> Tutto vero. Ma la domanda l'ho posta un po' anche
> sotto l'influenza di una notizia che mi ha
> sorpreso molto. Mentre qui si tende a far sentire
> il periodo dello studio come un essere "di
> peso", in India e in Cina le famiglie arrivano a
> INDEBITARSI PUR DI MANDARE I FIGLI A STUDIARE.
> Per loro il sapere e l'istruzione sono valori
> aggiunti su cui vale la pena di investire e
> rischiare. E rispetto a noi sono di una povert�
> senza paragonI!
Sar� molto difficile che possa io dimenticare quando
sono stato in India, mi pare fosse a Jaipur, e ho
visto da vicino l'atteggiamento verso l'istruzione,
perlomeno limitatamente a una singola esperienza. Io
e l'amico con cui viaggiavo, sempre curiosi, siamo
entrati in contatto con un maestro dell'equivalente
delle loro scuole medie. Ci ha invitati in classe e
siamo stati accolti festosissimamente. L'indebitarsi
delle famiglie non si limita a libri e retta, ma
tengono molto all'uniforme, che sia tutto in ordine
nel vestire eccetera. Al nostro ingresso tutti i
ragazzi fatti alzare in piedi, e il maestro ci ha
tenuto che *tutti* a turno conversassero con noi in
modo che sentissimo come se la cavavano in inglese
(bene, peraltro). Li ha pure interrogati e...
incredibile, erano veramente contenti di essere l�.
Il fatto che ha sopreso te non sorprende me, visto
che se c'� qualcosa che si avvicina per me a uno
straccio di vocazione � la musica e sarebbe stato
fare l'indologo, e qualcosina sull'argomento ci ho
letto cos� di straforo. C'� una serie di ragioni del
perch� le cose l� funzionano in modo diverso,
ragioni che secondo me sono molto profonde e
radicate; visioni del mondo totalmente diverse dalle
nostre, il fatto che questa non � la sola vita che
ci � concessa e di vita in vita si pu� migliorare di
condizione. Oppure e anche, il fatto che per la
maggioranza degli indiani tutta quella che � la
sfera che per noi sarebbe grossomodo quella
religiosa � una gnosi. La "salvezza" � "conoscenza", e
questo in parte va a finire nel rispetto per lo
studio. Certo, sto dipingendo le cose un po'
idealizzate ma non credo totalmente a cavolo. Ma
sono sempre i nostri cugini vicini, e sono il solo
popolo che abbia impattato con l'Islam che non abbia
capitolato. L'islamizzazione � sempre stata
superficiale e anche gli specialisti possono solo
prendere atto di questo caso pressoch� unico - no,
anzi ci sarebbe l'Iran ma divago. Gli indiani sono
un popolo notevole, anche se � meglio non
idealizzarli perch� ci sono luci ma ombre
altrettanto se non peggiori. La stessa madre che si
ammazzerebbe per mandare il figlio a scuola lava i
panni con dosi di detersivi che annienterebbero la
vita in un lago con l'aggravante che l'importanza
dell'interazione con l'ambiente sta nei loro libri
da 4000 anni. E magari il padre dello stesso
marmocchio, se la madre fa una cosa mezza storta gli
mette le mani addosso senza problemi. Non � raro,
anzi. In India le donne sono mediamente meno
rispettate che in diversi paesi in cui notoriamente
hanno una condizione subordinata.
Ci sono anche ragioni terra-terra diciamo cos�, di
natura socioeconomica. Penso che nel dopoguerra da
noi non fosse tanto diverso e quelle famiglie che
non erano con la canna del gas al collo al punto di
figliare perch� i marmocchi lavorassero poi nei loro
campi, si comportavano in modo non dissimile,
cercando di mandare i figli a scuola. Forse non
tutte, ma credo esistesse pi� di ora il senso
dell'importanza dell'istruzione anche perch� si era
mediamente pi� poveri e lo studio era un riscatto.
