di vetro costituisce, appunto, la sorgente della luce da
studiare.
Le cose sono sistemate in modo tale che un solo atomo alla volta "si
affacci" alla finestra.
Molto raramente pu� accadere che pi� di un atomo sia
"visibile" attraverso il vetro, ma la rarit� di un tale evento
garantisce
appunto che nella stragrande maggioranza dei casi si stia studiando
proprio
una _singola emissione atomica_ In media accade che un certo atomo
visibile
attraverso il vetro sia gi� sparito ad un'estremit� della finestra,
prima
che l'atomo seguente compaia all'estremit� opposta.
-----------------
Ecco: gli scatti simultanei si osservano, ma sono attribuiti a *due"
conntemporanee deboli emissioni.
>
> > Qualcuno mi dimostri perch� questo ragionamento � una stronzata. O
> > meglio, certamente non �, in s�, �un stronzata: la vera domanda �:
> > "Perch� non � adatto a riprodurre ci� che si osserva sperimentalmente?"
> > Che controndicazioni ha?
>
> Non ricordo di aver mai visto un fotone interagire simultaneamente due
> volte, tanto meno che succede il 10% delle volte in cui interagisca una
> volta... Poi potresti immaginare un meccanismo per cui l'interazione di
> una particella impedisca alle 999.999.999 sorelle, ma non a tutte le
> altre, di interagire, ma c'� il rasoio di Occam...
Confesso di non acer capito nulla di quanto dici qui.
Puoi essere pi� chiaro?
Luciano Buggio
http://www.lucianobuggio.altervista.org
Received on Thu Mar 04 2010 - 11:37:21 CET