Re: De divulgatione

From: Luca <scuffiadiprua_at_bigstring.com>
Date: Mon, 03 Sep 2012 23:39:22 +0200

On Wed, 29 Aug 2012 09:23:57 +0200, "Omega" <Omega_at_NOyahoo.it> wrote:

>"Luca":
>> "Omega":
>>
>>>Mi spiace, ma sono la medesima cosa. Insegnare ***�*** divulgare per
>>>definizione.
>>
>> Definizione? E decretata da chi, di grazia?
>
>Se non quoti adeguatamente, ossia tagli la spegazione dell'affermazione,
>dopo puoi commentare e anche criticare all'infinito, e fare anche della
>sterile ironia.

La frase da te scritta � chiusa. Non � aperta a interpretazioni, dal
momento che poni i termini invocandone una presunta *definizione*.

Certo, puoi liberamente sostenere che i due termini TU li consideri
ugual, ma allora non lo sono pi� 'per definizione': lo sono in modo
'soggettivo'.

E infatti IO li considero ben distinti e ne ho voluto spiegare il
motivo.

>Io invece
>ritengo ottocentesco - diciamo pseudo-aristocratico - pretendere di
>distinguerle,

Io no.

>anche solo perch� il materiale � lo stesso e il pubblico � il
>medesimo

No davvero e lo spiego qui sotto.

>(fare delle distinzioni oggi nel pubblico, considerata la cultura
>di massa a tutti i livelli, la vacuit� della scuola e la molteplicit� dei
>canali di informazione, � solo assurdo).

Mah, qesto mi sembra un po' di qualunquismo a dire il vero. Niente di
quello che dici mi pare scontato.

>> Quindi anche solo *per definizione" sono due cose molto diverse fra
>> loro.
>
>Nelle tue dotte definizioni con afflato filologico dimentichi alcune cose:
>
>1. Il "volgo" come nella tua definizione � contraddittorio, come mostrer�
>ora. Cerchi di rimediare quando dici che tutti siamo tutti volgo, per� solo
>in quanto non sappiamo certe cose, che non � affatto nella definizione che
>hai riportato.

Tutti siamo volgo in quanto tutti siamo 'potenzialmente' oggetto di
divulgazione *ora*, su SKY o su Mediaset o leggendo Focus. Niente di
pi� e niente di meno. L'insegnamento richiede da parte del discente
una partecipazione attiva e ben pi� profonda alla 'formazione'.

 Per quello che intendo io la divulgazione 'informa', l'insegnamento
'forma'. O anche 'formare' e 'informare' sono la stessa cosa 'per
definizione'?

Se i termini li vuoi uniformare va benissimo, basta mettersi
d'accordo. Per� non puoi affermare che lo sono 'per definizione'. Lo
diventeranno 'per convenzione' e solo se la accettiamo entrambi.
Altrimenti nisba.

>Volendo proprio fare il filologo, vai a vedere che cosa
>significa "vulgus" sul tuo dizionario di latino (se ne hai uno), e vedrai
>che � una definizione sprezzante, aristocratica, da cui deriva l'attributo
>"volgare",

Ah s�? Adunque (licenza ottocentesca) anche 'vulgata' voleva essere un
termine sprezzante?...

>che � inequivocabile.

Lo si � appena visto quanto sia 'inequivocabile'. Quindi 'divulgare' �
un termine sprezzante anch'esso?
E la Divina Commedia � scritta in volgare per via delle parolacce che
vi si leggono ad ogni pi� sospinto?

>Quindi � evidente la contraddizione fra
>"volgo" e "tutti", una specie di scusa per cercare di reggere in piedi un
>argomento senza gambe.

E poi sarei io l'ottocentesco... Guarda che volgo nella parola
'divulgare' sta genericamente per 'popolo' senza alcuna accezione di
disprezzo che invece tu ci vorresti tanto trovare. E siccome io mi
ritengo parte del popolo anch'io sono 'volgo' e dunque beneficiaro di
eventuale 'divulgazione'. Non mi pare di essere particolarmente
aristocratico nell'affermare ci�.

Ma bench� possa essere uno del volgo rispetto a certi argomenti, fra
cui la fisica, non lo sono affatto negli altri in cui sono invece un
professionista o, come forse pi� ti piace, un aristocratico elitario.

