Valter Moretti ha scritto:
> On Mar 23, 4:16 pm, Giorgio Pastore <past..._at_units.it> wrote:
>> Valter Moretti wrote:
CUT risposta di Giorgio Pastore
Ciao, premetto doverosamente (forse scaramanticamente) che ho
una grande stima per la tua competenza, ma come spesso �
capitato anche con le posizioni del prof. Elio Fabri
sull'insegnamento, ho alcune idee molto diverse dalle tue in
merito al problema dello stato della cultura scientifica in
italia. Perlomeno in senso quantitativo, cio� delle priorit� dei
problemi
> Ciao, sono abbastanza d'accordo su quello che dici, perch� succede
> davvero nella pratica. Ma non � tutto, dipende in particolare da che
> genere di persona consideri. Se prendi il futuro ricercatore,
> qualunque ca..ata gli insegni, egli sar� comunque in grado di
> rielaborare le stupidaggini rimettendole a posto. Per� se invece
> prendi il complemento a tale insieme, le cose possono essere un po'
> diverse.
fin qui posso essere d'accordo, anche se essenzialmente sulla
fiducia perch� non immagino molto le dinamiche di apprendimento
che accompagnano l'iter di un ricercatore in fisica o matematica
> Prendi la persona che poi andr� ad insegnare nelle scuole
> superiori oppure direttamente lo studente delle scuole superiori.
che quindi sembrerebbero grossomodo degli impediti, nel senso di
non sentire alcuna necessit� di chiarirsi i concetti confusi
prima di insegnarli.
Forse pu� essere vero per alcuni, ma per altri non lo �. Poi ci
sono persone mandate loro malgrado a insegnare materie diverse
da quelle di cui hanno competenza, e il problema � strutturale,
ma diversamente avverto spesso, in colleghi, il problema di
affrontare quei punti concettualmente spinosi. A volte con una
cura quasi maniacale che piacerebbe pi� a te e che invece ho
creduto di capire meno importante secondo l'approccio di G. Pastore.
Distinguiamo invece nettamente il caso degli studenti "normali",
dove utilizzerei un concetto di normalit� tarato sui tempi
odierni e livelli rilevati dalle varie statistiche, e quindi
malgrado la normalit� di nome, non ha niente a che vedere con la
normalit� in senso sostanziale (questo andava chiarito)
> Gli
> viene insegnato qualcosa che non funziona, di poco chiaro, di fumoso e
> anche di sbagliato, di incomprensibile
Ecco, qui dissento in senso quantitativo
E' possibile che ci sia qua e l� qualche rara inconsistenza
formale nelle cose insegnate.
Di fatto gran parte degli studenti non impara quasi nulla, non
studia quasi nulla o nulla, e costringe tanti insegnanti di
fisica alla secondaria ad aggirarsi molto ma molto al di sotto
della soglia critica in cui scattano queste difficolt�.
L'uso di un articolo "UN" al posto di un "IL" in una definizione
o principio, per un tizio che non si � nemmeno sognato di
leggere la definizione implicata, di ascoltarla quando spiegata,
o se anche l'ha letta magari difetta della minima capacit� di
comprensione di un testo qualsiasi che non abbia vocabolario e
sintassi da cartoni animati, purtroppo ha pochissima troppa
rilevanza. La didattica sostenibile si � ridotta a pensierini
isolati, epigrammatici. Si sta troppo lontani dai punti caldi
che rilevi.
Scrivere "UN" punto o "IL" punto pu� diventare rilevante per
alcuni rari studenti davvero motivati che studiano in ancor pi�
rari istituti di alto profilo (come stiano galleggiando con la
riforma Fioroni non mi � dato di sapere ... imho sar� la
Waterloo definitiva, ma � solo un'opinione)
Temo che queste considerazioni potranno suonarti catastrofistiche
> (magari con la spinta del
> principio di autorit�: il primo principio di NEWTON). Come prende la
> cosa ? Pu� fregarsene,
Si, caro Walter, se ne frega, e ancor pi� spesso se ne fregava
gi� in anticipo al punto di non rilevare alcun singolo punto
concettualmente spinoso. E' tutto un indistinta nebbia grigia.
