Continuazione del thread "Il gatto di Schrodinger", diventato lungo ed
ingestibile ...
Enrico SMARGIASSI ebbe a scrivere:
>> Vuoi dire che non e' possibile una formulazione covariante della
>> Termodinamica?
>
> No, no, qui la relativita' non c'entra nulla. Tant'e` vero che nella
> discussione si sono usati esempi perfettamente classici.
Ma il termine "covariante" non riguarda solo la relativita', no? Lo avevo
usato in senso generico: scrivere le formule in modo che le proprieta' di
trasformazione siano manifeste. O, se vuoi, nel senso delle trasformazioni
canoniche in meccanica classica.
> Nel controesempio che ho opposto a Bruno non ho bisogno di effettuare
> conteggi su corpi in moto: mi basta fermare i sistemi dopo che hanno
> raggiunto il nuovo equilibrio termico.
Molto pratica come covarianza :-)
In sostanza, tu assumi che le grandezze termodinamiche abbiano senso
soltanto per i corpi in quiete e che quindi siano degli scalari?
> Comunque non vedo troppi problemi. In certi casi si puo' dare una
> semplice procedura esplicita: es. se si tratta di scatole piene di
> radiazione basta farne uscire una piccola parte e verifiicare che la
> distribuzione e' quella di Planck.
E scommetto che � prevista la trasformazione relativistica delle frequenze
della radiazione in uscita.
Ma non mi piace questa teoria in cui alcune scatole si fermano, altre no.
> Ma il problema e' che la tesi e' che si puo' cambiare il segno del tempo
> localmente, mentre la TD e' esprimibile anche nonlocalmente
Non capisco bene cosa vuoi dire con "esprimibile anche non localmente". Ti
riferisci al fatto che, ad esempio, la legge dell'entropia vale solo per
l'universo nel suo insieme?
Se e' cosi', per me vuol dire solo che, per una sbarra [0,L]
non-uniformemente riscaldata, devo esprimere S come un integrale tra
[0,L]. La stessa cosa vale anche per l'energia totale E.
> risultato che non ho semplicemente un'inversione della freccia del
> tempo, ma non ho proprio freccia del tempo: non posso dire che i sistemi
> termodinamici evolvono tutti in un senso.
Non in tutte le discussioni si puo' raggiungere un punto di accordo, ma nel
caso di questa discussione la cosa, sinceramente, mi genera stupore.
Tu, in sostanza, mi dici che non posso cambiarmi le coordinate con cui
descrivo il mondo, perche' la Termodinamica me lo vieta (o meglio, la
formulazione *non covariante* della Termodinamica me lo vieta).
In sostanza, quello che e' la norma, ad esempio, nella formulazione
hamiltoniana della Meccanica Classica (dove posso mescolare velocita' e
posizione (q,p) come mi pare - le cosiddette trasformazioni di
Hamilton-Jacobi), non posso piu' farlo, neanche in linea di principio, in
Termodinamica, che da quella Meccanica deriva.
Per cui, se in Meccanica potevo dedurre una cosa feconda come la Terza Legge
di Keplero proprio facendo una trasformazione di scala spaziale e temporale
sulle mie equazioni (Landau I, pag 55), tu mi dici questo tipo di
trasformazioni vanno invece bandite come inutili, o fonte di confusione.
E questo perche' cambiando t in -t mi cambia la freccia del tempo?
Michele
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Received on Thu Nov 20 2008 - 16:09:10 CET