Il 21 Nov 2008, 11:27, no_spam_at_no_spam.it (Aleph) ha scritto:
> popinga ha scritto:
>
> > Il 20 Nov 2008, 16:03, Sergio Pomante ha scritto:
>
> ...
> > No. Il significato della misura
> > 10.30 +- 0.11
> > � che l'intervallo da essa definito [10.19, 10.14] ha una definita
> > probabilit� di contenere valore "vero" (ignoto).
> ...
> Secondo me stai facendo confusione tra misura singola e insiemi costituiti
> da molte misure.
A parte che anche la misura singola � in generale una grandezza aleatoria e
soggetta a leggi probabilistiche, ma il caso tipico sono risultati derivanti
dalla combinazione di pi� misure singole. I dati del PDG, che Pomante
contesta, rientrano *tutti* nel secondo caso.
> Nel primo caso (pensa a una misura di spessore effettuata con un calibro)
> si assume (considerando valide le caratteristiche costruttive dello
> strumento) che la misura cada *con certezza* all'interno dell'intervallo
> pari al valore letto +/- la met� dell'intervallo di sensibilit� dello
> strumento;
Nel caso di un calibro contrassegnato la distribuzione � assunta uniforme in
tale intervallo.
La varianza di una distribuzione uniforme in un dato intervallo [a,b] si
calcola facilmente e risulta:
(b-a)^2/12
Dunque la valutazione corretta dell'errore di una singola misura effettuata
con calibro di passo p costante (p = |b-a|) �:
p/sqrt(12)
Ma in generale prima di procedere � opportuno verificare se la grandezza da
misurare � ben definita rispetto alla sensibilit� dello strumento. Cio� si
fanno pi� misure. Se queste N misure producono una certa dispersione, allora
si procede con l'approccio statistico usuale e la distribuzione governa la
singola misura. Se la spaziatura del calibro � tale che le N misure
producano lo stesso risultato (la grandezza � ben definita) allora si
procede come ho scritto sopra.
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Received on Fri Nov 21 2008 - 14:17:58 CET