Un diploma, del resto, consentiva un piccolo salto
sociale, oggi un dottorato non si nega a nessuno. Ma
non c'ero a quell'epoca quindi ipotizzo e basta.
Tieni per� conto, che per ogni marmocchio indiano o
cinese che vedi contento di andare a scuola, 100
sono mandati a mendicare o nei campi. In questo le
famiglie sono ignoranti e/o disperate quanto le
nostre. Insomma, ancora, senza troppo idealizzare.
Sui cinesi non dico niente senn� mi mettono nella
black list, magari ci sono NG pi� adatti per
discutere di faccende che si allontanano da queste.
> E' una cosa che da una parte mi ha commosso e
> dall'altra mi ha fatto incazzare come una bestia:
> Noi che abbiamo tutto pretendiamo di avere il
> "diritto" a rimanere somari (tranne che sulle
> collezioni di mutande D&B: su quello devi sapere
> tutto, altrimenti sei "out"), loro che non hanno
> nulla se ne fanno UN DOVERE di non esserlo!
Ovvio che sia cos�. Il modello che si para davanti a
un ragazzo oggi � il denaro. Io sono il primo a
essere pentito di aver studiato. I miei amici
artigiani o piccoli imprenditori avevano il BMW,
moglie e figli mentre mi stavo laureando io. Mi
dicevo che era meglio capire il teorema della
divergenza che un BMW, che inoltre avrei
"recuperato" dopo ma non � stato cos�. Potessi
tornare indietro scegliendo cosa essere e che
capacit� avere, seriamente penserei a fare altro. Ma
ovviamente sarei terrorizzato se davvero potessi
tornare indietro e scegliere, perch� probabilmente
rifarei lo stesso errore :D
> Spiace moltissimo anche a me. Sono libri che
> farebbero veramente da collante tra tutte le che
> persone che hanno vogla e piacere di studiare.
> Non so se riuscirebbero ad evitare che i tipi
> come il sottoscritto si facciano "delle idee ben
> strane" (probabilmente no: a ognuno le sue
> perversioni! :-P) ma sicuramente li aiuterebbe a
> farsene meno di stupide.
Non c'� richiesta, anche per le ragioni che ti
perplimono. Il prezzo da pagare per il Dio Denaro �
che si scava un abisso tra i rari con capacit� e
vocazione che possono direttamente correggere gli
errori dei testi (mi pare di ricordare Valter e il
teorema del viriale... incredibile!) e la media di
chi prende per oro colato Zichichi ed � gi� tanto
che legga lui e non Ken Follett. Anzi, mi correggo,
il secondo � molto meno dannoso del primo, meglio un
buon romanzo.
Non essendoci mercato, non si crea un humus di
potenziali autori da cui potrebbero emergere quel
tipo di testi.
> En passant: in questi giorni mi sto leggendo la
> biografia su Alan Turing scritta da Hodges. E
> anche qui, come quando lessi "Genio" di Gleick
> dedicato a Feynman, emerge lampante il fatto che
> parecchie persone di talento sono diventate
> quello che sono diventate non grazie alla scuola
> ma NONOSTANTE la scuola. E questo sinceramente mi
> mette un po' male!
Non � caso che ti metta male. Stai parlando
dell'estremo lontano di una gaussiana, quello dei
geni. I geni e i poco meno geni, comunque imparano
da soli. Non � accaduto solo a Feynman, anche Bach
non ebbe maestri, Fermi non ne parliamo, per me da
certi punti di vista � stato il maggior fisico di
tutti i tempi - OK, era una battuta, non
aggreditemi, posso spiegare tutto - non parliamo
nemmeno dello sport o altre attivit�. Se parliamo
anche di persone di talento, di grande talento, la
scuola ha la sua importanza e sarebbe importante vi
fossero pi� bravi insegnanti di quanti ve ne sono ora.
ciao!
Apx.
--
"ti potrei fare a pezzi in questo momento... insieme
ai tuoi amichetti motociclisti" (Trey Wallace)
Received on Sun Aug 30 2009 - 20:33:04 CEST