Dal suo sito c'è questo link:
http://chimera.roma1.infn.it/GIORGIO/interviews.html
Domanda: In fondo i fisici non possono fare a meno di pensare
che la fisica sia una scienza intrinsecamente pi? fondamentale
rispetto alle altre. Lei che cosa ne pensa? In che cosa la
fisica differisce dalle altre discipline?
Parisi: A proposito di questo ricordo che c?era un mio amico,
Sergio Ferrara che quando c?era un argomento di fisica che
non gli piaceva diceva: ?Ma che ? chimica??
In fondo era quasi gentile; Ernest Rutherford considerava
tutto il resto collezionismo di francobolli.
Le cose sono un po? cambiate. Devo dire che la chimica non
suscita molto le mie simpatie, la trovo un po? noiosa e,
quando studio biologia, cerco di passare la parte chimica un
po? velocemente. La fisica ? difficile da definire; ci sono
varie definizioni possibili, ma quella che mi piace di pi? ?
una definizione ampia: ?La fisica ? quella scienza, in cui la
matematica gioca un ruolo portante?, infatti si pu? pensare di
fare della chimica senza usare la matematica e lo stesso vale
per una quantit? enorme di biologia e di ingegneria, mentre
non si pu? immaginare la fisica senza un apparato matematico
sofisticato. E? essenziale, per fare fisica, che siamo in
grado di tradurre il mondo in numeri e poi di fare una teoria
di come questi numeri si evolvono con il tempo. La fisica ?,
quindi, una disciplina strettamente connessa con la
matematica, mentre le altre discipline hanno una relazione di
tipo diverso. Questa ? una definizione abbastanza ampia che
pu? quindi inglobare parti della biologia e della chimica
fisica, come il calcolo di propriet? chimiche a partire dalla
meccanica quantistica e cos? via. Con questo tipo di
definizione ? probabile che anche la statistica delle
popolazioni vada a finire dentro la fisica.
D?altra parte ? anche vero che le zone di confine tra le
varie discipline si stanno allargando molto.
Assolutamente, ma d?altra parte quelli che fanno statistica
delle popolazioni, se sapessero di essere classificati come
fisici, finirebbero con l?essere molto stupiti!
[...]
Il discorso che lei faceva prima sul farsi guidare dal
formalismo riconduce all?inquietante rapporto tra la fisica e
la matematica.
Infatti. E? impressionante considerare tutta una serie di
situazioni in cui ? stato possibile fare teorie eleganti, come
la meccanica quantistica, che dal punto di vista matematico
differisce di un epsilon da quella classica. E? estremamente
sorprendente che, una volta messe le cose in una forma
matematica di un certo tipo, sia possibile passare a
descrivere fenomeni che sono intrinsecamente del tutto diversi
da quelli classici, come quelli della meccanica quantistica,
soltanto con una piccola variazione. E? effettivamente
inquietante come sia possibile che ci sia una descrizione
semplice ed elegante delle leggi dell?universo a vari livelli
e questa ? una domanda quasi filosofica. Uno potrebbe dire:
?Se non ci fosse o se fosse troppo complicata non l?avremmo
trovata, e quindi noi abbiamo in qualche modo selezionato i
problemi semplici?. Ma dall?altro lato uno pu? anche dire: ?La
fisica fondamentale delle particelle elementari, la
descrizione al livello pi? basso, ? una descrizione di un
certo tipo e il fatto che le leggi di base dell?universo siano
di questo tipo, permette a livelli successivi di avere delle
formulazioni semplici?. Per? ? chiaro, a questo punto, che ?
difficile capire quanto quello che noi troviamo dipenda dalla
nostra forma mentis o meno, che ? quasi una domanda del tutto
senza risposta al momento attuale. Non possiamo metterci a
discutere che cosa avremmo trovato se il nostro cervello
funzionasse in maniera diversa. Se potessimo trovare un
extraterrestre con il cervello organizzato in altro modo e
discutere con lui allora uno potrebbe dire che queste cose
della teoria sono dei passi obbligati e altre derivano da noi.
Gli esperti di scienze cognitive dicono che noi abbiamo una
memoria a corto termine estremamente ridotta. L?esperimento
tipico ? che vengono nominati sette oggetti di seguito e fino
a un numero che va da 5 a 9, quindi dell?ordine di 7, le
persone riescono a ripeterle, pi? di quel numero uno ne
dimentica qualcuno. E? impressionante che sono oggetti e
quello che conta ? il numero degli oggetti. Se io dico: 17,
41, 26, 38, 49 sono cinque oggetti; ma dieci numeri separati
(1, 7, 4, 5, 2, 6, 3, 8, 4, 9) non li avrei assolutamente
ricordati. Vuol dire che invece di lavorare con un numero
grande di concetti piccoli, ? pi? semplice lavorare con pochi
oggetti pi? corposi possibile. La gente, infatti, tende a
raggruppare i numeri telefonici in tre o quattro oggetti
piuttosto che ricordarli separatamente. Siamo andati avanti
costruendo oggetti sempre pi? corposi in maniera tale da
lavorare con questi concetti, utilizzando frasi relativamente
piccole. Se avessimo avuto un cervello differente, che avesse
avuto difficolt? nei confronti di concetti corposi e gli fosse
stato invece facile averne centomila contemporaneamente
presenti, il nostro modo di pensare e di fare fisica sarebbe
stato, forse, completamente differente. Se le cose siano
dovute a un?eleganza intrinseca o a un nostro modo di
procedere, questo resta misterioso.
--
AIOE °¿°
Ho plonkato tutti quelli che postano da Google Groups!
Qui è Usenet, non è il Web!
Received on Wed Dec 20 2017 - 01:45:58 CET