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From: Andrea <a_at_a.a>
Date: Sun, 11 May 2008 17:21:46 +0200

"gnappa" <lagiraffa77QUESTOVATOLTO_at_yahoo.it> ha scritto nel messaggio
news:fvt2s0$9mi$1_at_aioe.org...

[...]
> Per�, sostituendo a L nelle formule precedenti L' e usando l'uguaglianza
> mu*esp = 1/c^2, la forza risultante misurata nel riferimento in moto mi
> risulta:
>
> 1 q^2
> F = ------- ---- * sqrt(1 - v^2 / c^2)
> 2pi*eps Lr
>
> cio� la (1) moltiplicata per un fattore sqrt(1 - v^2 / c^2).
>
> Dove ho sbagliato?


Mi pare che tutto torni: l'importante � che il moto della carica sia tale da
mantenere indistinguibili i due sistemi di riferimento.
La forza pu� anche avere modulo diverso.

Sappiamo che:
1) F = dp/dt
2) p = m*gamma*v

Possiamo ad esempio verificare che l'accelerazione iniziale della carica �
la medesima in entrambi i casi.

L'accelerazione verticale, nel sistema in quiete � data da:

Fy = m* dgamma/dt *v + m*gamma*dvy /dt

all'istante iniziale v=0 e gamma=1 = = > Fy = m*dvy /dt

nel sistema in moto gamma ha valore sqrt(1 - v^2 / c^2), per cui restiamo
con:

Fy = m*gamma*dvy /dt

Di conseguenza, avendo tu ottenuto per F due espressioni che differiscono
per il solo fattore moltiplicativo gamma, avrai la medesima accelerazione
per entrambi i casi.
In tal modo, osservando il comportamento della carica, non potrai stabilire
di essere in un sistema in quiete o in moto rettilineo uniforme, che alla
fine � il caposaldo di tutte
le formule di conversione fra un s. di rif. e l'altro.

Ciao
Andrea
Received on Sun May 11 2008 - 17:21:46 CEST

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