Re: Domanda sulla Relatività Ristretta

From: Eustachio Manfredi <wmaxbri_at_gmail.com>
Date: Thu, 10 Aug 2023 05:32:24 -0700 (PDT)

Il giorno mercoledì 9 agosto 2023 alle 16:50:04 UTC+2 El Filibustero ha scritto:
> On Wed, 9 Aug 2023 03:28:35 -0700 (PDT), Alberto Rasà wrote:
>
> >> Qui la velocità della luce non compare neanche, infatti si può
> >> usare qualunque segnale (anche qualcuno che va a piedi da
> >> Oa a Ob!) l'unica ovvia richiesta è che il segnale impieghi
> >> metà del tempo per andare da Oa a Ob e metà per tornare
> >> indietro.
> >>
> >
> >Sarà "ovvia" per te ma non per un fisico.
> >Quella che per te è una richiesta ovvia,
> >per la fisica è un'assunzione arbitraria.
> E' una questione di logica. A proposito di ovvio, mi sembra ovvio che
> MEB intendesse:
>
> per avere l'equivalenza logica tra (la sincronizzazione standard che
> usa c) e (questa che non usa c), e' ovviamente necessario richiedere
> (in quest'ultima) che il segnale impieghi meta' del tempo per andare
> da Oa a Ob e meta' per tornare indietro.
>

Nel post di risposta a Bruno Cocciaro del 6 agosto 2023 alle 08:05:05 UTC+2


cercavo di spiegarli perché secondo me la sincronizzazione non standard (in particolare quella assoluta) non *basa su* quella standard, nè, come ha sostenuto dopo, "tutte le sinc. si basano sul secondo postulato". Per questo ho elencato alcuni metodi di sincronizzazione standard, tre per l'esattezza, e poi ho descritto quelli per la sincronizzazione assoluta.

Riporto i tre metodi equivalenti "standard". Avevo detto:


" [...] il modo più semplice per sincronizzare in modo standard due orologi relativamente fermi è di inviare un segnale luce da uno a l'altro: se il primo (Oa) fa partire il segnale al tempo t, l'altro orologio (Ob) viene regolato su t+d/c (dove d è la distanza tra gli orologi)."

Poi ho continuato con un altro metodo dicendo:



Ci sono altri modi per sincronizzare standard. Se non vogliamo utilizzare la velocità il della luce possiamo fare come suggerisce Einstein. Basta mandare un segnale avanti e indietro: Oa invia il segnale al tempo t1(segnato da Oa), Ob riceve al tempo t2 (segnato da Ob ancora non sinc.). Ob riflette subito indietro il segnale che giunge a Oa al suo tempo t3. Ob regola il suo orologio ponendo t2=t1+(t3-t1)/2.

Qui la velocità della luce non compare neanche, infatti si può usare qualunque segnale (anche qualcuno che va a piedi da Oa a Ob!) l'unica ovvia richiesta è che il segnale impieghi metà del tempo per andare da Oa a Ob e metà per tornare indietro."

Poi come terzo metodo equivalente ho analizzato quello che proponeva Cocciaro.






Quindi, nel secondo metodo, sto parlando ancora della sincr. standard indicando il modo proposto da Einstein nel suo lavoro originale. Con questo metodo non è necessario conoscere il dato numerico della velocità della luce, ma soltanto supporre che sia isotropa, cioè che impieghi metà del tempo per andare da Oa a Ob e metà per tornare indietro. Ho aggiunto di mio, e lo ribadisco, che qualunque altro segnale potrebbe svolgere il ruolo del segnale luminoso con l'unica OVVIA ipotesi che "il segnale impieghi metà del tempo per andare da Oa a Ob e metà per tornare indietro" cioè esattamente l'ipotesi (la stipulazione dice) che Einstein fa sulla luce, perchè se non fai questa ipotesi è OVVIO che non puoi settare l'orologio Ob sul tempo t2=t1+(t3-t1)/2 cioè tempo di emissione del segnale t1 + metà del "tempo di volo" del segnale.



Il segnale di cui parlo può essere qualunque: un onda sonora, una palla di cannone sparata e risparata indietro, un segnale su un cavo elettrico, una cicogna che vola avanti e indietro o uno che cammina. Certamente alcuni non sono segnali affidabili anche perché generalmente non hanno moto uniforme, ma il punto non è questo. Il punto è che in ogni caso devi supporre che la velocità di andata sia uguale a quella di ritorno. A me questo pare ovvio, a qualcuno sembra di no, forse perché per fare fisica dice che non si deve usare la logica! :-)

Ciao
MEB
Received on Thu Aug 10 2023 - 14:32:24 CEST

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