Ho sempre pensato (e grossomodo lo penso ancora) che la produzione di
etanolo almeno da grano turco, come avviene oggi in Usa, sia solo una
inutile perdita di tempo e di risorse, ragion per cui ho guardato piuttosto
alla produzione di combustibili sintetici che almeno possano essere semplici
da produrre e puliti da bruciare (come il metanolo o l' ammoniaca); ci�
principalmente per il fatto che una tale attivit� ha un molto modesto
ritorno energetico (rilascio energetico del prodotto finito vs energia
investita nella sua produzione), ammesso che l' abbia, cosa che molti
mettono pure in dubbio
http://www.news.cornell.edu/stories/July05/ethanol.toocostly.ssl.html
Tuttavia, analizzando pi� in dettaglio l'input energetico di una tale
attivit�, per es. qui
http://www.klprocess.com/pdf/USDA_Shapouri.pdf
http://www.usda.gov/oce/reports/energy/aer-814.pdf
ho notato che la met� dell' energia spesa � sottoforma di calore a bassa
temperatura, diciamo nell' intervallo di 150-200 �C o vapore a 10-15 atm
(per la fermetazione/distillazione del prodotto), e quasi un
altro 20% � energia elettrica, il resto essendo il petrolio e il gas usati
per produrre i fertilizzanti nella coltivazione delle piante; quindi circa
2/3 dell' energia di ingresso richiesta � calore + elettricit� che pu�
essere tranquillamente prodotta da fonti alternative agli idrocarburi (se
non addirittura completamente pulite), al contrario quest' ultimi
praticamente indispensabili nella produzione di fertilizzanti azotati
D' altra parte esistono altre piantagioni per cui il ritorno energetico �
superiore all' unit�, come avviene per il grano turco, per es. la canna da
zucchero (certamente non coltivabile nei nostri climi) arriva a 6-8 volte,
cos� come la soia, la barbabietola ed altre piantagioni fanno molto meglio
del mais, anche come resa per ettaro coltivato. Supponiamo adesso che noi si
voglia produrre 20 miliardi di litri equivalenti di benzina all'anno, pari a
200 TWh/anno di energia (un litro di benz ~ 10 kWh termici), io vedo due
opzioni :
1) Usare una piantagione che sia coltivabile ai nostri climi e compatibile
con un basso valore di superfici impiegate con il pi� alto valore possibile
nel ritorno energetico, supponiamo di 4 o 6 volte (per es. etanolo da
cellulosa o biodiesel da alghe)
2) usare piantagioni pi� scadenti nel ritorno energetico, supponiamo non pi�
di 2 volte, per� eventualmente composti da scarti agricoli, boschivi o
rifiuti urbani (qualche idea su quanto possano essere tipicamente in
Italia?). In questo caso, dei 200 TWh/anno di cui sopra occorrerebbero 100
TWh di energia come input, di cui 50 TWh di calore a bassa temperatura e
10-20 TWh/anno di elettricit�. Non mi sembrano valori cos� drammatici,
considerando che 20 miliardi di litri/anno di combustibili liquidi sono
davvero una bella cifra
P.S. questo ovviamente non sarebbe un' alternativa allo sviluppo dei veicoli
elettrici o
ibridi, ma semplicemente un ' integrazione per quegli usi energetici non
facilmente elettrificabili, come aerei, navi, gas per cucina ed usi
industriali (produzione di fertilizzanti e polimeri), treni diesel o gli
stessi veicoli ibridi per tratti giornalieri pi� lunghi dell' autonomia
della batteria (che per ragioni di costi/peso non pu� essere maggiore di
50-60 km) o
Received on Fri Jul 03 2009 - 13:51:17 CEST