Albert0 ha scritto:
> Vorrei precisare che Platone è l'unico che parla di Atantide, non è
> un mito comune al mondo antico.
Si', ma esistono dei racconti collegabili: la caligine che avvolse
Giasone e gli argonauti, le tenebre che sono la nona delle piaghe
d'Egitto. Riconducibili all'eruzione di Thera (Santorini), se Atlantide
e' identificabile con la civita' Minoica.
Un'altra ipotesi sensata e' che il mito si riferisca ad una civilta'
prenuragica nella piana di Cagliari spazzata via da uno tsunami causato
da un maremoto al largo della Tunisia.
> Una civiltà scomparsa di colpo è quella cretese/minoica.
Spiegabile con l'eruzione di Thera, indipendentemente dal mito di Atlantide.
> Nessuno obietto a Colombo che il suo viaggio era impossibile
> perchè la terra è piatta, ma piuttosto perche era troppo lungo.
Infatti. E AVEVANO RAGIONE.
Ai tempi di Colombo tutti, inclusi i "saggi di Salamanca", sapevano che
la terra e' praticamente sferica, e avevano un'idea *esatta* (con errori
inferiori al 5%) delle sue dimensioni. Per un navigatore il calcolo
della circonferenza massima era banale: 360*60 miglia marine. Ed un
miglio marino e' facilmente misurabile con un sestante: percorrendo 60
miglia lungo un meridiano, l'azimuth della polare, misurato alla stessa
ora, cambia di 1 grado.
I saggi di Salamanca stimavano anche, con precisione superiore a quella
di Colombo, la distanza in longitudine via terra fra Canarie e Catai,
che oggi sappiamo essere pari a 150°. Colombo si basava invece su
tabelle delle longitudini di Tolomeo, che si era basato sui rilevamenti
dei mercanti: i viaggiatori calcolavano ogni giorno le miglia percorse e
le trascrivevano su uno scartafaccio, il "milione" (famoso quello di
Marco Polo) per valutare il tempo di ritorno. Ovviamente i geografi
dovevano ricavare dalle miglia percorse in direzione est, ma lungo un
cammino spesso tortuoso, le distanze in linea d'aria, e questi calcoli
erano sempre affetti da una sovrastima sistematica. Per cui Tolomeo
aveva gia' corretto al ribasso le stime precedenti di Marino di Tiro,
che valutavano la differenza in longitudine Canarie - Catai in 230°,
portandola a 180°, ancora troppo. Ma nella sua famosa lettera del 1470,
che influenzo' Colombo, Paolo Toscanelli esagera addirittura la stima di
Marino, portandola a 240°.
Colombo quindi pensava di dover percorrere via mare 120° lungo il
tropico del Cancro (ma meno di 100° in un'unica traversata, se l'isola
di Gipango si fosse trovata effettivamente sul parallelo delle Canarie
come supponeva Toscanelli); in realta' avrebbe dovuto percorrerne 210°.
*Se non avesse trovato altra terra* nel percorso, sarebbero tutti morti
di fame, sete e scorbuto.
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TRu-TS
Received on Tue Jul 22 2008 - 13:37:56 CEST