Paradosso del gemelli, con e senza etere - bis
Ho aperto una nuova discussione, perch� non riuscivo a far accettare la
risposta, probabilmente per troppi messaggi nella discussione.
> "Bruno Cocciaro" <b.cocciaro_at_comeg.it> ha scritto nel messaggio
> Allora, qui forse si riesce finalmente ad intravvedere un qualche
> significato.
> Vediamo se riesco correttamente ad interpretare cio' che vorresti dire.
> Esisterebbe un certo etere del quale postuliamo l'esistenza e del quale,
> almeno per il momento, non sappiamo dire quali esperimenti potrebbero
> individuarlo.
> Postuliamo che, nel supposto etere, gli orologi "funzionano bene", cioe'
> non "rallentano" ne' "accelerano".
Assumo che tu intenda dire in quiete rispetto all'etere.
> Prima di proseguire direi che sia il caso di chiarire alcune cose.
> Ipotizziamo di essere nel riferimento dell'etere, pur non sapendo come si
> dovrebbe fare per accertarcene.
> C'e' modo per controllare che gli orologi "funzionano bene"? Quale e'
> questo modo?
In base alla teoria eteriana, il SR riferimento Terra si sta muovendo
nell'etere, per cui se funzionano bene muovendosi rispetto all'etere, non
c'� ragione che non funzionino altrettanto bene se in quiete rispetto
all'etere.
> Inoltre, considerati due orologi fissi nel riferimento dell'etere, O1
> e O2, a distanza D l'uno dall'altro; quando l'orologio O1 segna l'istante
> t, > dobbiamo dire che *in quello stesso istante* anche l'orologio O2
> (quello > distante D dall'orologio O1) sta segnando l'istante t? C'e'
> modo per > controllare che, in quel momento, i due orologi stanno
> segnando lo stesso istante? Quale e' questo modo?
Si misura la distanza tra O1 e O2, si divide per c, e si trova il tempo che
ci mette la luce per andare da O1 a O2.
Poi O2 imposta il suo orologio con quel tempo.
All'ora 0 O1 invia un segnale luminoso a O2 che, al suo arrivo, far� partire
il suo orologio.
A questo punto i due orologi saranno sincronizzati e segneranno lo stesso
tempo.
Tutto questo perch�, per la relativit� eteriana, solo un SR in quiete
rispetto all'etere � isotropo.
> Quindi, tornando al supposto etere che, a tuo avviso, costituirebbe una
> "alternativa" ai discorsi che io, diversamente da te, ritengo basati sul
> buon senso (cioe' la relativita'), accettando anche l'esistenza di questo
> etere in assenza di prove
Le prove ci sono, a mio parere, e sono, almeno, tutte le manifestazioni
elettromagnetiche che, per il buon senso, non possono manifestarsi nel
nulla.
A meno che non si facciano assumere al vuoto delle
particolari e adeguate propriet�.
Ma allora come fai a chiamarlo ancora vuoto?
Se il vuoto ha delle propriet� non pu� pi� essere vuoto.
Come fai a dire che i "discorsi" relativi alla relativit� ristretta sono
basati sul buon senso se prevedono che il vuoto abbia delle propriet�?
Invece, prevedendo l'esistenza dell'etere, tutto si spiega.
Questo � il fattore principale che fa pendere la bilancia a favore
dell'esistenza dell'etere, nonostante gli evidenti problemi che,
indubbiamente, comporta.
Ciao.
Received on Sat Jan 17 2009 - 22:43:49 CET
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