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From: Omega <omega_at_NOyahoo.it>
Date: Thu, 20 Mar 2014 08:34:53 +0100

pietrinipaola1_at_gmail.com

> Visto che siamo in tema vorrei discutere un aspetto per me non
> chiarissimo..
>
> Abbiamo parlato di energia potenziale elettrostatica del sistema
> considerando l'interazione tra la carica "macroscopica" sorgente del
> campo elettrico e la carica "esploratrice" infinitesima posta ad una
> certa distanza da essa.
>
> il punto e': a chi/cosa associamo l'energia potenziale elettrostatica
> cosi' definita ?

Hai detto "sorgente del campo", quindi hai gi� la risposta.
Il trucco della "carica esploratrice infinitesima" intende infatti dire
che tale "sonda" in via di principio non � tale da perturbare il campo
che sta misurando.
Naturalmente � un assurdo per diversi aspetti, primo per la questione
"infinitesima", che non ha alcun senso, poi perch� localmente, per
quanto piccola, questa carica-sonda non pu� non perturbare il campo.
Che conta, se proprio si vuole parlare di una carica-sonda, � che questa
sia di ordini di grandezza pi� piccola di quella misurata, magari senza
vaneggiare di "infinitesimi". Tipo il rapporto fra un satellite
artificiale e la Terra se si parla di gravit�.

Il concetto di "campo" ha il significato di spazio entro cui "un
qualcosa A" in qualche misura ha *influenza" "su un qualcosa B". Il
"qualcosa B" per� deve essere specificamente sensibile al "qualcosa A".
Quindi la tua obiezione "a chi o cosa..." � pi� che legittima.
Infatti di una carica per quanto grande, se non c'� niente entro il suo
spazio di influenza, si pu� dire qualcosa appunto in termini di
influenza? Certamente no.

Non c'� "campo" o "influenza" che non abbia significato di interazione
fra almeno due "qualcosa". In generale, non c'� alcun senso fisico -
oltre che logico - al di fuori delle interazioni fra diversi "qualcosa":
io lo chiamo 'principio di relazione', forse il pi� essenziale ma spesso
ignorato (non esiste niente che non sia definito dal contesto stesso
delle sue interazioni: di qui la critica dello stesso Heisenberg a un
linguaggio definito da un numero di esperienze necessariamente limitato).

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Received on Thu Mar 20 2014 - 08:34:53 CET

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