Re: Punctum contra punctum <52e68086$0$23123$4fafbaef@reader2.news.tin.it> <52e8ace9$0$1381$4fafbaef@reader1.news.tin.it> <2014013018183421714@mynewsgate.net> <52ebba9a$0$23120$4fafbaef@reader2.news.tin.it> <aM3Hu.19564$Th2.4205@tornado.fastwebnet.it> <52edeb9f$0$1373$4fafbaef@reader1.news.tin.it> <z63Iu.20069$Th2.1862@tornado.fastwebnet.it> <52f2c452$0$1369$4fafbaef@reader1.news.tin.it> <bll2fnF9u66U1@mid.individual.net>
Il 07/02/2014 22:37, Elio Fabri ha scritto:
> Giorgio Pastore ha scritto:
>> Immagino che resterai con la tua opinione. Io ho coscienza che le cose
>> non stann cosi'. Per vari motivi. Non ultimo che per chi ci lavora, il
>> linguaggio formale si integra perfettaemnte con immagini e linguagigo
>> natrale e diventa difficie separarli in modo netto come fai tu.
> Non ho la minima intenzione di discutere con Omega, sai bene perché.
> Se intervengo è solo per dar forza a quello che cito qui sopra,
> raccontando un episodio che mi è capitato pochi giorni fa.
> Non darò tutti i dettagli per ragioni che ora non è il caso di
> spiegare, ma spero di riuscire chiaro ugualmente.
>
> Con un collega e collaboratore, discutevamo circa la realizzabilità di
> una certa trasf. termodinamica.
> In un primo tempo la discussione si teneva su un piano intuitivo, e
> apparivano delle contraddizioni, delle situazioni paradossali, dalle
> quali non riuscivamo a districarci.
> Finché non ho detto, davanti a una lavagna: "senti, scrivimo un po' di
> equazioni e vediamo che cosa viene fuori..."
> Detto fatto: è risultato più semplice di quello che poteva parere a
> prima vista, e le equazioni hanno "parlato" immediatamente e con
> assoluta chiarezza, mostrandoci il perché dei paradossi e limiti sulla
> realizzabiità di quella trasformazione.
>
> La morale è ovvia: sebbene la fisica del problema ci fosse
> completamente nota, finché non ci siamo serviti del giusto *struemnto
> di pensiero* abbiamo continuato a confonderci. Una volta usata la
> (semplice) matematica necessaria, il pensiero ha funzionato con tutta
> la chiarezza che occorreva.
> Niente di originale: si tratta di cose che chi fa nostro mestiere
> incontra di continuo. L'ho voluta raccontare solo perché era fresca e
> cadeva proprio a proposito.
Un simile fraintendimento di ciò che io ho scritto sul rapporto fra il
comprendere e il formalizzare non è giustificato neppure dalle
considerazioni buoniste di Massimo456b.
Usare strumenti già acquisiti e quindi già formalizzati per fare un
passo oltre, non è affatto affidare alla mera forma la comprensione di
un fenomeno, perché quegli strumenti sono stati a loro volta determinati
dai due passi essenziali del processo: *individuazione e interpretazione*.
Come si può pensare - mi si spieghi - come diavolo si può fare a
formalizzare un fenomeno o il condensato di una serie di fenomeni, ossia
astrarre, se non si è individuato con chiarezza e distinzione l'oggetto
di cui si parla e non si è proceduto a un'interpretazione mediante una
qualche teoria?
Forse che la trasformazione di cui parla Fabri non si era capita, come
significato e come teorie di appartenenza prima di formalizzarla?
Sarebbe paradossale affermarlo, no?
Quello che Fabri ha dimostrato con questo esempio è che la mente umana
ha difficoltà a seguire, se non predisponendo sinteticamente il già
noto, delle situazioni molto complesse senza cadere in dimenticanze che
portano a Holzwege o addirittura a contraddizioni. Allora occorre - come
nell'alpinismo - ricorrere a chiodi, ramponi e corde per non cadere nel
vuoto. Ecco una buona analogia per i formalismi.
I problemi già risolti non si fanno rientrare in campo come tali,
altrimenti la mente non può seguire l'articolazione degli innumerevoli
problemi coinvolti in un certo fenomeno, ripartendo ogni volta da Adamo
ed Eva.
Ecco a che cosa serve formalizzare. Mon certo a capire ma a generare
sintesi utilizzabili sotto forma di simboli a esse assegnati. È una
forma di condensazione, come i dadi per brodo, che sostituiscono, ogni
volta che si devono fare i tortellini in brodo, la raccolta di verdure
nei campi e il macellare la vacca per avere la carne :)
E questo lavoro lo si fa solo quando si è capito - altrimenti che cosa
cavolo si formalizza? Che non si è capito? :)
Non scherziamo, per favore.
Fare ordine nelle conoscenze - generando simboli che stanno per interi
capitoli di conoscenze già acquisite - allo scopo di fare un passo
oltre, non è solo della fisica ma di ogni attività umana. Si chiama
'organizzazione mentale'. E l'organizzazione mentale non si sostituisce
al senso dei contenuti, altrimenti criticare Don Ferrante sarebbe a sua
volta a boomerang.
Omega
Received on Sat Feb 08 2014 - 10:30:18 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Wed Feb 05 2025 - 04:23:16 CET