Re: Idee filosofiche che hanno realmente influito su teorie e pratiche
scientifiche
On 11/6/12 1:32 AM, Multivac85 wrote:
....
> Gi�, probabilmente non � neanche da stupirsi che questa utilit� non
> sorga, penso poi che vari fisici trovino anche pretenziose certe
> teorie epistemologiche di Popper e simili perch� a volte sembrano
> quasi essere delle filosofie della scienza "prescrittive" cio� che
> espongano come gli scienziati *devono* lavorare per fare *buona*
> scienza (e magari naturalmente tali prescrizioni sono smentite dalla
> reale storia della fisica), e non invece pi� sensate filosofie della
> scienza descrittive, che espongono (affidandosi soprattutto alla
> ricostruzione storica dello svolgersi effettivo della ricerca,
> compresi i suoi passi falsi) come gli scienziati effettivamente
> lavorano in attivit� che la societ� definisce scientifica.
In parte si' ma in parte si tratta banalmente di scale diverse. Quando
Popper parla di falsificazionismo, da un lato sta sottolineando un
aspetto importante (anche se forse lo sopravvaluta) della costruzione
scientifica, dall' altro, per il fisico in prima linea dice cose banali,
dal punto di vista del lavoro quotidiano su campo su singoli problemi.
Ancora peggio per Kuhn: pur con tuta l' importanza e lucidita' della sua
classificazione tra periodi di paradigmi dominanti e rivoluzioni, anche
il premio Nobel piu' rivoluzionario, difficilmente riesce ad avere lo
"sguardo d' insieme" per rendersi ben conto *in tempo reale* di quanto
le sue scoperte facciano parte di un paradigma accettato o stiano
aprendo una nuova fase di cambio di paradigma. E' troppo vicino alle
foglie per vedere la foresta.
...
> ... un'altra domanda che mi
> chiedo peraltro � questa: perch� dalla fine dell'800 - inizio del '900
> in poi sembra che siano pochissimi i fisici che hanno scritto anche di
> tematiche filosofiche in modo esteso, non come appendici secondarie al
> lavoro scientifico? Se ci si pensa bene, nel XIX secolo di fisici-
> filosofi notevoli ce n'erano un bel po', penso a Boltzmann, Helmholtz,
> Mach, Duhem e Poincar�.
Vero, anche se gia' con quelli che citi mi sembra che abbiano operato al
margine dei main stream filosofici del loro tempo.
> Poi ai primi del '900 certo diedero contributi
> filosofici anche Einstein, Heisenberg e Schroedinger,
Anche qui, mi sembrerebbe piu' proprio parlare di intellettuali che
cercano di dare una collocazione piu' ampia del proprio lavoro tecnico
all' interno del panorama culturale del loro tempo.
> poi sembra
> esserci stato quasi un vuoto di scienziati "interdisciplinari", ....
> penso ci� sia dovuto
> all'inevitabile iperspecializzazione, conseguenza del sempre maggior
> numero di scoperte scientifiche. Penso che comunque in realt� ci siano
> sempre da qualche parte studiosi che sentono che � ancora doveroso il
> legame tra le varie discipline, le facolt� possono essere a
> compartimenti stagni, il mondo per� � pur sempre uno solo...
Si' il mondo e' uno solo ma la complessita' della costruzione culturale
rende impossibile riproporre oggi gli esempi di 100 anni fa.
I compartimenti stagno sono meno stagni di quel che si potrebbe credere
dall' esterno. Di settori interdisciplinari la scienza moderna ne e'
piena come mai prima. Solo che la specializzazione e' necessaria
dappertutto, anche nei campi interdisciplinari. Cosi', per esempio, un
fisico che lavori oggi sulle membrane biologiche deve conoscere molta
piu' biochimica di quanto mai avesse avuto bisogno Schroedinger. E i
problemi che affronta sono molto piu' focaizzati.
Il punto, piu' che l' interdisciplinarita', e' che per diversi motivi la
"visione d' insieme" e la riflessione critica all' interno delle varie
discipline scientifiche e' piu' carente che in passato.
Le necessita' di iperspecializzazione giocano sicuramente un ruolo. Ma
non credo che il problema sia tutto li'. Anche la (d)evoluzione dei
sistemi di formazione (scuola) gioca un ruolo. E cosi' anche la
percezione che la societa' ha dell' importanza della riflessione
critica. Ma questo e' un problema piu' generale (e grave, dal mio punto
di vista) che non il ruolo della filosofia sulla prassi scientifica.
Giorgio
Received on Tue Nov 06 2012 - 08:14:57 CET
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