Re: parametri fisicamente trattabili

From: Luciano Buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Wed, 2 Dec 2009 04:11:52 -0800 (PST)

On 30 Nov, 16:41, Karpov <smgiampaol..._at_gmail.com> wrote:
> On 28 Nov, 20:48, Luciano Buggio <bugg..._at_libero.it> wrote:
(cut)
> > La funzione
> > V =- a/r (a>0, r>0)
> > sia ("possa essere anche") la descrizione di un potenziale (V) a
> > simmetria radiale nello spazio stereogeometrico centrato in 0 ad una
> > distanza (r) richiesta.

> stereogeometrico???????
> Definizione operativa di spazio stereogeometrico???

E' semplicemente lo spazio tridimensionale euclideo.
Non i risulta che si chiami anche stereogeometrico'

(cut)
> > anche quando si fanno le
> > simulazioni al computer quel punto non ha peso, come insegna Newton,

> Il peso e' una forza la massa no. Sulla luna il tuo peso cambia, la
> tua massa no.

> > si ignora la massa dei cristalli liquidi.

> Che significa? E' un valore ben noto.

Non hai capito che qui ho fatto un po' il pagliaccio (e pensavo di
essere spiritoso, e che tu ti mettessi a ridere, anche se non per
dieci minuti).
L'illusione del moto di un punto luminoso sullo schermo � data
dall'eccitazione successiva di pixel.
Il simulatore della traiettoria nel campo deve conoscere la massa di
quei pixel, ovvero dei cristalli liquidi (non so se si usano ancora,
di queste cose non so nulla)?
Il riferimento a Newton, se non hai capito nemmeno quello, sta a
significare che nemmeno nell'eventuale realt� fisica la massa sarebbe
variabile indipendente per la traiettoria, come confermato dalla
caduta dei sassi dalla torre di Pisa.
E quindi oltre che quello relativo al pixel, l'operatore alla
consolle non ha dovuto dare nemmeno quell'imput.


> Detto cos�, le dimensioni saranno semplicemente quelle dello spazio e
> > del tempo: giusto

> manco per niente

> > Non si � parlato, nel definire i concetti in gioco, n� di massa n� di
> > forza, ed in quanto non s'� parlato nemmeno di massa, oltre che un
> > approccio non fisico, questo non appare nemmeno un approccio dinamico
> > (nel senso della dinamica elementare): � solo cinematica, come si
> > diceva.

> NO, sin qui e' un distillato di parole vuote.

> > Per un pelo non � solo geometria (ma abbiamo introdotto il tempo).
> > Era Geometria (analitica, cartesiana) per� finch� consideravamo solo
> > la curva (e gi� allora potevamo parlare della sua derivata prima e
> > seconda e terza, tutte cose della geometria analitica, e senza parlare
> > di Forza, la quale *non �*, infatti , la derivata, ma qualcosa di pi�
> > metafisico, di cui, non dico un fisico, ma un matematico non parla - o
> > non dovrebbe parlare - mai).

> Scusami, cerco sempre di essere rispettoso delle idee di tutti.
> Ma qui ho riso per dieci minuti.

Tu ridi adesso (e non hai riso prima): qui per� non sto facendo il
pagliaccio.
Siccome non mi va di essere preso per un mona, cerco di spiegarmi
meglio.

Prendiamo il primo quadrante del piano cartesiano ed associamo ad ogni
punto dell'asse delle x una funzione (per esempio y=ax , quindi sar�
per noi x>0 e y>0) i cui valori si leggono su ogni semiretta- ordinata
con origine nel corrispondente punto dell'asse delle x.
Avremo cos� associato ad ogni punto P1del quadrante una coppia di
valori (x1,y1).

Prendiamo un punto P, lo collochiamo, fermo, in P1 e fissiamo una
legge per il suo moto nel nostro spazio.
Nell'istante zero la sua accelerazione sia la derivata della funzione
y=ax (quindi valga a) nel punto P1, e sia diretta lungo la retta di
competenza (verticalmente), nel verso decrescente di x (verso il
basso).
(Tra parentesi, se ci riferiamo a tutte le direzioni passanti per P',
quella verticale � quella lungo la quale le derivata del punto �
massima, ed infatti la nostra legge del moto questo recita, che
l'accelerazione � diretta lungo la direzione - nel'arco di 90� - in
cui il valore della derivata � massima).
 Questo varr� anche per gli istanti successivi, tenendo conto della
velocit� accumulata, per cui, considerando un istante qualunque della
traiettoria in atto, si applicher� la legge al un punto P dotato,
relativamente a quell'istante, di una "velocit� iniziale", determinata
dalla storia precedente.
Per all'istante 0 potevamo dotare P di un velocit� iniziale, comunque
diretta, ed � come se avessimo ignorato una storia precedente.

La traiettoria di P sar� una parabola e l'andamento della velocit�
quello che sappiamo.

Se avessimo avuto y=a anzich� y=ax . derivata quindi nulla in ogni
punto dello spazio del nostro quadrante, applicando la nostra legge la
traiettoria sarebbe stata un segmento con velocit� costante, uguale a
quella iniziale, un punto per velocit� iniziale nulla.

Non abbiamo mai parlato di *massa*, n� di *forza*.
Sono certo che ad un certo punto del mioragionamento , se mi hai
seguito, hai pensato: e forse ti sei messo a quotare per rispondere:
"Ma tu stai definendo un *campo*!"

Non abbiamo mai parlato nemmeno di campo.
Ma a che cavolo ci sarebbe servito,l ed a che cavolo ci sarebbe
servito parlare di massa e di forza?
Certo ai bambini quando nascono bisogna dare un nome. Mi rconto che
anche il nome ha importanza, perch� se i miei mi avessero chiamato
Leone anzich� Luciano probabilmente non mi sarei occupato della Luce,
ma della Savana Africana (ti avverto che sto facendo, ora, il
pagliaccio) ma capirai che la fisica � un'altra cosa.

Adesso, per piacere, spiegami perch� il quadro che ti ho dipinto sopra
non � un quadro cinematico.
Tutte le variabili sono dimensionale *solo" come spazio e tempo.

Luciano.
P.S. _Avrei una marea di altre cose da dirti, in risposta al tuo post.
Ma facciamo un discorso alla volta.
Received on Wed Dec 02 2009 - 13:11:52 CET

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