Re: Paradosso del gemelli, con e senza etere - bis

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 22 Jan 2009 14:14:08 +0100

"Dino" <brunieradino_at_inwind.it> wrote in message
news:5eNdl.250206$FR.536921_at_twister1.libero.it...
>
> "Bruno Cocciaro" <b.cocciaro_at_comeg.it> ha scritto nel messaggio
> news:49775f33$0$1118$4fafbaef_at_reader2.news.tin.it...

> > Ora, siccome dici che non c'e' alcun modo sperimentale per individuare
> > l'etere, direi che le stesse procedure appena viste si possano ripetere
in
> > ogni riferimento ottenendo esattamente gli stessi risultati.
>
> Non sono d'accordo.
> Se ho capito bene, per te se l'etere non si pu� rilevare con degli
> esperimenti, vuol dire che non c'� o, almeno, che non si pu� tenerne
conto.

No, per me se l'etere non si puo' rilevare con degli esperimenti non vuol
dire che non c'e'. Semplicemente vuol dire quanto viene affermato alla
lettera: non e' rilevabile tramite esperimenti.
Un po' come Dio. Nessuno, che io sappia, e' mai riuscito a dimostrare
tramite esperimenti l'esistenza di Dio. Da cio' non segue che Dio non
esista. Dipendentemente da come uno ragiona potrebbe anche ritenere
difficile dare un qualche senso alle frasi "Dio esiste" o "Dio non esiste",
ma, indipendentemente dai nostri modi di ragionare, si potrebbe comunque
concordare sul fatto che, qualora Dio esistesse (quale che sia il
significato di cio'), sarebbe impossibile rivelarlo sperimentalmente.
Per quanto riguarda il tuo etere a me pare che si possano dire le stesse
cose. Alcuni potrebbero anche avere problemi a capire quale sarebbe il
significato della frase "credo che l'etere esista", ma tutti potremmo
concordare intanto sul fatto che, qualora esistesse, non sarebbe rivelabile
sperimentalmente.

Posta la non rivelabilita' dell'etere, andiamo avanti.

Sono sulla Terra nel punto A e, quando l'orologio fisso nel punto A segna
l'istante tA, decido di mandare un fascio di luce verso il punto B. I punti
A e B distano D, cioe' fra A e B stanno esattamente D regoli unitari fermi
rispetto alla Terra. Quando il fascio di luce arriva in B decido di settare
l'orologio fisso in B all'istante tA+D/c (quando anche tu mi dicessi che
sbaglio a settare l'orologio in questo modo, io comunque deciderei di
settarlo cosi' ... se poi tu proprio insistessi si potrebbe aprire tutto un
discorso che, per il momento, sarebbe meglio non aprire). Il punto di
centrale importanza e' questo:
quando il fascio di luce tornera' in A dopo riflessione in B, l'orologio
fisso in A segnera' l'istante tA+2D/c o no?
Se assumiamo la non rilevabilita' dell'etere dobbiamo rispondere di si'.

E' solo questa la conclusione che sto traendo. Concludo cioe' che se la
distanza fra A e B (misurata con regoli fermi sulla Terra) e' D allora il
fascio di luce torna in A quando l'orologio segna tA+2D/c e se il fascio
torna in A quando l'orologio segna tA+2D/c allora la distanza fra A e B
(misurata con regoli fermi sulla Terra) e' D.

Su questo concordi ?

> E ipotizzando che l'etere esista, non � possibile che le procedure appena
> viste valgano anche per il SR Terra, a meno che questa non sia in quiete
> rispetto al SR etere.

Ma cosa significa che una procedura "non vale"?
Dalla Terra spedisco un fascio che va a riflettersi per poi tornare. Il mio
orologio, fra partenza e arrivo, avra' misurato un intevrallo di tempo pari
a 2D/c o no? Se si' allora la procedura "vale".

> Tu potresti dire che siccome non � possibile rilevare se la Terra � in
moto
> rispetto all'etere, noi possiamo considerarla in quiete rispeto all'etere.

Esattamente. Poi la Terra "in realta'" potrebbe anche essere in moto
rispetto all'etere (quale che sia il significato delle parole "moto rispetto
all'etere", significato che secondo alcuni potrebbe anche essere oscuro), ma
intanto *dobbiamo* dire che, limitandoci ai risultati di un qualsiasi
esperimento, tutto accadrebbe esattamente come se la Terra fosse in quiete
rispetto all'etere. Se cosi' non fosse allora l'etere sarebbe rilevabile.

> Ma nei miei esempi io ho sempre supposto che la Terra fosse in moto
rispetto
> all'etere e, quindi, non puoi considerarla in quiete rispetto all'etere.

E perche' non potrei?
Posso di sicuro finche' mi limito ai *risultati di un qualsiasi
esperimento*.

> Infatti venendo al caso che hai esposto nel tuo post precedente, relativo
> alla stella distante 6 anni luce dalla Terra, anche li ho detto che non �
> possibile che il tempo di sola andata della luce sia la met� di quella di
> andata e ritorno, "a meno che sia la Terra che la Stella non risultino in
> quiete rispetto al SR etere, oppure che non risulti che si muovono
> parallellamente, nella stessa direzione e con la stessa velocit�, sempre
> rispetto all'etere" (vedi mio messaggio delle ore 9.44 del 15.1).

Questa parte e' quella che, per il momento, direi di non aprire.
Di certo, quando arriva il fascio nel punto B, l'omino che e' sul punto B
potra' fare quello che vuole. Se vuole setta l'orologio all'istante tA+D/c,
se non vuole non lo fa. Se qualcuno volesse obbligarlo a settarlo
all'istante tA+D/c (o a un qualsiasi altro istante) dovrebbe portare degli
argomenti. Se vuoi si potra' anche spostare il discorso su quali argomenti
porterebbe questa "teoria eteriana" per obbligare l'omino a settare
l'orologio ad un certo istante (naturalmente la teoria eteriana dovrebbe
innanzitutto dire quale e' l'istante al quale l'omino dovrebbe settare
l'orologio) ma intanto, direi che si debba concordare sul fatto che, quando
il fascio torna in A, l'orologio fisso in A segnera' l'istante tA+2D/c.
Su questo concordi?

> Ciao.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Jan 22 2009 - 14:14:08 CET

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