Re: Michelson e Morley

From: gino-ansel <giselmi_at_alice.it>
Date: Sun, 20 Apr 2014 22:29:07 -0700 (PDT)

Il giorno domenica 20 aprile 2014 10:14:03 UTC+2, Louis ha scritto:
 
> E basta fare una comparazione con un po' di testi, come fanno i biblisti
> con i sinottici, per accorgersi che non sono neanche poi così pochi i
> lavori poco comprensibili...

Grazie, ma a mio parere c'è di peggio.

Di fisica non ne so nulla, ma ho giocato parecchio (sono in pensione)
con certi alternatori assiali a magneti permanenti. Inevitabile che mi
siano venute delle curiosita' sull'induzione. In *fisf* un frequentatore
gentilmente cerco' di spiegarmi la questione, ma a me sono rimasti
parecchi dubbi. Prendi ad esempio la legge di Faraday:

<la forza elettromotrice indotta in un circuito chiuso da un campo
magnetico è pari all'opposto della variazione del flusso magnetico
del campo attraverso l'area abbracciata dal circuito nell'unità di tempo>

Perche' <attraverso l'area abbracciata dal circuito> quando le mie
osservazioni mi facevano invece pensare ad una interazione col <filo>?

Per farla breve (la discussione fu assai lunga e collegata ad altre
questioni) mi costruii un aggeggio in grado di far ruotare un magnete
attorno ad un lato di una enorme monospira quadrata: ovvio che che
la <variazione del flusso magnetico del campo attraverso l'area
abbracciata dal circuito> cambia poco spostando di qualche mm il filo
dal centro di rotazione del magnete, ma l'oscilloscopio e il tester
dimostrano che il buon senso vince sulla *forma* della legge di Faraday.

Se il filo è nel centro di rotazione i volt tendono a zero, quindi, in
qualche modo misterioso, l'interazione avviene col filo e non con l'area
della spira.

Per non parlare della coesistenza di Faraday con la forza di Lorentz
(evito di citare cosa pare ne abbia detto Feynman). Al proposito,
leggo in Rovelli <La realta' non e' come appare> che grazie a Einstein:
<il capo elettrico e il campo elettromagnetico si fondono in un concetto
unico, che oggi chiamiamo *campo elettromagnetico*. Le complicate
equazioni scritte da Maxwell per i due campi diventano semplicissime
scritte in questo nuovo linguaggio> e mi domando allora perche' queste
cose semplicissime non vengano proposte a noi buzzurri curiosi.

O se invece semplicissime comunque non sono e, infondo in fondo, la cosa
resta misteriosa, non capisco perche' non lo si ammetta e si voglia farci
crededere che con 4-5 anni di studio potremmo arrivarci anche noi, dato
e non concesso che la zucca ci sorregga.

***

PS. E' giusto però riconoscere che i metodi matematici usati dal mio
interlocutore furono effettivamente in grado di mostrare cio' che poi
l'oscilloscopio rendera' inequivocabilmente palesi: mi sa che la matematica
dei fisici superi le forme verbali usate dai medesimi. Cosa puo' voler
dire questo?
Received on Mon Apr 21 2014 - 07:29:07 CEST

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