Re: Fiamme, microonde e plasmi

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Sat, 23 Jan 2010 22:43:39 +0100

Giorgio Bibbiani ha scritto:
> Tetis ha scritto:
>> Non tanto, ovvero non direttamente. Le micro-onde accelerano la
>> combustione in base ad un meccanismo leggermente diverso che sfrutta
>> molto bene l'energia fornita dalle micro-onde.
>> http://www.patentstorm.us/patents/5370525/description.html
>
> Non hai qualche altro riferimento piu' dettagliato?
> Un brevetto non mi sembra molto affidabile come fonte,
> credo che i funzionari si limitino a verificare il carattere
> di novita' dell'invenzione ma non la sua efficacia,
> inoltre qui si parla di irradiare il combustibile con
> microonde ma contemporaneamente iniettare
> ossigeno,

non l'ho ancora letto, ma da come riassumi parrebbe un
mw-mixing, che preriscalda il combustibile (indi lo presumo
liquido). Vabb� lo legger� in seguito.
Credo cmq che il migliore mixing di per s� sui fumi non
servirebbe a nada, quando sono nel camino li assumo omogenei
(spazialmente, temporalmente no, ma non intendo fare strani
accumuli di fumi, anche perch� dovrei coibentare, boh),
mentre servirebbe riscaldarli per riaccendere alcune
reazioni "frozen".
Mi si potrebbe dire perch� non pensare a un catalizzatore,
ma ammesso di trovarlo, non saprei come risolvere il
problema del controllo zero sul combustibile. Magari basta
un legnetto, che so, impregnato di rame per la putrescenza,
che mi rovina tutto. O un legno che contiene pi� zolfo de
normale,

Ah, poi mi � venuta in mente una cosa ... a proposito del
nucleo di ferrite ad "U" di cui innestare i rebbi aperti nel
tubo. Sulle prime pensavo a un bel tondino termicamente
insensibile. Ma non credo sarebbe adatto : forse, tra il
fumo caldo da un lato, e l'induzione dall'altro, rischierei
di fonderlo (e assorbirebbe uno sfracello di potenza extra
in inutili correnti parassite, vero ?
Dovrei fare una sorta di treccia di fili di ferro isolati
tra loro. Ma non so bene che genere di isolante si
presterebbe. Presumo che almeno la parte non immersa nel
fuoco debba rimanere ben isolata, cos� da non scaldare il
nucleo all'esterno dove proprio � energia persa.
Nella limitata parte che sporge dentro il fumo, ok, se si
riuscisse a mantenere isolata pure quella meglio, ma forse
se anche li l'isolamento brucia via e i fili di ferro si
cortocircuitano, non � un gran male.
Avere delle punte incandescenti potrebbe innescare
l'accensione anche a presindere dal resto. Il punto per�
sarebbe stabilire se le correnti parassite fossero
sufficienti a fondere proprio le punte dei fili dove si
toccano sino a farle sgocciolare gi� ... e temo vivamente
che succederebbe.
A scuola ad AL ho visto che nel fornetto a induzione ci
fondono piccole masse di acciai speciali, e non � poi che
assorbano quella straordinaria potenza. E' solo un modo di
somministrare calore tremendamente efficace nel metallo.
Ergo il nucleo monolitico in tondino che avevo pensato ora
me pare na strunzata ;-) ma quello in treccia di filo
isolato non riesco a pensare come accidenti isolarlo. Il
brutto � che la normale ruggine di ferro non � un grande
isolante. Ci vorrebbe qualche accidente di vetrina ceramica
per resistere alla fiamma, ma la patina ceramica quasi di
certo non si dilaterebbe quanto il ferro, e magari si
distaccherebbe o criccherebbe dopo poche accensioni /
spegnimenti.
Devo pensare se si riesca a raggiungere una accettabile
massa attiva di ferro avvolgendo dei fili in un nastro di
tessuto di fibra di vetro termico da guarnizioni. Purtrppo
il grosso della sezione del nucleo finirebbe per essere di
vetro, con poco ferro dentro volendo garanzia di evitare il
corto.
Mah ... bella altra gatta da pelare
Cmq confido in qualche straccio di conto circa come
dimensionare una bobina, assumendo un nucleo di fili di
ferro da 1 mm o 2 mm di diametro singolo, per un totale di
... boh, 2 cm ? 3 cm ? Magari diciamo di 50 filamenti.

Ah, domanduccia ... con che sostanza isolano i nuclei gi�
fatti dei trasformatori ? Non � termo resistente vero ? PAre
vernice ...
ciao
Soviet


> sarebbe interessante poter separare i
> due effetti e avere magari dati quantitativi,
> come del resto interessava a Soviet Mario.
>
> Ciao
Received on Sat Jan 23 2010 - 22:43:39 CET

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