On 26 Mag, 14:35, Enrico SMARGIASSI <smargia..._at_ts.infn.it> wrote:
> Se poi il punto e' di paragonare due attivita' che si svolgono per gradi
> e raffinamenti successivi,
grosso modo si
> allora di paragoni del genere se ne possono
> trovare infiniti e quello con gli scacchi non e' certo il migliore. Un
> paragone con l'attivita' del pulire i pavimenti per esempio sarebbe gia'
> migliore.
:)) ahahahahahahahah
Comunque guarda..... lo so che e' molto difficile spiegare cosa voglio
dire, ma cerco di essere il piu' diretto possibile.
Ci sono una miriade di giochi:
Il gioco in generale e' una "riproduzione" in scala della realta'.
Laddove la realta' associa ad un individuo_uomo il <<suo>> ambiente
esterno fatto da altri uomini e altre cose "al limite
dell'imprevedibilita'" (il mondo e' disordinato, e l'uomo ci vive
dentro) il gioco mette la componente <<inaspettata>> tipo dadi, o
mischiare_le_carte.
Questa tipologia di giochi riflette la realta' nel gioco attraverso la
variabile aleatoria "estrazione del contesto immediato futuro".
Facci caso: i giochi sono una simulazione della realta'.....
In genere essi sono o tra concorrenti, (1/+)vince-(altro/i)Perde o
solitari; ma sempre riportano la realta' attraverso la variabile
aleatoria.
Alcuni esulano da tale casistica non avendo in se' altro che la
"aleatorieta'" di una singola scelta iniziale : A chi tocca Iniziare.
Questi sono giochi leggermente diversi.
Essi non hanno in se' la riproduzione della visione realistica
<<imprevedibilita' del futuro>> simulato da Dado/Carte ed in cui il
concorrente e' l'uomo che si districa tra i problemi che la vita
inaspettatamente di volta in volta gli presenta. Questi giochi pongono
di fronte 2 uomini e l'imprevedibilita' non e' altro che "il non
sapere cosa stia pensando l'avversario". A questo punto gli scacchi
potrebbe essere molto piu' un gioco <<psicologico>> che <<fisico>>;
infatti si potrebbe facilmente accettare l'ipotesi che "un uomo capace
di leggere nel pensiero altrui" possa vincere ogni partita, cio' che
non e' lecito pensare a scopa.
Infatti sebbene il telepata riesca a leggere la mente dell'avversario,
se non ha carte, Perde!
Ma allora gli scacchi sono rivolti all'interpretazione della psiche?
Assolutamente no.... in minima parte possono essere visti in questo
modo.
Gli scacchi offrono al giocatore la possibilita' di "esprimere un
modello mentale" attraverso i pezzi sulla scacchiera.
I pezzi sono 16 ed ognuno ha la sua "regola".
In fisica i pezzi sono un po' di piu', magari raggruppandoli in
famiglie oserei
3+3leptoni, 6quark, 4/5 bosoniMediatori..... ogni famiglia con le sue
regole.
I pezzi si muovono nello spazio BN della scacchiera, le particelle
forse si muovono in uno spazio quantizzato....
Gli scacchi in ogni loro configurazione si presentano come un sistema
che si trova in un certo stato, e quindi ogni configurazione potrebbe
essere associata ad una certa energia.
La partita evolve attraverso una sequenza di mosse alternate: i pezzi
sono diversi ma appartenenti al B o al N, la fine della partita non e'
altro che il raggiungimento dello stato finale o di equilibrio, e se
l'equilibrio e' dinamico (oscillazione intorno a pto di attrazione) la
partita e' patta; ad esempio.
Noi la realta' la studiamo con la fisica per capire quali sono le
mosse associate ai pezzi, quali sono le regole del gioco del mondo.
A scacchi le regole le conosciamo... cio' che ci fa giocare a scacchi
non e' tanto lo sfizio di sapere quali mosse ogni pezzo puo' fare, ma
il renderci conto se esiste ovunque una situazione classica o di
equilibrio.
Infatti la partita finisce!
La fine della partita significa l'aver trovato quella configurazione
di mosse-pezzi in sequenza tale da minimizzare <<l'azione>>, se con
azione intendiamo il <<giocare>>.
Received on Fri May 30 2008 - 09:58:48 CEST
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