Valter Moretti wrote:
> Per curiosit� sono andato a controllare sull'Halliday-Resnick ed ho
> trovato la seguente affermazione.
>
> "La prima legge afferma che, se nelle vicinaze non vi sono altri corpi
> (e con ci� intendiamo che non vengono esercitate forze dato che ogni
> forza � associata ad un corpo nelle vicinanze), � possibile trovare un
> sistema di riferimento per il quale il punto materiale ha
> accelerazione nulla."
>
> Mi chiedo se Halliday e Resnick abbiano mai riflettuto su quello che
> hanno scritto
> (sempre che il problema non sia di traduzione, ma non ho l'edizione in
> inglese per controllare).
...
Neanch'io ho l' originale inglese (che poi potrebbe variare con l'
edizione). In realt� basterebbe che *il* punto fosse in origine *un*
(qualsiasi) punto.
Aggiungerei per� anche un' altra osservazione. Senza nulla togliere
all' importanza della chiarezza ed esattezza nella didattica, mi chiedo
quanto le innumerevoli formulazioni insoddisfacenti (o logicamente
inconsistenti) dei principi della dinamica siano veramente cos� dannose
nella pratica.
Sospetto che generazioni di fisici professionisti abbiano imparato a
loro tempo formulazioni pi� o meno bacate dei principi di Newton (per
non parlare dello stesso Newton :-) ).
Eppure sono riusciti a fare il loro lavoro (e talvolta a costruire
nuove teorie).
E il problema non � solo quello dei principi della meccanica. Ci sono
altri classici della lotta alle definizioni poco accurate o scorette (
il calore , o la definizione di campo elettrico, giusto per par
condicio :-) ) per cui valgono discorsi analoghi.
Questo dovrebbe far riflettere, credo.
Le mie riflessioni (a questo momento della mia vita, ho avuto periodi,
per esempio da studente, in cui la pensavo in modo molto diverso) sono
che un insegnamento ed un apprendimento filologicamente corretti al 100%
sono beni asintotici, cui si pu� cercare di mirare, ma
difficilmente raggiungibili. Molto pi� importante � riconoscere e
tener conto che c'� tutta una gerarchia di livelli di comprensione e
di nodi concettuali. Alcuni sono veramente essenziali: senza averli ben
compresi non si riesce ad utilizzare nulla della costruzione
concettuale della Fisica. Altri sono importanti ma eventuali
incomprensioni o sbavature pregiudicano in modo meno grave le
possibilit� di utilizzare i concetti.
Per restare all' esempio della meccanica (esagerando un po' per
sottolineare il punto): se non ho capito cosa voglia dire F=ma, o anche
a chi si applicano le forze di azione e di reazione del terzo
principio, sar� nella pi� completa impossibilit� di applicare la
meccanica di Newton per fare previsioni o per dar conto degli
esperimenti. Ma se anche non ho presente una formulazione logicamente
ineccepibile del primo principio, a patto di aver capito che per F=ma
ci vogliono dei riferimenti particolari, come quello delle stelle
fisse, riesco comunque a cominciare ad usare l' apparato formale.
Tutto sommato, anche per la matematica, con buona pace di Bourbakisti
e pseudoburbakisti, si procede nello stesso modo: prima si impara a
manipolare i numeri e poi si torna indietro a costruire le fondamenta
definendo in modi sempre pi� rigorosi i vari insiemi numerici.
In conclusione, ben vengano le persone dotate di sufficiente spirito
critico da vedere i buchi nelle maglie di un' enunciazione approssimata
del primo principio. Ma non pretenderei indiscriminatamente da tutti
gli studenti che studiano i principi della dinamica un rigore
filologico che ha ragion d' essere solo dopo aver capito "a che serve".
Giorgio
Received on Sun Mar 23 2008 - 16:16:56 CET
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