Chenickname ha scritto:
> O accademici nelle nuvole! :-)
> Non e' la prima volta che vi vedo in crisi sulle cose semplici
> (sintomo di genialita', non discuto).
>
> Mi ci son voluti pochi minuti per montare un esperimento casalingo
> come questo e verificare la bassa dispersione delle leggi sull'attrito
> radente:
>
> http://i45.tinypic.com/fx9gf9.jpg
>
> E questo cambiando superficie d'appoggio e forza incidente. Basta
> cercare l'angolo minimo per cui il pezzo arriva al fondo del piano
> inclinato, in genere dopo una piccola spintarella iniziale perche'
> l'attrito allo stacco puo' essere maggiore di quello dinamico.
Scusa Livio, ma tu immagini che Elio non sia *perfettamente*
al corrente di quali siano i risultati di queste tipologie di
"esperimenti"?
In realta' quello che hai effettuato non e' un *esperimento*,
piuttosto una esibizione di meccanica, infatti da quella
esibizione e da altre dello stesso genere non e' possibile ricavare
delle *leggi* fisiche, ma solo delle regole empiriche o relazioni
approssimate (poco o anche pesantemente, a seconda dei casi)
che, ammetto, sono comunque di grande importanza
in ambito tecnologico.
Per rendere chiaro il punto ti faccio un esempio estremo:
pensi che otterresti le stesse "leggi" dell'attrito radente se
le superfici a contatto fossero due piani dello stesso
metallo levigati a specchio e puliti e degassati, invece
che legno e ceramica?
Oppure, hai provato a chiederti perche' quando si vanno
a cercare i valori tabulati dei coefficienti di attrito radente
per le varie coppie di materiali si trovano valori diversi
(e comunque riportati con una sola o al massimo due
cifre significative) a seconda delle fonti, come e' possibile
che quella che dovrebbe essere una costante cambi
di volta in volta?
Ti segnalo la trattazione dell'argomento nelle
Lectures di Feynman, vol. 1 pag. 12-3
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Sat Nov 10 2012 - 14:17:30 CET