"Luciano Buggio":
> "Omega":
>
> (cut)
>>
>> ...
>
> ...
>
> Che cosa vuol dire, in questo contesto,"soddisfacente"?
> Classicamente vuol dire che si da una definizione che non induce
> ulteriori domande.
Direi che soddisfacente � una spiegazione che apre delle porte a un pi� ampio e preciso inquadramento della conoscenza della realt�,
e anche della sua possibile gestione.
> Finch� tu definisci la particella elementare come entit� dotata di
> un'estensione (la famosa res extensa) ti si chieder� sempre: "E di che
> cosa � composta?"
Certo. Ma la mia domanda � sul concetto di 'elementare'.
Una cosa ho detto discutendo fra i filosofi (filosofi come qui sono fisici, cio� alcuni): che l'elementare non pu� avere alcuna
caratterizzazione, perch� ogni carattere sarebbe in tal caso pi� elementare dell'elementare. Perci� dicevo che l'elementare, se �
tale, non � percepibile essendo privo di caratterizzazioni, perci� privo di ogni possibile interazione (fra cui l'osservazione
quindi). Ma � anche molto peggio di cos� se si va a fondo su quell'attributo spesso sostantivato: per esempio una caratterizzazione
� la localizzazione, un'altra i suoi limiti, entrambe cose senza senso per ci� che � realmente elementare.
E non � affatto solo una questione filosofica. O meglio penso sia meglio rifletterci anche se non si � filosofi (io non lo sono:
sono un tecnologo, un vil meccanico come direbbero i gentiluomini del Manzoni)
> Cos� non si obbieterebe nulla alla definizione dell'elettorne come
> "punto materiale" senza dimensione, se non si aggiungesse che questo �
> solo una definizine di comodo, che va bene per i calcoli,
Per fortuna l'elettronica (la mia "meccanica") � una disciplina assiomatica e perci� non si pone il problema.
Il problema mi si presenta invece quando vedo la tendenza anche di altre discipline a diventare assiomatiche, ossia a non mettere in
discussione i propri fondamenti. E non � bene a mio parere che la scienza si confonda con la tecnica e la tecnologia (se apprezzi la
differenza fra le due, anzi fra le tre).
> ...
> E' fatto di parti discrete, o � un corpo dotato di continuit�?
Il discorso della continuit� non � fisico ma filosofico; infatti la vera discontinuit� implica il nulla fra due enti, altrimenti non
� affatto discontinuit�. Ma il nulla notoriamente non esiste, ergo non pu� esistere la discontinuit�. Perci� il concetto di 'quanto'
e tutto ci� che segue � un modello utile, come si � spesso evidenziato, ma non corrisponde alla realt�. La realt� non pu� che essere
continua in tutte le sue dimensioni. Certe aggregazioni possono apparire come entit� a s�, cio� isolate, per esempio il tuo
elettrone, ma � impossibile che lo siano. Figuriamoci poi il tempo discreto! Follia pura.
> Ed in questo caso, che di materiale �? Che forma ha?
> E' radilmente isotropico?
> E' una pallina?
> Ed il confine? � netto o sfumato?
> E' duro, elastico?
� (rappresentato da) un vettore multidimensionale basato sul *comportamento* di qualcosa che in base a certe premesse � stato
identificato come 'elettrone' (per esempio in base al modo di ottenerlo, per esempio riscaldando un catodo). Evidentemente � utile
trattarlo cos� per certe considerazioni. Poi nulla impedisce di non accontentarsi affatto di questo.
> Non c'�, come ho gia detto, che un'asserzione che blocca l'altrimenti
> legittima inchiesta:
> "La particella elementare � un oggetto puntiforme, senza dimensione"
> proprio come diceva Ruggero Boscovich dei suoi "puncta".
Ti fidi dei Gesuiti? Cartesio non si fidava :-))
> Intendo **quella** inchiesta, quella domanda:"Di che cosa e come �
> fatto?"
Io temo che una risposta veramente soddisfacente non ci sar� mai, per la stessa ragione di cui sopra: non credo alla discontinuit� e
quindi a una vera identificazione di un ente, tantomeno elementare.
> Certo l'inchiesta continua, ma � diversa, e consiste in tutt'altro
> ordine di obiezioni:
> "Il punto senza dimensione � il nulla" ed il nulla non � strutturato,
> non pu�, per esempio, avere massa, n� carica, n� plarizzazine, o quel
> che sia.
> Per esempio Boscovich dice che i suoi "punct�" pur essendo inestesi
> hanno massa.
