On 10 Nov, 14:17, "Giorgio Bibbiani"
<giorgio_bibbianiTO..._at_virgilio.it.invalid> wrote:
>
> Scusa Livio, ma tu immagini che Elio non sia *perfettamente*
> al corrente di quali siano i risultati di queste tipologie di
> "esperimenti"?
Eh, si', qualche dubbietto mi e' venuto. :-)
Non voglio mica fare il processo ad Elio Fabri, ci mancherebbe. :-)
Prendevo lo spunto per ironizzare sulla tendenza degli accademici a
svolazzare tra le nuvole, tendenza che ho verificato tante volte da
poterne estrarre una legge universale. :-) Il prof, dalle sue parole,
probabilmente ignora tutti gli studi tecnologici all'interno dei
laboratori industriali che hanno dovuto lavorare con gli attriti
radenti: ferrovie, costruttori di freni, frizioni, pneumatici...
> In realta' quello che hai effettuato non e' un *esperimento*,
> piuttosto una esibizione di meccanica, infatti da quella
> esibizione e da altre dello stesso genere non e' possibile ricavare
> delle *leggi* fisiche, ma solo delle regole empiriche o relazioni
> approssimate (poco o anche pesantemente, a seconda dei casi)
> che, ammetto, sono comunque di grande importanza
> in ambito tecnologico.
Qui entriamo in epistemologia: queste leggi fisiche si ricavano per
aristotelica astrazione dalle osservazioni empiriche. Che altro?
> Per rendere chiaro il punto ti faccio un esempio estremo:
> pensi che otterresti le stesse "leggi" dell'attrito radente se
> le superfici a contatto fossero due piani dello stesso
> metallo levigati a specchio e puliti e degassati, invece
> che legno e ceramica?
La "legge" sull'attrito radente si puo' astrarre da un'ampissima gamma
di materiali.
> Oppure, hai provato a chiederti perche' quando si vanno
> a cercare i valori tabulati dei coefficienti di attrito radente
> per le varie coppie di materiali si trovano valori diversi
> (e comunque riportati con una sola o al massimo due
> cifre significative) a seconda delle fonti, come e' possibile
> che quella che dovrebbe essere una costante cambi
> di volta in volta?
Il "coefficiente di attrito" non e' mica una "costante
universale" ! :-)
Dipende da moltissimi fattori tecnologici, in primis dalla rugosita'
delle superficie. Mi stupisco del tuo stupore. Inoltre c'e' tutta una
serie di non linearita' dovute a vari limiti e fenomeni prettamente
tecnici, come il consumo dei materiali, l'autolevigazione,
l'autolubrificazione (ad es. nella ghisa per cessione di carbonio), il
surriscaldamento, ecc. Ma tutto cio' non inficia la legge che ci siamo
ricavati, semplicemente ne osserveremo gli scostamenti.
Non e' che la legge di Hooke nelle molle di una balestra sia piu'
rispettata che la legge sull'attrito radente nei freni. O che il
motore rispetti esattamente le leggi della termodinamica. O che
l'areodinamica non sia meglio provarla direttamente nella gallera del
vento perche' se proviamo a calcolarla con la teoria dei fluidi vengon
fuori patate.
Saluti realistici
Livio
Received on Mon Nov 12 2012 - 11:31:15 CET
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