21/02/2018 ore 7:37
Il giorno lunedì 19 febbraio 2018 22:25:02 UTC+1, Elio Fabri ha scritto:
> Wakinian Tanka ha scritto:
> > Sappiamo che nell'esperimento delle due fenditure con elettroni (anche
> > singoli, cioè inviati uno per volta) si forma, dopo tempo
> > sufficiente, una figura d'interferenza sullo schermo rivelatore.
> > Sappiamo inoltre che se illuminiamo gli elettroni all'uscita delle
> > fenditure, prima che questi colpiscano lo schermo, nel tentativo di
> > individuare da quale fenditura essi escono, la figura d'interferenza
> > non si forma più (la figura è simile a quella che si avrebbe se si
> > usassero delle palline macroscopiche).
> Attenzione: c'è una precisazione da fare, e non è da poco.
> Tutto dipende da che cosa te ne fai della luce che colpisce gli
> elettroni.
> Se la mandi a dei rivelatori, e usi il segnale del rivelatore per
> decidere da dove l'elettrone è passato, le cose vanno come dici.
Che significa "decidere da dove l'elettrone è passato"? Chi o cosa può prendere questa decisione? :-)
(Nota che non sto suggerendo l'idea che sia necessario un essere senziente). Significa che uno dei due rivelatori registra in modo certo l'arrivo della particella e l'altro in modo certo che non è arrivata?
> Ma se ti limiti a illuminare, e poi lascia andare la luce (diffusa?)
> per i fatti suoi, l'interferenza non viene distrutta.
Sorge spontanea una domanda: se questa luce arrivasse successivamente a dei rivelatori come quelli sopra? Basterebbe che fossero soltanto un poco più lontani dello schermo dove si forma la figura di interferenza.
> La questione è seria, perché spesso questo viene interpretato come un
> argomento a favore della visione che richiede la partecipazione
> dell'osservatore: il fenomeno ha un andamento o l'altro a seconda che
> l'osservatore *sappia* (dai rivelatori) che cosa è successo, opure no.
> Ma c'è un altro modo di vedere la cosa, che preferisco.
> Se ci metti i rivelatori (che tu li legga o no) hai inserito un altro
> componente nel sistema.
> In tal caso lo stato finale è dverso non solo per il punto dove
> l'elettrone ariva sullo schermo, ma anche per lo stato in cui viene
> lasciato il rivelatore.
> Una discussione dettagliata per un esperimento simile si trova in
> http://www.sagredo.eu/articoli/fqss-2015.pdf
Ho visto ma si rimanda ad articoli del giornale di fisica a cui non ho accesso (e nemmeno all'esperimento di Zhou-Wang-Mandel).
Si potrebbe dire, quindi (o alternativamente), che si dovrebbe considerare non il solo stato |elettr.> della particella elettrone ma quello complessivo
|elettr.>|strum.> di elettrone e strumento di misura?
> > Secondo voi è corretto interpretare il fenomeno nel modo che riporto
> > qui sotto?
> > "when we send light to the electron it changes its momentum and this
> > causes the interference pattern to change slightly if we use low
> > frequency light and greatly if we use a high frequency light."
> No, non mi piace.
Non piaceva anche a me ma non ne sapevo dire il motivo; mi veniva in mente solo che quella analisi implicherebbe che l'elettrone ha una p ben precisa prima di essere colpito dal fotone. È giusto questo che ho scritto?
> Sia perché non tiene conto di quanto ho raccontato sopra.
> Sia perché è semplicistico dire che l'elettrone "changes its momentum":
> in realtà dopo lo scattering ci sono un elettrone e un fotone in stato
> intrecciato.
> Quindi tutto dipende se si fa interagire il fotone con un contatore,
> oppure no.
> Nota: Avrai notato che nello stesso periodo ho usato "scattering" e
> "intrecciato".
> Questo dice qualcosa su come vedo la questione delle traduzioni...
> Ma ora non voglio divagare.
>
Grazie della risposta.
--
Wakinian Tanka
Received on Wed Feb 21 2018 - 07:37:43 CET