> Ma che cosa vuol dire "avere massa".
Guarda che quel gesuita si riferiva probabilmente ai punti materiali, che si possono considerare tali a certe condizioni - quando le
distanze sono di ordini di grandezza maggiori delle dimensioni reali delle cose. Anche il sole � un punto, nella Galassia.
Ma dir� di pi� a proposito di "puntiforme": Boscovich sosteneva la cosa che dici ed era giustificato da quanto ho appena detto, ma
non c'� persona che non sappia che il presente � temporalmente inesteso e che � l'unica realt� esistente, ma nessuno o quasi (a
parte Parmenide, Agostino d'Ippona, Bertrand Russell in parte, e Omega in toto) conclude che il tempo non esiste, e che ne abbiamo
cognizione solo grazie alla memoria.
> L'attenzione si deve spostare allora allo spazio intorno al punto,
> dove si dice che c'� il campo (per es. gravitazionale), nell spazio
> che ci appare vuoto.
Il concetto di spazio �, insieme a quello di tempo, fra i pi� critici (e criticabili nelle accezioni correnti)
> Cosa vuol dire allora "campo gravitazionale"?
> **Cosa c'�**nello spazio intorno?
>
> Gli eteristi dicono che c'� l'etere, ma l'etere e fatto di particelle
> discrete dotate di estensione, e siamo da capo.
No, il discreto non ha alcun senso, come ho gi� detto. Bisogna lasciare da parte queste contraddizioni gi� messe in evidenza da
oltre 2000 anni.
> Boscovich non lo dice, dice solo che c'� una forza, che molto vicino
> al punto, a cortissio raggio, ha un andamento ondulatorio, �
> alternaitvamente repulsiva ed attrativa, per diventare ad una qualche
> distanza dal punto solo attrattiva fino ad infinito dentificandosi da
> quella distanza in poi con quella di Newton.
> Non finge ipotesi su questa forza e non dice che cosa c'� nello
> spazio, per cui un corpo risenta di una forza.
Ha fatto un onorevole tentativo di legare insieme il micro e il macro, cosa tuttora irrisolta dalla fisica (la ragione evidente �
che si affida al principio probabilistico per il micro, quindi non potr� mai fare il passo necessario per giustificare il mondo
macro, che � palesemente deterministico).
> Escluso l'etere, resterebbe aperta quindi un'inchiesta "filosofica".
Naturalmente. Ma questo non significa metafisica in certi sensi gi� superati da Cartesio (chiss�, forse si � capito che io sono un
cartesiano :-))
> La domanda �:
> "Che cosa � lo spazio"
> Qui non si tratta di dire che cosa c'� nello spazio finch� non abbiamo
> definito lo spazio, che in tale prospettiva sarebbe un contentore.
Il che non ha molto senso. Magari lo avrebbe se avesse un senso il "vuoto".
> E se non fosse cos�?
> Se lo spaizo nonfosse un contenitore, ma "tutto ci� che c'�" (visto
> che nel nostro pnto adimensioanle punto c'� il nulla?)
Infatti alcuni fisici cominciano a dubitarne: lo spazio � costituito da tutto ci� che c'� e solo da ci� che c'�.
Il solo problema � dire/sapere *che cosa* c'� :-)
> La "causa gravitatis" (come recita il titoloolo del breve saggio di
> Eulero, il quale anche credeva nell'etere) � da ricercare in qualcosa
> di "intrinseco allo spazio".
� un problema - a proposito di Eulero - irrisolto proprio come la congettura di (Goldbach-)Eulero.
> Cos�, tra parentesi, ha fatto Einstein, curvandolo, facendocelo
> immaginare come un piano inclinato, cosa per� assolutamente
> incomprensibile e non intuitiva: anche lui ha svuotato lo spazo
> dall'etere, ma a quale prezzo?
Della materia oscura? E magari dell'energia oscura?
Qualcuno mi dicesse almeno cos'� l'energia, gi� sarei contento :-)
> ... domande di fisica sul costituente ultimo,
> sull'**unica** "particella elementare" (l'affermazione di pi�
> particelle elementari � tra l'altro in s� contradditoria, se non si
> parla di valori diversi che possono assumere dei parametri, pochi, di
> una sola equazione generale)
� contraddittoria - un ossimoro anzi - l'espressione stessa 'particella elementare', per le ragioni che ho gi� detto sopra.
Un saluto
Omega
Received on Sun Aug 26 2012 - 20:23:34 CEST
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