Secondo me uno degli aspetti pi� rivelatori dell'approccio si
trova quando, sistematicamente, si chiede di discutere dubbi e
domande, una parte davvero rilevante non sa porre altra domanda
diversa da "non ho capito niente", tanto per farla breve e
togliersi d'impaccio. Si discute con una frazione minoritaria,
per la quale possono porsi le difficolt� che dici. Talvolta
magari manca la competenza dell'insegnante anche per costoro, ma
in casi simili (rari ripeto) sono piuttosto fiducioso come G.
Pastore : penso che se hai la motivazione da dentr, alla fine
non ti fai scoraggiare, ti fai l'appunto mentale che c'�
qualcosa in sospeso da chiarire e la sfida ti intriga ancora di
pi� lungi dallo scoraggiarti.
> ma pu� anche pensare che la fisica (o la
> matematica) sia davvero naturalmente incomprensibile ai pi�
ma de facto lo �. Il problema non sta pi� solo nella difficolt�
intrinseca, quanto nell'approccio che hanno codesti "pi�", che �
fondato su assurde pretese di ottenere qualcosa con nullo sforzo
Cio�, c'� gente (normale ! non i peggiori) che serenamente
ammette di studiare un venti minuti al giorno, a casa, per tutte
le materie. Qualcuno studia un'oretta, ma non sempre.
Ora tranne per coloro che nascono coi geni di Einstein, non ci
vedo grandi spazi per ribaltare la percezione inaccessibile
delle scienze esatte, con o senza una capacit� e perfezione
didattica ed espressiva strabilianti. Non viene nemmeno
percepita la differenza, se non � davvero marcata (tipo la
fisica insegnata da un biologo, per intenderci, o la biologia
insegnata da un geologo, o via dicendo)
> e pu�
> sentirsi autorizzato a divulgare questa opinione ai parenti agli amici
> ai figli.
Scusa, dove sarebbe lo scandalo ? Purtroppo rispecchia il vero.
Una constatazione dei fatti � sempre legittima. Quel che �
triste e allarmante � che chi di dovere, chi decide, non prenda
mai atto in senso propositivo e costruttivo, e cerchi le RADICI
di un problema. Limitarsi a enunciare gli effetti, per quanto
miope, non deve farti incavolare, essendo un dato di fatto.
> Qualche settimana fa, nella popolarissima trasmissione di
> Fazio su RAI3, per ben due volte � uscita una battuta di quel genere
> sulla matematica e poi sulla fisica, sulla fisica intervistando
> Alessandro Gassman,
eh he he ... ma scusa, Gassmann sarebbe una fonte autorevole ?
Cio�, a me non stupisce minimamente la sua idea.
> che ha raccontato di un capire niente di fisica
> alle superiori e Fazio l'ha rinfrancato dicendo che era giusto cos� ...
beh, in effetti la scelta di parole di Fazio � stata infelice,
su questo concordo. Dire che � normale � una cosa. Che � GIUSTO
� davvero forte, implica una sorta di condanna morale Crociana.
Ancora stiamo a questi punti in italia ... minchia ragazzi
> Per la matematica, mi pare fosse durante l'intervista a Pennac, la
> battuta era simile. L'idea era che le persone "normali", anche se di
> successo sono naturalmente autorizzate a non capire una fava di
> scienze esatte,
ecco. E su questo ti rimando all'equivoco di fondo della
definizione di cosa significhi essere NORMALI.
Abbandoniamo la valenza di "ragionevolezza" di tale definizione,
e limitiamoci alla "fredda" definizione statistica. Normali =
vicini alla "norma", alla media. Naturalmente se la media � a un
livello abissalmente scarso, � normale "un capirci na fava".
> dato che sono delle cose incomprensibili per la loro
> stessa natura. Io credo che questo genere di luoghi comuni, specie se
> enunciati in TV da persone popolari, come Fazio, siano veramente
> deleterie per la nostra cultura. Ma questo genere di affermazioni
> hanno anche una base molto solida sul modo con cui si insegna, male,
> la matematica e la fisica...
E qui di nuovo le nostre attribuzioni causali divergono
fortemente. Come la si insegni contribuisce quanto Saturno alle
maree terrestri. Ma ci do un taglio netto, se no un finisco pi�
ciao
Soviet_Mario
>
> Ciao, Valter
Received on Thu Mar 27 2008 - 11:27:41 CET
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