Re: De divulgatione

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Mon, 03 Sep 2012 21:44:06 +0200

Omega ha scritto:
> Io invece ritengo ottocentesco - diciamo pseudo-aristocratico -
> pretendere di distinguerle, anche solo perch� il materiale � lo
> stesso e il pubblico � il medesimo (fare delle distinzioni oggi nel
> pubblico, considerata la cultura di massa a tutti i livelli, la
> vacuit� della scuola e la molteplicit� dei canali di informazione,
> � solo assurdo).
Questa frase � caratteristica del tuo modo (sbagliato) di ragionare.
Cogli alcuni aspetti reali (e ampiamente propagandati in tutte le
sedi, al di l� della loro fondatezza). Li erigi a leggi universali, e
ne trai conclusioni apodittiche.
Per di pi� ti reputi "moderno", contro concezioni "ottocentesche"...
Fai tutto da solo, naturalmente.

Non � affatto vero che il materiale � lo stesso.
Non � vero che il pubblico � lo stesso: lo � solo in parte, una parte
vaga, fluttuante, indefinibile.
Non � vero che la scuola sia "vacua": con tutti i difetti e la
limitatezza di risultati (che forse io conosco meglio di te) ha anche
(e ancora) una funzione insostituibile che non mi pare possa essere
realizzata in alcun altro modo.

> Volendo proprio fare il filologo, vai a vedere che cosa significa
> "vulgus" sul tuo dizionario di latino (se ne hai uno), e vedrai che �
> una definizione sprezzante, aristocratica, da cui deriva l'attributo
> "volgare", che � inequivocabile.
Vuoi fare il filologo ma parli un italiano da quattro soldi ("se ne
hai uno" non � italiano: � l'inglese "if you have one" tradotto
maccheronicamente. In italiano - l'italiano che io ho imparato dai
maggiori scrittori, non dalla TV - si dice "se ce l'hai").

Ma poi la tua traduzione del latino "vulgus" � sbagliata.
O meglio, coglie solo un'accezione parziale della parola.
In generale, "vulgus" significa la massa, la totalit� degi uomini
comuni: prendilo il tuo dizionario latino e guarda.
Del resto, che cosa intendevano secoli fa contrapponendo il "volgare"
al "latino"? Si riferivano forse a una lingua piena di parolacce? :-) O
non invece alla lingua parlata dal "volgo", ossia dalla gente comune?
Che cosa pensi che intendesse Dante quando scrisse il "De vulgari
eloquentia"? Pensava a un modo di parlare povero, sboccato, da
ignoranti, o alla lingua in cui scrisse la "Commedia"?
E Galileo, quando scrisse le sue maggiori opere in volgare, si rivolgeva
forse a gente spregevole, bassa?

Mi sono soffermato su questo perch� illustra bene il tuo modo errato e
anche assai fastidioso di argomentare.
Spari delle affermazioni infondate (anche per tuoi limiti culturali,
temo) e su quelle costruisci dele "argomentazioni" che non stanno
in piedi, ma che hanno sempre un sapore offensivo verso qualcuno...

> 1''. Divulgazione e insegnamento si sono fusi non solo per via della
> scuola di massa, ma per via dei media. Pensa anche solo all'e-learning
> o anche solo alla wiki, che non � un fenomeno banale, anche se va
> presa con le molle e i guanti e talvolta tappandosi il naso.
Siamo ale solite, e mi ripeterei.
Qualcosa di vero ma molto esagerato e generalizzato, arrivando a una
"fusione" che esiste solo nella tua testa.

> Lo scolaro delle elementari che viene in contatto per la prima volta
> con la scienza ha forse quella che chiami "una preparazione
> specifica"? No.
Si direbbe che tu sia vissuto finora su un altro pianeta, che ti
manchino ricordi scolastiti, che non abbia figli, figli di amici, di
parenti ... su quali vedere che cosa si fa a scuola.
Secondo te per es. alle elementari viene "divulgata" la matematica?
Tutt'altro: vengono forniti degli elementi (nozioni base di aritmetica
e geometria) sui quali nelle scuole superiori verr� costruita una
conoscenza pi� ampia e approfondita.
(Che poi questo funzioni assai male, io lo dico da decenni, non debbo
impararlo da te. Ma ci� significa che � sbagliato l'approccio, non
l'obiettivo.)

> 3. Rendere pubblico qualcosa (il contenuto e l'esito di una
> ricerca), fuori da un'accezione aristocratica ottocentesca, �
> rendere AL pubblico ci� che gli spetta, cio� il resoconto di ci� che
> si fa con le sue tasse, per dirlo brutalmente ma realisticamente.
E demagogicamente.
Qualunque demagago trombone su questo terreno risulter� sempre vincente.

> No, assolutamente no: allora che differenza c'� con il testo
> scolastico che con la sua gradualit� dalla scuola primaria
> all'universit� deve procedere a molti passi di sintesi?
Ci risiamo: che c... significa "molti passi di sintesi"?
Secondo te per es. alle elementari si fa un "primo passo di sintesi"
sulle eq. differenziali?

> ...
> Queste sono solo alcune osservazioni. Non sono tutte ma bastano.
> La distinzione "filologica" ma soprattutto quella che ho trovato in questo
> gruppo, ripeto che � inattuale, e soprattutto pseudo-aristocratica.
> E siccome io sono volgo non la prendo neppure in considerazione.
E' vero, tu sei "volgo", e nel senso peggiore.
Ci� che non capisci lo disprezzi e lo rifiuti.
Ti erigi a giudice di cose che non hai i mezzi per capire.
Demagogicamente, accusi chi non � d'accordo con te di essere
"ottocentesco", "aristocratico"...

Povera Italia, se il tuo modo di pensare dovesse prevalere pi� di quanto
non ha gi� fatto spec. negli ultimi vent'anni :-<
                                                    

--
Elio Fabri
Received on Mon Sep 03 2012 - 21:44:06 CEST

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