Peter11 ha scritto:
> Mi domando se abbia molto senso (qui parliamo della fine degli anni
> settanta, e le cose potrebbero essere radicalmente cambiate) avere
> professori di "matematica & fisica" ovvero di "biologia & chimica".
> ...
> Con tutte le riforme del cazzo che hanno fatto nella scuola
> secondaria, non vedo perch� non pensare a una maggiore focalizzazione
> dei docenti su specifici corsi, dei quali gli stessi hanno (o almeno
> dovrebbero avere) una visione piuttoso ampia.
La questioni che poni e' antica e assai complessa, se uno conosce un
po' la *realta'* della scuola e degli insegnanti.
Antica, perche' almeno per matematica e fisica se ne parla da forse
40 anni.
Complessa, perche' il problema ha molte facce che non e' facile
conciliare. Forse sono necessari dei compromessi o delle priorita',
che pero' i dirigenti chell'istruzioni (almeno in Italia) non
esplicitano mai, forse perche' neppure si rendono conto del problema.
(BTW, non crederai che il problema sia solo italiano?)
Dato che gli argomenti a favore della specializzazione li hai dati tu,
ora cerco di portarti argomenti a favore degli accorpamenti.
1. Il problema che chiamerei del "prestigio dell'insegnante".
Nella pratica della scuola un insegnante conta in proporzione al
numero di ore che ha in classe. Questo e' vero verso i ragazzi, e
anche nelle decisioni collettive in consiglio di classe.
Una materia con poche ore e' vista inevitabilmente come secondaria.
Nella nostra scuola credo che l'estremo sia l'insegnante di italiano,
latino storia e goegrafia nel biennio del classico: quando ci andavano
le mie figlie, avevano 20 (leggasi venti) ore settimanali con la
stessa insegnante.
Ora sara' cambiato qualcosa, ma non credo in modo sostanziale.
E' ovvio che quel(la) prof aveva un peso determiannte a tutti gli
effetti sulla formazione e sulla valutazione dei ragazzi.
2. All'opposto, pensa che cosa accadrebbe se l'attuale insegnamento di
scienze nel lic. scientifico venisse suddiviso almeno in tre, come
sarebbe giusto secondo il tuo argomento.
Ciascuno dei tre prof avrebbe in una classe una o forse due ore, a
meno di non concentrare che so, la chimica, in prma e seconda, la
biologia in terza e quarta, le scenze della terra in quinta.
Nel primo caso, si avrebbe uno spezzettamento, e quello che avesse una
sola ora non conterebbe assolutamente nulla.
3. Nel secondo caso si avrebbe la soluzione poco ragionevole di
concentrare (poniamo la chimica) ai primi due anni come se dovesse
essere piu' facile, piu' adatta a ragazzini di 15 anni.
Mentre invece ogni materia ha aspetti di base ed elementari, e poi
aspetti complessi e profondi, adatti agli ultimi anni.
4. Ancora: lo "spezzatino" costringerebbe un prof, per completar
el'orario, a seguire 8 o 9 classi diverse, con ovvie
controindicazioni: maggior numerio di ragazzi da conoscere, di lavoro
a casa per preparare compiti e giudicarli, ecc.ecc.
Altri aspetti li tocco rispondendo a Soviet_Mario.
Soviet_Mario ha scritto:
> Il discorso � difficile cmq da generalizzare.
> Ad es. di solito non ci sono grossi problemi acch� la
> matematica sia insegnata da fisici, informatici e ingegneri
> (specie del ramo elettronico, telecom, informatico, ma cmq
> in generale). Tutti questi corsi di laurea prevedono un
> sottoinsieme comune di bagaglio matematico gi�
> sovradimensionato rispetto ai programmi e agli obiettivi
> della secondaria. Magari non brilleranno pi� in teoremi
> particolarmente strani, ma tanto non si fanno pi� comunque.
> Il matematico ne sa di gran lunga troppo.
