Elio Fabri wrote:
> Questo mi giunge nuovo, e mi sembrerebbe anche poco verosimile.
> Puoi darci maggiori informazioni?
Le mie vengono essenzialmente dal Dijksterhuis, "Il meccanicismo e
l'immagine del mondo". Nel par. IV:88 si legge: "Supposizioni sulla
legge di caduta dei gravi erano gia' state fatte in precedenza. [...]
Oresme aveva insegnato un metodo per calcolare la distanza percorsa da
un corpo in moto la cui velocita' istantanea e' proporzionale al tempo
trascorso dall'inizio del moto, e negli scritti scolastici del XVI sec.
la caduta era stata discussa come un esempio di tale moto (II:131). E'
piuttosto plausibile che Galileo [...] fosse a conoscenza di queste
cose, che conoscesse i grafici di Oresme [...] oltre che la cosiddetta
legge dei quadrati [...]. E' tuttavia ugualmente probabile che
l'insegnamento universitario non rivolgesse molta attenzione a queste
cose [...]".
Nel par. II:131 citato si legge: "[...] ne' Oresme ne' i suoi
contemporanei [XIV sec.] pensarono di applicare la regola al moto di
corpi che cadono liberamente da fermi, sebbene in un altro contesto sia
suggerito che questo potrebbe essere un caso di moto uniformemente
difforme. Questo e' invero un fatto curioso, ed il merito di Oresme
sarebbe indubbiamente stato anche maggiore se avesse riconosciuto a quel
tempo cio' che e' menzionato come questione familiare nel lavoro di
Dominicus Soto un secolo piu' tardi [in realta' piu' di un secolo:
Oresme muore nel 1382, Soto vive dal 1494 al 1560], cioe' che per il
calcolo della distanza percorsa in un dato periodo il moto di un corpo
che cade liberamente da fermo puo' essere sostituito da un moto uniforme
con la velocita' dell'istante di mezzo".
Received on Mon Nov 09 2009 - 16:58:40 CET
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