A.D. ha scritto:
> L'uso un p� "forzato" di quel termine non � casuale, ma funzionale al
> discorso che stavo facendo: se si registrano suoni ambientali, la
> maggior parte avr� delle componenti spettrali rilevanti nel campo
> udibile, e quindi potr� essere percepito e definito come "suono" anche
> nel senso comune del termine...
> In generale si, ma nello specifico credo che non sia questo il
> fattore dominante, proprio perch� sopra i 3/4KHz ci sono
> pochissime emissioni "naturali".
Scusa, ma queste cose le sai in modo positivo? Voglio dire: hai dei
dati precisi?
Perche' a me non pare affatto ovvio, e non ne so vedere una ragione.
> Eh no! Ti garantisco che gli organi di senso, e in generale i sistemi
> biologici sono infinita fonte di ispirazione (e di frustrazione) per
> gli ingegneri! :-)
Su questo non posso che crederti sulla parola :)
> Non tanto per le prestazioni assolute (anche in certi casi), ma per le
> caratteristiche nel loro complesso (es. efficienza energetica,
> tolleranza ai danni, capacit� di auto-ripararsi, di adattarsi, etc.).
> Ingegneristicamente parlando sono "progettati" e funzionano in maniera
> straordinaria!
Capisco che cosa intendi, ma credo che tutto dipenda proprio dal fatto
che non sono "progettati" e che non esistono "ab origine" per svolgere
una determinata funzione.
Intendo dire che il sistema si e' coevoluto con la funzione e quindi
e' per natura bene adattato a quella funzione.
Il concetto del progetto ingegneristico e' totalmente diverso, ed e'
quindi un proposito errato quello di fare confronti.
L'esempio scontato e' quello cervello/computer: in realta' non
esistono criteri di confronto sensati, e a seconda del criterio che
scegli puoi ricavarne la valutazione che ti pare.
In questi giorni mi sto interessando della visione, e gia' fermandosi
alla retina si vede un casino incredibile, che certo a nessun
ingegnere verrebbe in mente di concepire.
Funziona bene? Funziona male?
La domanda ha poco senso, perche' la retina senza il cervello sarebbe
inutilizzabile (e non a caso i neurologi la considerano una proiezione
periferica del SNC, e non a caso oggigiorno le cliniche oculistiche
fanno parte dei Dip. di Neuroscienze...)
A chi verrebbe in mente, volendo realizzare una visione tricromatica,
di partire da recettori con curve di sensibilita' come quelle dei
coni, dove due tipi sono quasi sovrapponibili?
Eppure funzionano, appunto grazie a quello che c'e' dietro.
Perche' siano cosi', si spiega in base a come si sono evoluti, per
casuali mutazioni genetiche di un unico tipo.
Sostituisci un aminoacido, e la curva di risposta scorre un po'.
Questo da' un vantaggio selettivo alla mutazione, che quindi si fissa.
Altra mutazione causale in un altro aminoacido, e hai un ulteriore
spostamento: ulteriore guadagno.
Capisci che cosa intendevo quando ho scritto che "non sono
progettati"?
Il tentativo piu' vicino a questo, a quanto ne so, sarebbero le reti
neurali, ma non mi sembra che siano andate lontano. In questo caso
credo per l'enorme divario quantitativo in materia di componenti
disponibili e di tempo di sperimentazione.
--
Elio Fabri
Received on Wed Apr 22 2009 - 21:20:31 CEST