Aleph ha scritto:
> Dimostra in realtà anche una cosa meno ovvia, ovvero che (data
> l'assenza d'interazioni, a parte gli urti reciproci) le masse delle
> singole particelle identiche in media sono uguali a M/N e non
> semplicemente alla loro massa di riposo.
Dimostra questo solo se postuli l'additività della massa.
Infatti, per ragioni opposte, chi rifiuta la m.r. deve assumere che la
massa non è additiva.
Come credo di aver già scritto, la cosa è pittosto naturale: i
4-vettori energia-impulso sono additivi, ma i loro moduli non lo
sono.
La tua additività è in realtà quella che vale per la componente
temporale del 4-vettore.
> L'articolo è molto interessante, ma è incentrato sulla posizione di
> Einstein che non esaurisce tutti i punti di vista sulla questione,
> anche se si tratta dello scopritore della formula che lega massa ed
> energia.
Certo. ma lo scopo dell'aticolo era di smantellare una leggenda assai
diffusa: che E. avesse appunto scoperto la variazione della massa con
la velocità.
Invece la scoperta di E. è tutt'altra.
> Il contenuto di energia di un singolo corpo non mi sembra un concetto
> sempre ben definibile in modo chiaro: ad esempio qual è il contenuto
> di energia della Terra in orbita attorno al sole o quello di una
> singola stella all'interno di un ammasso globulare?
Non puoi pretendere che questo sia chiarito nel titolo, ma non ci vuole
molto a leggere tutto l'articolo.
Oppure, se ti fidi, rileggi il mio articolo (e_massa1.pdf) a pag.~4:
le notazioni sono diverse, ma la linea del discorso è quella di E.
E' chiaro che per "contenuto di energia" si deve intendere quella che
in termodinamica chiamiamo "energia interna": non va contata l'energia
cinetica, né l'eventuale en.pot. grav. in un campo esterno.
> Non lo metto in dubbio: ma in quel lavoro Einstein si occupava della
> variazione d'inerzia di un corpo in un sistema di riferimento
> particolare, quello in cui il c.m. è a riposo, senza esaminare il
> caso generale del sistema in moto.
No: l'equazione centrale è questa:
T0 - T1 = (gamma - 1) * eps
che vale in qualunque rif., ma eps misura l'energia perduta, misurata
nel rif. in cui il cdm è fermo.
> Si tratta di uno stato legato costituito da particelle fortemente
> interagenti, che liberano energia (il difetto di massa appunto) nel
> momento della formazione del nucleo.
>
> L'energia cinetica dà in ogni caso il suo piccolo contributo, così
> come l'energia potenziale elettrostatica dovuta ai due protoni.
Qui ti volevo!
Per quanto riguarda l'en. cinetica, puoi certo attribuirla
separatamente ai singoli costituenti.
Ma l'energia potenziale? (non solo elettrostatica, ma anche nucleare
"forte"). A chi la attribuisci? Non puoi separarla.
Qui l'additività va decisamente a ... signore di piccola virtù :)
Su tutto quello che dici dopo, posso solo commentare che parliamo due
lingue diverse.
Io ho speso parecchie energie, in parecchie occasioni, per mostrare i
difetti e i danni didatici della m.r.
Non posso pretendere che tu abbia seguito tutto questo lavoro, né che
ti sia messo a verificare *come in concreto* questa m.r. venga
utilizzata (in pratica mai, se non per esempi ad hoc, e non di rado
scrivendo cose palesemente errate).
Se non ricordo male, questo succede ad es. nella "Fisica di Berkeley".
Per fare un altro esempio che ricordo a memoria, ti cito
l'Alonso-Finn: introduce la m.r. nel Cap. 11, poi non la usa mai,
salvo per uno stupido problema:
"Un elettrone viene accelerato con un potenziale di 200000 V: quanto
vale la sua massa?"
Insomma, la m.r. è solo un feticcio.
Ma sono sicuro che non ti ho convinto...
--
Elio Fabri
Received on Wed Jul 23 2014 - 17:12:36 CEST