Il giorno lunedì 12 febbraio 2018 20:55:03 UTC+1, Wakinian Tanka ha scritto:
> Il giorno domenica 11 febbraio 2018 20:55:03 UTC+1, lino.z..._at_gmail.com ha scritto:
> ...
> > "La radiazione gamma (radiazione e.m. di origine nucleare) ha energia
> > compresa nell'intervallo 10keV - 10Mev.
>
> 10 keV non saranno un pò pochi?
>
> https://en.m.wikipedia.org/wiki/Gamma_ray
>
> <<Gamma rays typically have energies above 100 keV>>
Non farei la gara a chi trova il miglior riferimento che distingue il campo di definizione tra X e gamma, anche perché quello che interessa ora sono i gamma di circa 0.511 Mev
> se E = 1 MeV: l'energia persa è circa il 67% di quella iniziale quindi glie ne rimane ben il 33%.
Non mi metto a seguire i tuoi calcoli (poi ti dico perché) ma prendo per buono l' ordine di grandezza anche se la distribuzione angolare (intensità per angolo solido) di gamma da Compton diffusi in funzione dell' angolo di diffusione.....presenta (per 0.51 Mev) valori un po', ovviamente, diversi. Vedi fig. a pag.13 del riferimento citato (le curve sono normalizzate a 0°), che mi sembra che vada in sufficiente dettaglio. Mi sembra che i gamma da 0.511 Mev che "tornano indietro" sono circa il 20% e questo risultato sarebbe già sufficiente a rendere vana o enormemente inefficiente la propulsione da gamma da annichilazione "riflessi" da un improbabile specchio.
> Non ho ancora guardato questo tuo file, nè da alcun'altra parte, mi sono limitato a fare i conti di cui sopra.
Guardalo, pur non essendo un gran che, può essere utile.
> In base ai semplici conti qui sopra, per energie del fotone inferiori ad 1 MeV, il gamma rimane sicuramente tale. A 10 MeV diventa un fotone con energia di 0,05*10 = 0,5 MeV, quindi direi che è ancora un gamma...
Ma non è tutto qua perchè il gamma "morto" col Compton "rinasce" con minor energia e subisce all' interno del materiale, altre "decurtazioni" di energia.
Il fenomeno complessivo è più articolato di un singolo Compton.
La sigma totale e data dalla somma delle sigma dei vari tipi di interazione. vedi pag. 2 del documento citato.
Non penserai che un primo strato di atomi rifletta una consistente percentuale di gamma per effetto Compton e tutto il fenomeno si esaurisca lì. Paradossalmente basterebbe, per schermare i gamma di quella energia un numero limitato di strati, magari spaziati, che chiamerò provocatoriamente "piombene" (in analogia con i layer di grafene"), ma la: -dI/I = mu*dx , complessivamente dice un' altra cosa.
Per questi motivi non ho seguito i tuoi calcoli. Per ora mi fermo qui.
> Ah! Non lo sapevo che lavori in un centro di sviluppo di motori a raggi gamma! :-)
> Wakinian Tanka
Certo che no! Hai inteso male e ti esprimi in maniera un po' sarcastica che non giova molto alla discussione, ma ho dovuto sopportare di peggio.
Chiarisco: la mia esperienza e' stata di due tipi.
1)Esperienza progettuale in una grande industria che opera a livello internazionale, dove in qualità di ingegnere ho maturato (mi concederai) una idea abbastanza precisa delle varie fasi di un progetto complesso (preprogetto, progetto di max, progetto definitivo, progetto esecutivo). In ambiti diversi le definizioni possono cambiare, ma la sostanza rimane la solita. Se vuoi posso dettagliare.
2)Veniamo ai "motori spaziali". La mia opinione sul motore a raggi gamma da annichilazione con riflessione da specchio parabolico la conosci: è stata ingegneristicamente negativa fin dall' inizio e non ho cambiato idea. Non proprio a quello mi riferivo, ma alla mia tesi di laurea: "Progetto di massima di un sistema di propulsione aerospaziale elettrico usante un reattore nucleare a core gassoso come sorgente di potenza". Con elettrico non si intende: elettroni, positroni e tanto meno gamma, ma ioni accelerati.
Anche qui posso dettagliare per eventuali curiosi. Ma posso dire che essendo l' R.C.G (Reattore a Core Gassoso) il pezzo forte di tutta la tesi, ho lavorato , o più modestamente ho chiesto informazioni dettagliate, non al centro per motori gamma!!, ma al J.P.L. (Jet Propulsion Laboratory), della NASA, dove a quei tempi svolgevano simulazioni ed esperienze in merito.
Uno studentello, laureando in Ingegneria Nucleare (PI), aveva passato circa una settimana nella biblioteca della Casaccia (Frascati) consultando diversi "tomi" di "Nuclear Science" ed aveva selezionato qualche decina di papers , potenzialmente interessanti, poi richiesti alla NASA. La NASA inviava periodicamente microfilm del materiale richiesto alla Casaccia che mi girava gli originali e le stampe relative. Ho ancora, ovviamente, copia della tesi e ho trattenuto qualche elemento (per ricordo) del materiale originario.
E' stato per me un periodo eccitante, ma periodi più lunghi di attività lavorativa, nel mio ramo di specializzazione, lo sono stati ancora di più.
Per questo motivo vantavo, almeno in confronto ai partecipanti a questa discussione, una certa esperienza in campo progettuale generico ed in particolare nel campo di "motori spaziali", con tutti i limiti del caso.
Lino
Received on Tue Feb 13 2018 - 17:05:02 CET