Re: Storia della bomba "atomica"

From: Luciano Buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Wed, 27 May 2009 19:59:36 +0000

Sergio Pomante ha scritto:

(cut)
> ... se non si lavora sul serio alla "costruzione" di una ETICA SCIENTIFICA
con
> la E maiuscola... possiamo solo aspettare l'inevitabile epilogo della vita
umana
> su questo sventurato pianeta.

Condivido in pieno e rincaro anche la dose.

Qualcuno qui ha detto che, pur essendo il fuoco pericoloso,
non si poteva tenerne nascosta lo scoperta.
E cos�, estrapolava, gli scienziati della prima met� del secolo scorso non
potevano tenere nascosto il nucleare.

Ammesso che nel sole avvengano tremende reazioni nucleari (ma non credo,
in ogni modo chi lo afferma non ci � mai stato) l� non c'� (per
l'appunto) pericolo di vita, perch� la vita, per svilupparsi, deve
aspettare che tutte le reazioni nucleari siano cessate, per disporre di
una scatola di Lego con la sottintese regola (cos� sottintese che non c'�
nemmeno scritto tra le pur pignole ed apprensive istruzioni in tutte le
lingue allegate al giocattolo CE) che il mattoncino non si deve spaccare.
Non vale.

Pensate che la vita ha avuto tanta di quella fretta di manifestarsi e di
cominciare l'avvincente gioco, che non ha aspettato di vedere tornare la
colomba mandata in perlustrazione: decadimenti radioattivi sono ancora in
corso, ma tant'�.

Certo c'� un altro gioco pi� sottile che il Grande Disegno le ha permesso,
quello riscoperto e ripreso soprattutto da Louis Kervran, un gioco che pu�
essere permesso anche agli uomini, a condizioni per� molto severe.

Gli alchimisti giocavano con i protoni togliendoli ed aggiungendoli ai
nuclei atomici per trasformare gli elementi, cambiando il numero dei
capezzolini (come dice il mio bambino di 5 anni) dei Lego invece di andare
a comperarne di nuovi quando si � a corto di un certo modulo (come fa la
gallina, che, quando � a corto di calcio se lo fabbrica da s� aggiungendo
un capezzolino al potassio, e senza esploldere come un bombetta atomica).

Ma dovevano avere molta pazienza, quei maghi molto tempo, molta dolcezza,
purificarsi prima e durante, il gioco coinvolgeva il loro spirito.
Non a caso quelli che oggi si occupano di fusione fredda puzzano un po' di
santoni, sono piuttosto dolci e forse anche `nu poco ricchi� (Kervran era
uno scienziato vero, di una dolcezza infinita): anche senza vivere
l'emozione degli alchimisti del medioevo, che erano probabilmente indotti
a quella cautela dal ricordo tramandato esotericamente di un disastro
atomico planetario (a tutt'oggi documentato nelle religioni, ed in
particolare dalla storiogafia *mitologica* indiana) che in un'epoca
lontanissima aveva fatto *ritornare* l'uomo nelle caverne.

Oggi gli scienziati hanno la violenza nel DNA, sembrano dei militari.
Esplosioni, botti, scontri, distruzioni..
Dal primo grande Bang in gi�, interessano gli scontri tra galassie (se ne
vedono uno lo moltiplicano per diecimila nel web), per vedere se per caso
si formano barre, lenticchie, quadrati e ottaedri, le stelle dentro sono
come bombe atomiche meno male che sono lontane, le supernove sono molto
gettonate e chi ne scopre una va sui giornali, per non parlare di quello
che succede negli acceleratori di particelle, dove prendono l'orologio e
lo sbattono contro un muro per capire come � fatto dentro e come
funziona analizzando accuratamente le traiettorie dei mille pezzi.

Invece di aprirlo con cautela e di guardarci dentro, con gli occhi della
mente, che � sempre stata il prolungamento dei nostri squallidi (per la
Scienza, beninteso) sensi, ed oggi ancora pu� esserlo dei pi� sofisticati
e potenti cannocchiali e microscopi..

Qui parlate tutti del nucleare, come se il nucleare fosse necesssariamente
violento, e nessuno parla del nucleare pacifico, che non sono le centrali
per produrre calore.
Al massimo di dice del "nucleare pulito".

Il vero nucleare pulito � quello (detto come si usa nel nostro tempo)
della fusione fredda, che la Grande Scienza Ufficiale Amorale che abbiamo
oggi nega.

Sono ridicoli i sensi di colpa, se non si sa riconoscere la via giusta per
conciliare esigenze etiche con esigenze conoscitive.



Luciano Buggio.



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Received on Wed May 27 2009 - 21:59:36 CEST

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