Il giorno Fri, 5 Jun 2009 11:06:01 -0700 (PDT), LuigiFortunati
<fortunati.luigi_at_gmail.com> ha scritto sul newsgroup
it.scienza.fisica:
>On 3 Giu, 11:07, Ilmondo2001 <ilmondo2..._at_x-xyahoo.it> wrote:
>> > Perch� ci sia una variazione del movimento (accelerazione), ci
>> >dev'essere una forza (un urto, una spinta).
>>
>> Giusto: non necessariamente per� deve essere una causa meccanica
>> (urto, spinta), potrebbe ad esempio essere anche di natura
>> elettromagnetica (campo di forze)
>>
>
> Anche le forze di un campo di forze, dovrebbero essere nient'altro
>che "spinte".
>
> Altrimenti, cos'altro potrebbero essere?.
Mi pare concettualmente corretto il concetto di spinta, ma a mio
parere se vogliamo assumere questo tipo di linguaggio eterodosso ma a
mio parere corretto, dovremmo allora anche parlare di "attrazioni" e
non solo di spinte.
Intendo dire che oltre "all'effetto urto" occorre in questo caso
prendere in considerazione anche "l'effetto attrazione" che potrebbe
essere prodotto dalla "depressione" a cui tu accennavi nel precedente
post, ma forse non basta pensare alla depressione nei termini contrari
alla pressione (a cui si collega il concetto di urto) ma occorrerebbe
in questo caso introdurre anche una causalit� opposta all'urto e
corrispondente al pi� generico concetto di "attrazione" la quale pu�
essere anche di natura diversa dalla "depressione" (vedi l'attrazione
gravitazionale o magnetica che non mi paiono assimililabili a delle
depressioni).
[cut]
> Se vogliamo dare un'idea dell'energia, dobbiamo riferirci alla sua
>variazione, e non alla sua conservazione.
Su questo concetto base del riferimento alle variazioni concordo
pienamente e non per nulla ho gi� citato il modello pubblicato qui
http://www.claudiopipitone.it/ipotesi_tempo_relativita.htm
che mi ha veramente affascinato per la sua grande intuitivit� e
correttezza nei sui fondamentali.
>
> Immagina di osservare un enorme biliardo (privo di attrito e di
>resistenza dell'aria) dove le biglie viaggiano tutte a velocit�
>rettilinea e uniforme, con direzioni casuali.
>
> Hanno energia cinetica di movimento, ma non fanno rumore, non
>generano calore.
A parte il calore dovuto alla dissipazione per l'attrito del
rotolamento.
>
> Mantengono l'energia dalla loro velocit� dentro di se (cos� come fa
>un libro poggiato sullo scaffale, in alto).
In un sistema ipoteticamente privo di attriti...
>
> Solo quando si scontrano tra loro, producono suono e calore.
Si tratta di un fenomeno di conversione di energia: � l'energia
cinetica che si trasforma in energia termica e nell'energia di onde
acustiche.
>
> Solo quando il libro ti cade sul piede, ti fa sentire la sua
>energia.
Trasformazione di energia potenziale in energia cinetica ed a sua
volta in energia termica ed acustica...
>
> E quando due biglie si scontrano tra loro (o quando il libro si
>"scontra" col piede) ci� che si verifica immancabilmente � la
>"variazione" della velocit�.
A questo concetto fondamentale delle accelerazioni, continuo a
ribadire la mia convinta adesione.
[cut]
> Io credo, invece, che le pressioni siano dovute sempre e solo agli
>urti, agli scontri.
Sulle pressioni di tipo meccanico � indubbio, ma per come usi il
termine "pressione" dovresti anche considerare le *pressioni* dovute
ai campi e queste non sono pressioni dovuti ad urti, mi pare.
>
> Ad esempio, la pressione del gas in un palloncino � la somma degli
>urti contro le pareti.
>
> La pressione tra due biglie si verifica solo (ed esclusivamente)
>quando si scontrano.
>
> In definitiva, alla base di tutto c'� l'urto, l'urto genera la
>pressione, la pressione produce accelerazione (positiva o negativa), e
>il risultato finale � l'energia.
Nella meccanica mi pare un ragionamento corretto, ma nel caso dei
campi di forza non so se vada bene.
Received on Sun Jun 07 2009 - 10:54:19 CEST