Quindi come vedi niente aristocrazia ottocentesca, semplicemente un
prendere atto che ci sono argomenti che non padroneggiamo con la
stessa sicurezza di altri. Diciamo un'aristocrazia del duemila in cui
tutti possiamo essere contemporaneamente miseria e nobilt�... ;-)

>1''. Divulgazione e insegnamento si sono fusi non solo per via della scuola
>di massa, ma per via dei media. Pensa anche solo all'e-learning

Ma tu hai mai fatto un corso e-learning? Prova a fare via e-learning
un corso per CCNA di Cisco e poi mi saprai dire. Non si deve
commettere l'errore di confondere il canale con il contenuto e pensare
che basti un video per rendere tutto accessibile a tutti senza pi�
sforzo.
Ci sono anche canali moderni ed efficientissimi che veicolano
contenuti ridicoli e canali vetusti che veicolano contenuti di
eccellenza.

>o anche solo
>alla wiki, che non � un fenomeno banale, anche se va presa con le molle e i
>guanti e talvolta tappandosi il naso.

Ma infatti la wiki � molto pi� spesso 'divulgazione' che non altro.

>2. l'ignaro scolaro, allievo, studente *�* pubblico (lasciamo stare dunque
>il "volgo") e non qualcosa di diverso, perch� per definizione non sa, e
>spiegare a una o pi� classi � far passare l'informazione da uno a molti. E
>quindi � diffondere la conoscenza, cio� divulgarla. Lo scolaro delle
>elementari che viene in contatto per la prima volta con la scienza ha forse
>quella che chiami "una preparazione specifica"?

No, ma infatti non gli si parla certo di termodinamica. Prima gli si
insegna la matematica elementare, poi via via fino, per esempio, alle
equazioni differenziali alle derivate parziali (ma � gi� passato un
po' di tempo). Ma questo E' insegnamento.

Comunque quello che intendo io per 'preparazione specifica' non �
tanto uno status quanto un percorso cognitivo. Anche questo distingue
l'insegnamento dalla divulgazione.
In quanto tale � spesso uno scolaro delle elementari che "comincia"
una preparazione specifica.

Una preparazione specifica � ad esempio quella che passa per la storia
della musica, la lettura e il solfeggio, ore e ore a fare scale
accordi, armonia e contrappunto, fino ad arrivare alla padronanza di
uno strumento. Poi c'� lo studio della composizione, direzione di
orchestra etc.
Tutto diverso da comprare un biglietto e sedersi a teatro per
ascoltare un bel concerto. Soprattutto per il tempo e il sacrificio
richiesto.

>No. Allora � pubblico come
>tutti, anche se seduto in un banco e se dovr� passare un esame (come se
>fosse significativo per l'apprendimento :-))) Ma non solo lui: se vai a
>scuola � perch� certe cose non le sai, ed � chi insegna a doversi adeguare
>alle tue "basi" e non viceversa.

N� l'una n� l'altra. L'insegnamento si adegua alle 'mie' basi, ma solo
in quanto segue una strategia che nel tempo si � dimostrata efficace
nel portare lo studente da quello specifico livello di conoscenza a
uno superiore. D'altra parte non tutti posson farcela per i motivi pi�
disparati, ma principalmente per mancanza di motivazioni sufficienti
ad affrontare un sacrificio che spesso per un'analisi superficiale
appare sterile e inutile (per esempio le scale al pianoforte insegnate
in maniera ossessiva a un bambino di sei o sette anni).

E' come in campo militare: solo i sopravvissuti tramandano le
strategie vincenti.

Ma questo � insegnare, ovvero condurre uno studente da una conoscenza
'base' a una conoscenza specialistica. IL tempo richiesto � molto e
purtroppo non sar� possibile essere un esperto di fisica nucleare, un
provetto meccanico, un bravo chirurgo, un'ottimo ciclista
professionista e un pescatore di perle di Ceylon nel breve arco di una
vita umana. Al pi� potremo avere una minima infarinatura su tutto. E
in tal caso io parlo di divulgazione. Anche la divulgazione pu� essere
pi� o meno approfondita, mica � detto che si debba adeguare per forza
ai livelli bassi.

> Vediamo di non capovolgere questo fatto.
>Perci� se costui si deve adeguare sta proprio divulgando per definizione.

Sarebbe cos�, se le cose andassero come dici tu, ma come vedi, non
ritengo vero questa prospettiva che invece rovescio con decisione per
i motivi che ti ho appena esposto. Quello che avviene � quello che ti
ho appena detto. Se non ci credi prova a iscriverti al conservatorio e
vedrai chi � che deve adeguarsi a cosa e in che tempi se davvero
vorrai arrivare a certi livelli.

