Re: Michelson e Morley

From: gino-ansel <giselmi_at_alice.it>
Date: Thu, 17 Apr 2014 04:55:30 -0700 (PDT)

      Eseguo i miei minacciosi propositi :-)
Inutile dire che c'e' gente che non riesce a digerire che:
-non si possa parlare di *simultaneita'*
-la velocita' dell'osservatore *non* si componga con quella della luce.
    (Quanto all'etere convengo con Einstein che convenga metterlo da
      parte e caso mai di tirarlo fuori in seguito)
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La Relativita' e' stata costruita su postulati e poi è stata confermata
dalle osservazioni.

Poiche' la R.Ristretta (RR) e' controintuitiva, io fatico ad assimilarla.
Forse partendo dalle *osservazioni* oggi disponibili e prescindendo
da postulati, storia e cronologia, avrei trovato meno difficolta'.
Provo ad abbozzare un'esposizione più adatta al sottoscritto:

1) La velocita' della luce (c) non dipende dalla velocita' dell'emittente:
    lo verifico' De Sitter osservando le stelle doppie.
2) La velocita' della luce non dipende dalla velocita' dell'osservatore:
    cosi' risulto' dagli gli esperimenti Michelson-Morley (MM) dove la
    sorgente luminosa è solidale con l'interferometro. L'apparecchio
    partecipa del moto della Terra, ma in nessuna situazione viene
    evidenziata variazione di c. Poiche' da 1) gia' risulta che c non
    dipende dal movimento dell'emittente, ne deriva che non dipende
    neppure dal movimento dell'osservatore.
3) Molteplici e semplici esperienze dimostrano che un orologio atomico
    risente della gravità come predetto dalla R. Generale (RG).
4) Un orologio atomico in movimento rispetto alla Terra rallenta rispetto
    ad un orologio solidale con la Terra (esperienza Hafele-Keating)
    in buon accordo con quanto previsto dalla RR (depurando i dati
    dall'influenza della gravita' come previsto dalla RG)

Naturalmente le precedenti osservazioni possono essere criticate e magari
anche invalidate, ma, al momento vanno accettate. Esse devono essere
congruenti con i risultati previsti dalla RR la cui struttura matematica non
interessa in quanto al di fuori di ogni possibile sospetto: ci basta sapere
che le espressioni matematiche fondamentali (formalmente identiche alle
trasformazioni di Lorentz) si possono derivare algebricamente dalle
1) e 2), cioè dalla costanza di c aggiungendo il Principio di Relatività:
PR) : se X si muove a velocita' v rispetto a Y, allora
         Y si muove a velocita' -v rispetto ad X
principio su cui non c'e' motivo di dubitare.

Cio' premesso, la RR mi dice che:

A) Se mi fosse possibile misurare-osservare dalla banchina un orologio
     posto su di un treno che viaggia a velocita' prossima a c, lo vedrei
     battere i secondi piu' lentamente del mio orologio e anche il treno mi
     apparirebbe piu' corto.
B) Se io fossi a bordo non noterei nulla di strano, non perché anche il
     mio orologio sarebbe rallentato e il mio metro accorciato, ma proprio
     perché vengono modificati il TEMPO e lo SPAZIO in cui si muove
     il treno.
C) Si è costretti a pensare che Tempo e Spazio si modificano perché
     l'orologio *mantiene memoria* delle variazioni di ritmo subite -4)-
     inoltre la matematica della RR collega indissolubilmente le variazioni
     del Tempo con quelle delle Lunghezze (ossia dello Spazio)

A questo punto, nonostante lo sconcerto, devo ammettere che tutto e'
logicamente collegato e confermato dalle osservazioni. Quindi non è
neanche necessario aggiungere le altre osservazioni sui raggi cosmici,
sugli acceleratori di particelle ecc.

Potrei tentare di ribellarmi e dire, assieme al Lorentz ante-RR, che
i regoli si accorciano perche' le molecole si compattano e che gli
orologi rallentano per davvero?

Potessi, rifarei l'esperimento di Hafele-Keating usando sia orologi
al cesio che Rolex e se risultasse un comportamento simile fra cesio e
ferraglia, essendo assai improbabile che oggetti fisicamente diversi
reagiscano nello stesso modo alle velocita' relativistiche, dovrei
dare la vittoria alla RR, ma ahime' la precisione della ferraglia è
inadeguata.

Allora potrei cercare di dimostrare che c NON e' costante al variare
della velocità dell'osservatore, ma sarebbe tempo perso il pensarci
se ci fossero osservazioni (fatte con criteri diversi da quelli dello
interferometro stile MM) che invece la confermassero.

In effetti MM non mi pare un esperimento inequivocabile: se
effettivamente il regolo si contraesse, cio' spiegherebbe le osservazioni
di MM nell'ipotesi che la velocita' dell'osservatore si componga con c
(che e' quello che diceva Lorentz) quindi il punto 2) sarebbe sbagliato e
l'idea dello *spaziotempo* inutile mentre rimarrebbero in piedi le
trasformazioni di Lorentz (diversamente intese).

Quindi domando:
   
  - Ci sono conferme diverse da MM sulla costanza di c rispetto al
    moto dell'osservatore? (ma non quella falsamente attribuita
    a Maxwell dove non entrano ne' emittente ne' osservatore)
  - Inoltre, tutte le derivazioni dalla RR potrebbero essere
    ugualmente fatte partendo dalle trasformazioni cosi' come le
    concepiva inizialmente Lorentz?

Però, se anche entrambe le risposte mi fossero favorevoli, la RR
resterebbe una possibilità fra due: occorrerebbe dimostrare che la 2)
è proprio sbagliata.

Credo si dovrebbe ragionare sul doppler e sullo slogan *non si sa chi
e' che si muove* ma mi fermo qui, magari ho scritto una sequela di
fesserie e qualcuno mi fara' il favore di segnalarmelo.

Di nuovo, buona Pasqua a tutti.
Received on Thu Apr 17 2014 - 13:55:30 CEST

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