Ho l'impressione che la storia sia ormai poco conosciuta nelle sue
sfaccettature, che sono state sostituite nel "senso comune" con una
qualunquistica (e secondo me ipocrita) condanna indiscriminata di
tutti quelli che se ne sono occupati, in un modo o nell'altro.
Ricordo che la scoperta della fissione dell'uranio e' del 1938 (anche
prima, ma solo in quell'anno gli esperimenti di Fermi e altri vennero
capiti). Da subito ci fu qualcuno che intui' le potenziali
applicazioni di quella scoperta, e si adopero' perche' i risultati non
fossero pubblicati: era Leo Szilard, a quel tempo appoggiato da Teller
e Wigner (nomi di cui si sarebbe riparlato anni dopo, quando erano su
posizioni assai cambiate). Pero' Szilard non ebbe successo.
Nel '39 si diffuse la voce che fisici tedeschi lavorassero a costruire
una bomba; ancora una volta Szilard prese l'iniziativa e convinse
Einstein a scrivere una lettera a Roosevelt (presidente USA)
segnalandogli il problema.
La lettera e' dell'ottobre 1939: la II guerra mondiale era iniziata
solo da un mese, e gli USA erano ancora neutrali.
Le responsabilita' dei fisici tedeschi non sono mai state chiarite, mi
pare: c'erano di certo dei filonazisti, per es. Jordan (uno dei
fondatori della m.q.). La posizione di Heisenberg invece e' sempre
stata poco chiara: c'e' chi dice che fosse d'accordo con Hitler, e chi
invece sostiene che accetto' di lavorare al progetto della bomba al
preciso scopo di rallentarne lo sviluppo (come di fatto accadde).
Qui bisognerebbe fare molti altri nomi di fisici che o rifutarono di
partecipare in ogni modo al progetto di un'applicazione bellica della
fissione nucleare, oppure invece s'impegnarono attivamente perche' non
venisse lasciato alla Germania il temuto vantaggio che sembrava avere.
Tra questi, mi limito a citare Bohr, il quale aveva contatti con
Heisenberg, e ne ricavo' l'impressione che questi stesse lavorando
attivamente al progetto nucleare.
Sta di fatto che non fu affatto facile convincere il governo USA della
necessita' d'impegnarsi nel progetto: infatti il famoso "progetto
Manhattan" nacque solo a meta' del 1943, quando ormai gli USA (dopo
Pearl Harbor, dicembre 1941) erano entrati in guerra da oltre un anno.
Il primo reattore nucleare era entrato in funzione, per opera di
Fermi, a dicembre del 1942.
Direttore del progetto Manhattan viene nominato Oppenheimer, che
inizialmente lavora con grande entusiasmo. Nel corso del 1944 appare
chiaro che la Germania e' ormai sconfitta e che non arrivera' mai alla
bomba: a questo punto non pochi di coloro che avevano caldeggiato la
costruzione di una bomba "made in USA" cominciano ad avere dei
ripensamenti.
Lo stesso Szilard che aveva incitato Roosevelt col suo documento
firmato da Einstein, ora si adopera perche' la bomba non venga
realizzata e comunque non venga mai usata: di nuovo si rivolge ad
Einstein, il quale firma una nuova lettera indirizzata a Roosevelt. Ma
il 12-4-45 Roosevelt muore, e gli succede Truman: tutto da rifare.
A Chicago si riunisce un comitato composto da sette scienziati e
presieduto da James Franck, che prepara un memorandum rivolto al
ministro della Guerra, mirante a scongiurare l'uso della bomba sul
Giappone.
Il memorandum viene sottoposto a una sottocommissione di consulenza
scientifica del Ministero, composta da Compton, Fermi, Lawrence,
Oppenheimer: la sottocommissione il 12-6-45 esprime un parere negativo
sulla richiesta di sospensione.
Il 16 luglio la prima bomba sperimentale esplode ad Alamogordo. Tutti
gli scienziati presenti, sebbene dovessero sapere che cosa aspettarsi,
restano profondamente scossi.
A questo punto tra gli scienziati che hanno partecipato al progetto si
moltiplicano le iniziative volte a cercare di fermare la macchina, che
pero' e' ormai in moto inarrestabile.
C'e' poi un argomento che ha un certo effetto: l'opinione che l'uso
della bomba possa costringere piu' rapidamente il Giappone alla resa,
risparmiando cosi' molte vite, sia americane sia giapponesi.
Credo che si discuta ancor oggi quanto un tale argomento fosse
fondato, ossia se non ci fossero altri modi per spingere il Giappone
alla resa. Ma le discussioni col senno di poi sono sempre piu'
facili...
Come sappiamo tutti, poco dopo, il 6 e il 9 agosto 1945, due bombe
vengono sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
Con questo la storia e' tutt'altro che finita, perche' comincia la
guerra fredda: la gara nucleare tra USA e URSS. Anche qui sono
ovviamente coinvolti parecchi fisici, su posizioni radicalmente
divergenti.
Per fare solo due esempi, a questo punto Teller e Wigner sono
diventati accesi sostenitori della corsa alle bombe piu' potenti (le
bombe a fusione, o bombe H). Invece Oppenheimer e' contrario e questo
gli costera' la carriera e l'incriminazione dalla famigerata
commissione McCarthy.
Ma preferisco fermarmi qui, perche' mi pare che ce ne sia abbastazna
per poter esporre il mio punto di vista.
Quello che penso e' che chi non ha vissuto quei tempi non puo'
neppure immaginare come ci si trovasse quando si dovevano prendere
decisioni anche gravi.
Che il fatto che persone di grande intelligenza e indiscutibile
competenza scientifica si siano trovate su posizioni diverse, o
abbiano anche cambiato parere nel corso degli eventi, dovrebbe farci
essere cauti e modesti nel giudicare.
Col che non voglio sostenere una tesi assolutoria, ma voglio esprimere
la mia presa di distanza da chi oggi, in condizioni cosi' diverse, e
dal comodo della propria poltrona, si permette di tranciare giudizi
morali.
Per dirla coi versi di Brecht (1938):
"Voi che sarete emersi dai gorghi
dove noi fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati."
--
Elio Fabri
Received on Sat May 23 2009 - 21:40:44 CEST