>3. Rendere pubblico qualcosa (il contenuto e l'esito di una ricerca), fuori
>da un'accezione aristocratica ottocentesca,

Aristocratica forse, ma ottocentesca (settecentesca per meglio dire)
certamente no. Quell'aristocrazia era basata sui natali ed era
esclusiva, questa � basata sull'impegno e sul sacrificio ed �
democratica. Un'aristocrazia alla portata di tutti se si escludono
problemi di altra natura per i quali magari accade che non tutti
possano permettersi di mantenere un figlio agli studi, ma questo � un
altro aspetto che ho volutamente tralasciato, anche se � certamente di
grande importanza.

>� rendere AL pubblico ci� che
>gli spetta, cio� il resoconto di ci� che si fa con le sue tasse, per dirlo
>brutalmente ma realisticamente.

Beh, allora occorrer� realisticamente trovare un modo diverso dalla
pura e semplice enunciazione del principio di sovrapposizione degli
stati ;-) Serve 'divulgazione', in effetti.

>4. Forse la divulgazione, essendo rivolta al pubblico, pu� essere un insieme
>di balle o di banalizzazioni? No, assolutamente no:

Ma neppure potr� essere esaustiva se il pubblico non � composto di
specialisti. Non lo potr� essere per vincoli oggettivi linguistici e
cognitivi, non certo per una sorta di elitarismo o per un presunto
complotto.

>allora che differenza
>c'� con il testo scolastico che con la sua gradualit� dalla scuola primaria
>all'universit� deve procedere a molti passi di sintesi?
>E s�, mio caro,
>perch� lo studente universitario stesso, davanti al testo, non sta vedendo
>la ricerca, il suo sviluppo e le sue motivazioni, ma ne vede unicamente una
>sintesi della quale, anche se la ripete all'esame con tanto di formule, te
>lo raccomando che cosa ha capito! Prova infatti a farglielo applicare! Ho
>chiesto di farlo molte volte, specie davanti a tesi megagalattiche che
>neanche Einstein ... con risultati grotteschi.

Mai affermato che l'insegnamento raggiunge sempre gli scopi che si era
prefissati.

Pessimi allievi e/o pessimi insegnanti possono generare questo tipo di
risultati, ma io credevo che stessimo parlando in linea di principio.

>5. Nessuno legge di una ricerca e del suo esito se non vi ha un interesse. E
>tale interesse ha un effetto proprio fisiologico preciso: la memorizzazione.
>Dopo tale lettura uno sa che tu hai fatto quella ricerca con quelle
>motivazioni, obiettivi, metodo e quant'altro. Altrimenti legge la pagina
>sportiva. Sei certo invece che l'esito dell'insegnamento nel significato
>ottocentesco (cio� attuale) del termine, spesso solo finalizzato ad
>agguantare la sufficienza e un diploma/laurea, abbia lo stesso risultato
>mnemonico e valore conoscitivo? Sicuramente no, perch� solo l'interesse � il
>maglio che imprime le conoscenze nella memoria (non solo l'esperienza, che
>pu� essere fatta a sua volta con la testa nel sacco e senza la capacit� di
>associarla alla conoscenza).

Ma ritorna il discorso del 'percorso formativo.

L'interesse su cui si fonda l'insegnamento � l'interesse per il
traguardo, non l'interesse "contingente", o almeno non solo quello. O
forse le scale al pianoforte si imparano a memoria perch� sono
interessanti?

Fare scale non � fare musica, ma trovami uno strumentista che non ne
abbia fatte a milioni... Non certo per interesse nella
prestidigitazione armonica.

Quello che voglio dire � che non sempre si impara a memoria X perch�
si � interessati specificatamente ad X, ma perch� X => Y => Z => W e
si � interessati a W.
Poi magari salta fuori qualcuno che vorrebbe tanto la scorciatoia per
W e protesta perch� non vuole saperne niente di X, Y e Z di cui non
glie ne pu� fregare di meno.

Per W c'� un percorso formativo ben peciso: per tutto il resto c'�
Focus.

>Queste sono solo alcune osservazioni. Non sono tutte ma bastano.
>La distinzione "filologica" ma soprattutto quella che ho trovato in questo
>gruppo, ripeto che � inattuale, e soprattutto pseudo-aristocratica.
>E siccome io sono volgo non la prendo neppure in considerazione.

Non � aristocrazia: lo ripeto: solo i vivi trasmettono le strategie
migliori. Non � detto che siano le uniche, ma in genere vincono su
quelle studiate a tavolino ex-novo.
O se vogliamo dirla con una frase di Newton (?) "Se ho potuto vedere
pi� lontano degli altri, � perch� sono salito sulle spalle dei
giganti".
Vale per i metodi della fisica, ma anche per i metodi di trasmissione
della conoscenza.


>Omega

Luca
Received on Mon Sep 03 2012 - 23:39:22 CEST

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