"Tommaso Russo, Trieste" ha scritto:
> Aspetta, precisiamo meglio le condizioni iniziali. Io sono in orbita
> attorno alla terra e ho in mano due apparati eguali. Ne lascio cadere
> uno verso il sole. Qualche ora (giorno) dopo entrambi aprono una
> piccola apertura e lasciano uscire qualche fotone. Quelli emessi dall'
> apparato vicino al sole mi appaiono red shifted, ma non e' che durante
> la caduta (nel corso della quale non hanno fatto altro che rimbalzare
> fra le pareti) hanno subito un blue shift eguale e contario per cui li
> vedo della stessa frequenza di quelli emessi dall' apparato che ho
> ancora in mano?
Sto seguendo il thread dall'inizio, ma finora non avevo capito quale
fosse il problema.
Non che ora sia sicuro di aver capito, ma mi sto avvicinando :)
Per ora osserverei solo che la tua congettura rimbalzare
> hanno subito un blue shift eguale e contario
ha poco senso, se non precisi redshift rispetto a quale strumento di
misura, rivelatore (quello che molti chiamano "osservatore", termine
che io non voglio usare).
Questo e' necessario, perche' redshift e blueshift non sono
_intrinseci_ a un fotone...
"davide.vadacchino_at_gmail.com" ha scritto:
> Se tieni conto soltanto dei diversi campi gravitazionali nei due punti
> in cui si trovano le scatole, hai redshift perch� il campo del sole,
> sulla sua superficie, � molto pi� intenso di quello che misuri sulla
> superficie terrestre dovuto alla terra.
Osservazione marginale: non sono i "campi gravitazionali" quelli che
contano per determinare redshift ecc.
Caso mai, nell'approssimazione newtoniana, sono i potenziali.
Ma sono sicuro che questo lo sai benissimo.
"Tommaso Russo, Trieste" ha scritto:
> Perche' dal momento in cui sono entrati nella cavit� (che avevo in
> mano, vicino alla terra) a quando ne sono usciti, vicino al sole,
> hanno percorso un cammino sia pure lunghissimo, venendo continuamente
> riflessi fra la pareti e seguendo quindi mediamente il percorso della
> cavit�, che li ha portati pur sempre a uscire ad un potenziale
> gravitazionale molto inferiore a quello di dove erano entrati. L'
> energia in eccesso acquistata dalla loro "massa", (G.terra - G.sole)(h
> nu)/c^2, che verr� riusata per riportarli a Gterra, dove puo' essere
> andata se non in un blue shift misurabile da un osservatore vicino al
> sole?
Ora capisco un po' meglio, anche se una risposta sicura non te la so
ancora dare.
Pero', usando il tuo linguaggio, direi che i fotoni possono aver
scambiato energia con le pareti della cavita', come succede nella
riflessione su uno specchio in moto.
> E (forse � questa la vera domanda) perch� questo blue shift non
> dovrebbe essere misurabile da un osservatore che � arrivato vicino al
> sole *seguendo* la cavit� o addirittura *dentro* la cavit�?
E questo risponde alll'obiezione che ti avevo fatta sopra (e che tu
non avevi letto :-) ).
Debbo pensarci.
--
Elio Fabri
Received on Thu May 15 2008 - 21:04:18 CEST