> Forse il suo valore aggiunto � se riesce a trasmettere un
> certo amore per la matematica, o magari poter approfondire
> in mille campi affini in cui solo lui si sa muovere, ma a
> livello di programmi di insegnamento, i mediamente 4-5 esami
> matematici degli ingegneri e ancor pi� dei fisici, avanzano.
> Cmq quella della matematica � un po' l'eccezione che
> conferma la regola
A mio parere quanto hai scritto e' tutto sbagliato :-)
E dimostra che hai un'idea "tutta sbagliata" della matematica, il che
non mi stupisce, perche' il tuo mestiere sta troppo lontano
Ne fai una questione quantitativo, ma non e' affatto questo il punto.
Fisici e ingegneri studiano parecchia matematica, e' vero, ma
soprattutto gli ingegneri la stusiano con un atteggiamento
assolutamente "pratico": quella cosa che serve per fare i conti.
I fisici un po' mneo e in modo parecchio differenziato fra teorici e
sperimentali.
Ma quello che distingue (che dovrebbe distinguere) un laureato in
matematica e' il modo come *ha capito* la materia, non quanti teoremi
conosce.
Va pero' detto che il caso della matematica e' uno scandalo a se'
nella nostra scuola (e non credo solo nella nostra).
Ripeto una cosa che dico spesso, ma intendo continuare a battere su
questo tasto perche' noto che esiste un'ampia inconsapevolezza e uan
sostanziale rimozione.
In che consiste lo scandalo? Semplice: un ragazzo che fisicna la
s.s.s. avra' studiato matematica per 13 (leggasi tredici) anni, sempre
con monte ore non piccolo. E che cosa ne ha ricavato? Praticamente
niente.
Buona parte di quei ragazzi vengono messi in difficolta' da un
problema di percentuali, non sanno affrontare questioni di scuola
media senza "scrivere equazioni", ignorano i fatti piu' basilari della
geometria euclidea...
Insomma un assoluto fallimento.
Questo in larga misura dipende dal cattivo insegnamento, che solo in
parte dipende dai laureati in matematica, anche se quei laureati
spesso e volentieri non fanno meglio degli altri.
Quindi l'esempio della matematica fa storia a se' e non va considerato
nel discorso generale.
> ...
> attenzione. Un farmacista si passa 6-7 esami di chimica o cmq
> fortemente affini, un biologo se ne passa un paio. C'� una differenza
> abissale tra la chimica di un farmacista e di un biologo (un po'
> diverso � il caso di chi si specializza in biochimica, ma non troppo).
> E molto spesso entra in crisi anche il farmacista.
Vedi? Siccome di chimica tu ne capisci, ti rendi conto di quanto sia
insoddisfacente la preparazione di chi ha sostenuto "un po'" di esami.
Per capire e saper insegnare la chimica ci vuol altro, ci dici.
Appunto: e credi che non sia vero per tutte le materie?
> Guarda, l'unica cosa che sembra, e che E', � che bisogna tagliare la
> spesa.
Quello che ho scritto sopra a Peter11 mostra che non s' *solo*
questione di spesa.
> Ma questo contrasta con l'esigenza di far cassa e di flessibilit� di
> utilizzazione.
La "flessibilita'" e' un aspetto organizzativo che non puoi passare
sotto gamba.
In una scuola di massa anche di queste cose bisogna preoccuparsi.
Che vorresti? Un prof con orario di 8 ore settimanali, per insegnare
solo la materia di sua comnpetenza, ma pagato a stipendio pieno?
> ...
> Il mio l'hai avuto (e mi scuso per la decimillesima volta
> con la stragrande maggioranza che non sar� molto interessata
> a queste considerazioni a latere che di fisica hanno ben poco)
Non hanno a che fare direttamente con la fisica, ma dovrebbero stare a
cuore a tutti, anche a chi vorrebbe vedere insegnata meglio la fisica.
Una maggiore consapevolezza pubblica dei diversi aspetti dle
problema, forse (moolto forse) potrebbe spingere anche i governanti ad
affrontare piu' seriamente queste cose.
Dici che sono un illuso? :)
--
Elio Fabri
Received on Mon Aug 31 2009 - 21:18:07 CEST