Re: Einstein e l'antimateria.

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Fri, 06 Jul 2018 21:18:24 +0200

Starnutus ha scritto:
> Molti di voi lo sapranno già, ma io l'ho imparato oggi: Einstein
> aveva dedotto l'esistenza dell'antimateria dalle equazioni di campo
> della RG nel 1925 (cinque anni prima di Dirac) senza alcun uso della
> meccanica quantistica! Digitate su Google:
> ...
> In entrambi i riferimenti si dice che Einstein in un articolo del 1925
> "L'elettrone e la teoria generale della relatività" (Elektron und
> Allgemeine Relativitatstheorie, Physica, 5 (1925), pp. 330-334) trovò
> naturale pensare (secondo il primo libro) e addirittura "dimostrò"
> (secondo il secondo libro) che ogni particella dotata di massa e
> carica elettrica deve avere una controparte di massa uguale e carica
> elettrica opposta. Purtroppo non ci sono altri dettagli. Mi ricordo
> che nell'ultima edizione dell' Elettrodinamica del Jackson si dimostra
> (senza fare uso dell'equazione di Dirac) che la RR predice l'esistenza
> dell'antimateria.
> ...
> Qui però si dice che l'articolo si basa sulle equazioni di campo della
> RG. Non ho trovato in rete l'articolo di Einstein ma ho trovato questo
> - piuttosto tecnico - di Hans-Jurgen Treder, che ne sintetizza il
> contenuto.
Dato che ho scorso di volata, non prendete troppo sul serio quello che
sto per dire.
Però mi sento lontano dalla tesi di base.

Per quello che ho capito, quei lavori fanno parte di un filone che E.
proseguì forse fino alla morte: il tentativo d'integrare RG ed e.m.
Nella sua visione, come sappiamo, l'obiettivo era di mostare che la MQ
dovresse risultare come un sottoprodotto deterministico, tramite
soluzioni singolari delle equazioni di campo.
Tentativo che come sappiamo non approdò a niente.

Se ho capito bene, in quegli articoli E. unisce RG ed e.m. usando un
unico tensore, non più simmetrico, la cui parte simmetrica è il tensore
metrico della RG, e la parte antisimmetrica è il tensore e.m (che
unifica E e B).
Questo tipo di conti si trovano anche come appendice all'edizione
italiana di "Il significato della relatività", su cui mi ruppi la testa
nel 1950...

Ma siccome quelle equazioni non ebbero alcuno sviluppo e tantomeno si
poté trovarne soluzioni, asserire che esistono soluzioni per una
carica positiva e insieme soluzioni per una negativa significa poco.
Se non (cosa però banale) che quelle equazioni sono invarianti per
coniugazione di carica.
Se una teoria resta sospesa nel vuoto, asserire che quella teoria ha
"dimostrato" qualcosa mi sembra quanto meno avventato.
                                                

-- 
Elio Fabri
Received on Fri Jul 06 2018 - 21:18:24 CEST

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